Capitolo 1

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Giocavo con la mia gattina preferita. Lilly. Esatto proprio come la fatina di Peter Pan. Il suo pelo bianco e soffice... era cosí morbida, i suoi occhi neri come il carbone che ti attiravano. Miagolava, sapevo che aveva fame ma non potevo farla mangiare ancora altrimenti sarebbe scoppiata. Era già cicciotella e non potevo farla ingrassare ancora.
<<piccola creatura innocente, se mangi ancora poi scoppi quindi ora ti tocca aspettare ancora qualche oretta>>.
Le continuai a fare le coccole, quelle che lei amava tanto.
Guardai fuori distrattamente distrattamente e comincia a immaginare il mio futuro. Immaginaii di trovarmi sull'aereo a studiare dei documenti. Speravo di diventare straricca e crearmi una casa enorme, di lusso, bellissima e soprattutto mia. Quella voglia di diventare indipendente e fare quello che voglio senza chiedere il permesso a nessuno.

Mentre immaginavo la mia bellissima vita, vidi qualcosa gettarsi  da un albero all'altro. Non volli credere ai miei occhi, sembrava un essere umano. Ma forse era la mia immaginazione.  frattanto che avevo visto muoversi quella creatura, scattai  in piedi e la mia gatta, scivolando dalle mie ginocchia, mi graffió il braccio lasciandomi un bellissimo graffio dal quale cominció ad uscire del sangue
<<Lilly no!>> urlai

Non mi voltai più verso la finestra perché dovetti correre in bagno a prendere il disinfettante e mettermi un cerotto sul braccio. Proprio in quel momento entró in bagno mia sorella Emy. Lei aveva 24 anni, solo due anni piú di me. A differenza mia, lei era bellissima, biondissima dagli occhi azzurri, mentre io, figlia della gallina, come si suol dire, ero mora con gli occhi azzurri. E giustamente la sfiga doveva essere mia. Lei era palestrata mentre io ero magra e tutti i muscoli flosci dato che odiavo la palestra.

<<ma cosa hai fatto?>> mi chiese
<<Lilly mi ha graffiato>> disdi sbuffando
<<sembra un graffio di un vampiro>>Disse scoppiando a ridere
<<sei proprio simpatica>>ribaditi io
<<scusa ma é vero. Dai faccio io>>. Cosí mi aiutó a pulire la mia ferita <<ah comunque ha chiamato Baby. Potresti anche risponderle al telefono cosí non scoccia me. Comunque voleva uscire con te questo fine settimana. Faglielo sapere>>
<<ah va bene, grazie Emy>>Le dissi baciandola sulla guancia.
<<Mia?>>
<<si dimmi>>
<<stai attenta>>
Non capii il senso di quella sua frase ma la ignorai  e andai a chiamare la mia amica Baby per organizzarci quel fine settimana.
Alcune volte dovremmo fare piú attenzione a quello  che le persone ci dicono.

Quel giorno passó in fretta e nemmeno mi accorsi quando si furono fatte le 8:30, l'orario in cui tornava mia madre dal lavoro. Lei era una infermiera.
<<ciao mamma, ben tornata>> Dissi abracciandola
<<ciao tesoro, tua sorella dov'è?>>
<<Emy é in cucina, sta preparando la cena>>
La vidi tutta agitata dirigersi in cucina ma non ci feci caso, pensai solo che avesse combinato una delle sue dato che la notte precedente era andata in discoteca e si era ritirata la mattina seguente.  Io andai a giocare con la mia gatta. Mentre parlavo con la mia gattina coccolandola, sentii mia sorella urlare contro mia madre
<<non me ne importa, non me ne starò in casa solo perché per te è pericoloso! So cavarmela da sola!>>
<< é pericoloso, lo vuoi capire?!>>
<< é la mia vita, e comunque non mi faranno nulla, oltre il fatto che frequento persone per bene>>

Quella sera cenammo tutte in silenzio, solo alla fine della cena mamma disse che ci avrebbe accompagnate lei a scuola l'indomani. Non feci domande, era giá troppo nervosa.
Dopo cena mi fidi un film per rilassarmi e crollati dalla stanchezza.



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⏰ Ultimo aggiornamento: Mar 04, 2018 ⏰

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