Paranoia

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Ti guardi intorno; il cuore batte furioso, in preda all'adrenalina.

Ci hanno trovato, li sento ringhiare e avvicinarsi.

Sono tanti e ci rimangono pochi colpi. Abbiamo perso troppo tempo a cercare cibo in quel supermercato abbandonato e adesso è troppo tardi per fuggire.

Cerchi disperatamente in ogni angolo del locale un punto per scappare, ma vedi tutte le uscite laterali sbarrate dalle barricate dei precedenti abitanti. Come per noi, quelle che dovevano essere delle difese si sono trasformate anche per loro in una trappola mortale. Certo, potresti provare a romperle, ma ci impiegheresti troppo tempo e quei mostri sono ormai arrivati. Getti uno sguardo ai tuoi compagni, li vedi puntare le armi. Non vi è altra scelta, caricare frontalmente per cercare di uscire.

Paura. Il ritmo segnato dai battiti violenti del cuore.

E poi gli spari. Il rumore forte della pistola; il sangue e i pezzi di carne degli zombie che si spargono dovunque. Neanche il tempo di rifletterci e la frenesia prende il possesso. L'istinto di sopravvivenza ti spinge a correre, ti fa sparare non appena vedi il volto putrescente dei morti. Poi il clic della pistola; non hai più proiettili. Senza nemmeno rendertene conto, prendi il coltello, la tua ultima arma e difesa, e la brandisci rapidamente. Non c'è tempo per ragionare su cosa fare, devi sopravvivere.

Poi la botta imprevista, che ti fa cadere a terra. Cerchi di rialzarti subito ignorando il dolore al fianco, ma il mostro ti incalza, si getta contro di te per divorarti. Vedi il suo volto rovinato, cadente; i suoi occhi bianchi spenti ti catturano, come se fossero in grado di rubarti la vita solo con quell'occhiata. Lo allontani e nella foga affondi il coltello nella sua testa. Il cadavere resta immobile, privo di ogni attività e tu lo sposti. Avevi perso di vista i tuoi compagni e con uno sguardo ti rendi conto della triste situazione. Uno di loro è caduto e l'altro si regge il braccio sanguinante. Uno sguardo e capiamo subito che non vi è molto da fare per il terzo.

Triste a dirlo, ma abbandoni il compagno a terra, ormai perduto e ti dai alla fuga assieme al sopravvissuto. Arrivati abbastanza lontano, tu e lui vi lasciate prendere dalla stanchezza e recuperare il fiato. E qui ti torna in mente tutto ciò che hai fatto: gli sforzi, la lotta serrata per la sopravvivenza. Ti giustifichi tutto, perfino l'aver lasciato il tuo compagno in bocca ai mostri. Poi osservi l'altro sopravvissuto: sanguina troppo. Pensi che forse è stato infettato e presto sarebbe diventato un mostro come loro.

Dubbi. Passi nella mente tutte le idee, tutte le possibilità. Vorresti salvarlo, dopotutto è un tuo amico. Ma poi pensi al bene del rifugio: ai tuoi famigliari, a quel clima di quotidianità e familiarità. 

Ti ricordi di quanto tempo hai passato alla ricerca di un posto sicuro: di quella paura di morire, delle atrocità che hai dovuto compiere, delle giornate di digiuno e terrore. Sei andato avanti in questo mondo atroce solo per salvare la tua famiglia e nella speranza di non farli morire. Ma poi hai conosciuto il gruppo di sopravvissuti, hai fatto amicizia, hai riscoperto un senso di gioia e tranquillità che avevi dimenticato. 

Dopo tanto orrore, avevi di nuovo visto la luce. Come puoi rischiare di perdere tutto questo? Per quanto vuoi bene al tuo compagno, non puoi mettere in pericolo tutti per il costo di uno. Lo guardi in volto: non hai il coraggio di parlargli, ma nei suoi occhi leggi la stanchezza. Vedere un amico diventare un mostro assetato delle tue carni sarebbe un trauma troppo tremendo. Devi fare un scelta tragica. 

Prendi il coltello, le lacrime ti scendono. Ti volti verso di lui. 

E ti trovi la punta della sua pistola sul volto. "Mi dispiace" ti dice.

 Fai solo in tempo a notare il tuo corpo coperto del tuo sangue e l'ampia ferita che ti ha lasciato lo zombie. 

Ed a sorridere.

ParanoiaWhere stories live. Discover now