capitolo 1 ♥

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Domani inizia la scuola e finalmente sul sito sono usciti gli orari. Abbiamo cambiato così tanti prof per i miei gusti... ma non importa... uno mi incuriosisce in particolare, e dal nome sembra proprio che venga dalla mia stessa regione, la mia regione amata, la Puglia. Magari instaurerò un bel rapporto con questo prof, lo spero visto che la materia che insegna non è proprio di mio gradimento: educazione fisica.
Mi infilo il pigiama e compio la stessa routine serale solo con una piccola variazione: da oggi in poi dovrò ricominciare a preparare lo zaino.
Alle 9 e mezza sono già infilata sotto le coperte, devo essere riposata e di certo non posso andare tardi a dormire come questa estate. La mia mente viaggia e termina il suo percorso in un preciso giorno, il 13 luglio.            
Non riesco a prendere sonno, ormai è quasi mezzanotte e whatsapp è aperto su una chat, su quella chat. Mezzanotte. Il dito si muove contro la mia volontà e il testo arriva in pochi secondi al destinatario, quel che è fatto è fatto. È il suo compleanno, il compleanno del mio ormai ex da pochi giorni e lo penso, e verso lacrime che non varrebbe la pena versare per lui. è stata una cosa reciproca, è come se quando lui mi ha mandato quel messaggio con scritto "se non mi ami più è inutile che io stia qui", io avessi consentito tacita e la pensassi allo stesso modo; in un certo senso era così. Il primo giorno sono stata alla grande, sorridevo e mi divertivo. Ma quello stato di euforia è durato poco. Piano piano ogni sera una lacrima scendeva e un ricordo riaffiorava nella mia mente, ma ora sto bene. Credo di star bene. Devo ammettere che questa storia mi ha lasciato un segno indelebile nell'anima, il mio primo amore; ma non poteva continuare in quel modo.
Le cose che sono successe in seguito non sono state delle migliori: ogni giorno riuscire ad andare avanti era uno strazio. La situazione si era complicata e non ero più riuscita ad andarne fuori. Il rapporto con i miei si era sgretolato e i litigi erano sempre più frequenti. Le mie vacanze erano state rovinate per uno stupido errore ma ripensandoci non me ne pento affatto. Avrei rifatto quell'errore altre tremila volte perché mi faceva stare bene.

Le braccia di Morfeo mi avvolgono e non posso fare a meno di cadere in un dolce e profondo sonno.
***
La mia mente inizia a frullare e il sonno piano piano si affievolisce. La sveglia non è ancora suonata ma mi costringo ad aprire gli occhi. Ci metto tempo a realizzare: oggi è il primo giorno di scuola. Quest'anno frequenterò la quarta. Manca solo un anno e poi sarò
una studentessa universitaria. È il mio sogno fin da piccola e non vedo l'ora di realizzarlo. Spero che niente si metta in mezzo ai miei progetti e li stravolga.
Mentre i pensieri formano una nube disordinata nella mia mente mi dirigo in bagno trascinando il mio corpo come se fossi uno zombie e quando vedo il mio riflesso allo specchio per poco non prendo un colpo: il mio aspetto è a dir poco orribile. Mi occorrerà molto trucco per coprire la mia brutta cera, mi sento già male. Per prima cosa pettino i miei capelli per poi passarci la piastra, adoro i capelli lisci. Infine mi dedico a quel che si può chiamare trucco: stendo una base di fondotinta per poi passare il correttore sulle occhiaie ed infine il mascara. Diciamo che tendo sempre ad essere il più naturale possibile, odio quelle ragazze che ogni volta sembra che debbano andare ad uno spettacolo teatrale.
Dopo essere uscita dal bagno mi dirigo in camera per scegliere i vestiti, non mi piace preparare questi la sera prima perché la mattina dopo potrei cambiare idea anche se a dire il vero mi servirebbe a volte dato il mio costante ritardo. Opto per un paio di jeans grigio - neri, una canottierina anch'essa nera con i bordi in pizzo e una camicia a scacchi neri, bianchi e grigi per concludere con le all star nere e il mio immancabile giubotto in pelle.
Guardo l'orario e strabuzzo gli occhi, è veramente tardi.
Di corsa afferro il cellulare, lo zaino e le cuffie e mi butto in bocca una gomma alla menta per poi correre in fermata.
L'autobus arriva un minuto dopo la mia corsa e con ancora il fiatone salgo sul veicolo rimanendo ovviamente in piedi come al solito.
Il viaggio è come al solito noioso e quando arriviamo a destinazione tiro un sospiro di sollievo accorgendomi di essere rimasta in apnea per tutto questo tempo.
Raggiungo quindi il solito gruppetto che ogni anno si forma nel solito posto e appena mi intrufolo nel cerchio che ogni volta si viene a creare la mia migliore amica mi salta addosso
-auguriiiiiiiiiiiiii-
-eh?-
-ehi, te ne sei dimenticata? Che giorno è oggi?-
-13 settembre, perché?-
-Anne, oggi è il tuo compleanno!!-
-oddio, come ho fatto a dimenticarlo??-
Dopo la mia affermazione un coro di auguri parte e subito dopo nell'aria rimbomba l'inevitabile canzoncina.
L'atmosfera viene rovinata da una voce
-cos'è tutta questa confusione?
Abbassate il volume!-
Il sorriso che si era formato sul mio volto scompare e i miei occhi incontrano un altro paio di iridi di un colore scuro, quasi terrificante. Per un attimo mi incanto in quegli occhi e giuro di poter vedere un velo d'oceano in quei due pozzi quasi neri. Sì, l'oceano. Un oceano profondo in cui ti ci perdi. Lo stato di trance presto svanisce quando nel mio campo visivo appare una mano che sventola e distolgo finalmente lo sguardo da quell'uomo facendo una smorfia stizzita.             
-odio quell'uomo!- sbotto infastidita contro sophie.
-siamo in due- mi segue la mia migliore amica e in questo momento non posso che adorarla. Lei è così, quando serve mi da ragione ma quando ho torto non posso contraddirla neanche un po'.
-uff, la giornata è iniziata a meraviglia!- dico in uno sbuffo sonoro, poi continuando -meglio che entriamo, la campanella sta per suonare-
Dopo la mia affermazione tutti ci incamminiamo e varchiamo la soglia dell'edificio in cui non entriamo da ormai ben tre mesi. Subito l'odore familiare di casa  mi invade e trattengo un sorriso. Sì, è questo il modo per definire la mia scuola: casa.

Perché con te non ho paura Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora