sul bus

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Ed eccole là,
a scrutarmi dalla testa ai piedi,
come ogni dannato giorno passato su quel dannato bus.
Io anche volendo non riuscivo a sopportare i loro sguardi,
le loro risatine e le loro additate verso di me.
Non riuscivo a concepire perché si accanissero così tanto,
per loro ero troppo strana,
troppo diversa.
Mi guardavano le scarpe "fuori moda",
e ridacchiavano,
dopo poco passarono al giubbotto malandato,
allo zaino troppo colorato,
al rossetto troppo scuro,
ed infine alle cosce,
che disperatamente cercavo di coprire con la maglietta,
ormai sbrillentata.
Continuavo a guardare compulsivamente fuori dal finestrino,
"Ancora 2 fermate Lara, puoi sopportarle per ancora due fermate",
mi ripetevo tra me e me.
Finalmente salì Maggie,
con in mano un cornetto caldo che mi offrì gentilmente,
ed ecco che mi tornò il sorriso.

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