Mahisa era rimasta turbata dall'incontro con il giovane, anche se ogni giorno si recava in cucina per distribuire i pasti agli schiavi e lo vedeva, quello che era successo quella sera l'aveva confusa. Senza farsi accorgere da sua madre sgattaiolò fuori dalla casa per recarsi nelle scuderie. per vedere se riusciva a incontrare lo sguardo del giovane e immergersi nei suoi occhi blù. Sentì degli starnuti provenire giusto dalle stalle, affrettò il passo guardandosi attorno. Entrò e lo vide intento a lavorare...e starnutire continuamente.
Andrea starnutì con violenza asciugandosi il naso con il dorso della mano. Con gli occhi che lacrimavano, prese il forcone e cominciò a accatastare balle di fieno in un angolo della scuderia. Un altro starnuto " etciù!! ". A lui piaceva stare a contatto con gli animali , cavalli e cammelli, ma dar loro da mangiare era un incubo perchè soffriva di una forte allergia da fieno. Si asciugò di nuovo il naso e piantò i rebbi del forcone nella balla di paglia. Si trovava su di un palchetto rialzato nella stalla dove poter spostare il fieno accatastato in alto.
" Salaaam " disse piano la ragazza, si era fatta bella per lui, aveva messo un caffetano giallo zafferano stretto da una cintura, con i bordi della scollatura e delle maniche ricamate in seta rossa. I lunghi capelli neri le ricadevano sulle spalle. Teneva gli occhi bassi.
" Sal..a.mm" riuscì a malapena rispondere Andrea, accompagnandolo con un sonoro starnuto. Mahisa soffocò una risata divertita, al giovane gli arrossirono le gote per l'imbarazzo del momento, finalmente riuscì a risponderle al suo saluto correttamente:" Salaam, Mahisa " rimase a guardarla incantato da quanto era bella, vestita da donna, non più quegli abiti da guerriera, ma una dolce ragazza araba.
"Ija la taht " disse la giovane ad Andrea, invitandolo a scendere dal palco. Il ragazzo gettò il forcone in un angolo e con un balzo fu a terra davanti a lei, assaporando il suo delizioso profumo di spezie e agrumi, abbastanza vicino se voleva per allungarle una mano sul suo viso per una carezza, ma per adesso non si osava ancora. Teneva il velo sul viso lasciando liberi alla vista quei suoi meravigliosi occhi.
I suoi occhi s'incontrarono con quelli del giovane, abbassò di nuovo lo sguardo, poi tornò di nuovo a fissarlo. Respirò profondamente e cominciò a parlare in arabo, lo guardò con ansia attendendo una sua risposta.
Andrea si ritrovò ad ammirare la sua vita sottile, le curve dei fianchi e sprofondare nei suoi occhi, si domandò come mai fosse venuta , poi con un sorriso le disse:
" Là arabi " no arabo, si scusò Andrea: " mi dispiace, non capisco ! "Lei abbassò lo sguardo e si mosse di qualche passo a disagio. Poi alzò il viso e lo guardò negli occhi sussurrando:" shukran e si abbassò il velo, si avvicinò a lui e lo baciò sulla guancia posandogli due labbra calde e morbide. Poi corse via, si girò sorridendogli sulla porta.
Andrea rimase interdetto, come se fosse successo tutto in un sogno, eppure era sveglio " etciù ! " starnutì ancora e ancora, si accarezzò la guancia dove la ragazza l'aveva baciato e riprese il suo lavoro con un sorriso divertito.Mahisa era riuscita a convincere sua madre a far si che il giovane crociato potesse cambiare la mansione. Le era stata addosso per diversi giorni a convincerla additando scuse più o meno veritiere, ma alla fine era riuscita a convincerla. Ora lo vedeva entrare e uscire dalla cucina con le braccia cariche di ciocchi di legna o dei secchi colmi d'acqua. Erano molto meglio questi lavori di fatica piuttosto che stare nelle stalle a starnutire tutto il giorno.
Una mattina Andrea, mentre portava dei grossi secchi pieni d'acqua, s'inciampò nel terreno e rovinò a terra, i secchi si svuotarono e l'acqua si perse nel terreno,si rialzò imprecando tra se, pulendosi come meglio poteva i pantaloni e la tunica, poi riprese i secchi vuoti e tornò al pozzo per riempirli di nuovo. Prima però si tolse la tunica rimanendo a torso nudo e si lavò per bene ormai aveva appreso bene quell'arte dell'igiene personale e gli piaceva. Ripresi i secchi li riempì di nuovo e si avviò verso la cucina, mentre camminava sentì una risatina provenire da dietro a una finestra. Si voltò e il cuore gli si fermò un attimo poi riprese a battergli all'impazzata tutte le volte che la vedeva. Lei era lì che sbirciava attraverso le imposte socchiuse.
" Salaam " la salutò affrettandosi a infilare la tunica
"Salaam " gli rispose la giovane in arabo aggiungendo però in latino " mi piacevi di più senza, non ho mai visto un infedele a torso nudo "
Andrea la guardò stupito poi si avvicinò alla finestra esclamando " tu...tu parli la mia lingua! " riuscì a dire " come mai? "
" Non siamo dei selvaggi come voi ci giudicate, io conosco molte lingue fra cui il latino "
" Questo è ciò che pensavo prima di conoscervi, ma ora penso diversamente e ti ringrazio per avermi fatto cambiare di lavoro, non avrei resistito ancora per molto a starnutire nelle stalle. "
"Lo so " disse Mahisa abbassando gli occhi, un rumore proveniente dall'interno delle stanze la mise in guardia " sta arrivando qualcuno...meglio che vada "
Andrea le si avvicinò chiedendole " m'insegni a parlare la tua lingua ? "
Lei lo guardò soppesando le sue parole, poi con un sorriso gli rispose " certamente " richiudendo le imposte.
STAI LEGGENDO
Nuova alba a Damasco
Historical FictionAi tempi della crociata nell'anno del Signore 1148,condotta da Re Baldovino, nasce una storia d'amore e guerra a Damasco. L'amore tra un giovane Andrea Bianchi un cavaliere italiano fatto prigioniero dai saraceni e la bella guerriera Mahisa figlia d...