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*Elisa*

<Camilla parla!> la preoccupazione nella sua voce si faceva sempre più spazio
<Nash devi stare calmo però> dico io cercando di mantenere la calma
<Perché!?> dice lui
<L'ultima volta che sei venuto a casa, il giorno dopo che tu sei partito, i nostri genitori e i suoi sono partiti per l'Australia> comincia a parlare Camilla per poi interrompersi
<Dovevano stare via circa un mese, il giorno in cui dovevano tornare, abbiamo ricevuto una chiamata dove ci veniva detto di arrangiarci da sole. Da noi si usa molto fare scherzi telefonici, come immagino anche qui, quindi non ci abbiamo dato peso.> vengo interrotta da Camilla che continua a parlare
<Circa dopo quattro o cinque ore, riceviamo un'altra telefonata, questa volta però la persona dall'altro lato del telefono si presenta come un poliziotto Australiano, qui abbiamo capito che la faccenda si stava facendo seria. Questo signore ci ha detto che quando le donne delle pulizie dell'albergo sono entrate nella camera dei nostri genitori, a terra c'era mia mamma e la vostra ormai senza vita, tuo papà forse poteva ancora salvarsi, e mio papà non era nella stanza, pochi giorni dopo lo trovarono morto, non ricordo neache più dove> termino asciugandomi alcune lacrime che ormai stavano scendendo
Cameron, Shawn e Jack ci stavano guardando increduli
<Perché non me lo avete detto> sento dire da Nash con voce spezzata dal pianto
<Non volevamo dirtelo per messaggio!> dico
<E avete aspettato due anni? Vi rendete conto? Due anni> dice con voce soffocata e delusa, per poi alzarsi e andarsi a chiudere in camera sua
Non era questo il modo giusto per dirglielo. Non lo era affatto!

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