Sono in un parco deserto a parlare con un registratore solo perché me l'ha chiesto lui. Non riesco a dire di no ai suoi occhi blu; è più forte di me.
Ovviamente ti starai chiedendo chi è questo lui dagli occhi blu. Probabilmente starai pensando:" Bah un'altra ragazza innamorata persa di un tizio che non la calcola; può esistere qualcosa di più deprimente?"
Be' se è così hai ragione.
Ma lascia che ti racconti la mia storia. Come dicevo:
Tutto è iniziato a settembre...
Camminavo verso la scuola dopo tanto tempo. Il sole splendeva asfissiante e il mio zaino era troppo leggero.
Le mie amiche Angelica ed Angelica parlavano di una band coreana a me sconosciuta, ignorando completamente che quello fosse l'ultimo anno.
Angelica Lopez; alta, magra e bellissima. Sfoggiava un nuovo rossetto bordò e un eye-liner precisissimo. Se non l'avessi conosciuta bene, avrei pensato che fosse una snob.
Poi c'era Cruz, Angelica Cruz. Bassa, intelligentissima e chiassosa, ma solo fuori da scuola. Un genio con mascara e ombretto.
Forse nel corso di quell'anno sarei diventata un po' come loro. Provai a immaginarlo, ma vidi soltanto una ragazzina con del rossetto spalmato su tutta la faccia.
"Siamo già in terza..." sussurrai, malinconica e terrorizzata.
Mi vennero in mente due parole: esami e superiori.
Lopez si fermò all'improvviso, facendoci frenare effetto domino.
"Ma questo è l'ultimo anno" disse
Sembrava una domanda
"Già" risposi io. Finalmente se n'erano accorte anche loro.
Eravamo al solito posto nel giardino della scuola, fin troppo in anticipo.
C'erano si e no quindici persone nei pressi del portone e una veniva verso di noi. Io non lo sapevo, perché gli davo le spalle.
Mi mise le mani sugli occhiali da dietro. Sobbalzai cacciando un urlo.
Victor mi liberò e sorrise. Si passò la mano tra i capelli scuri e sbattè le ciglia da cerbiatto.
"Ciao anche a voi" disse.
Silenzioso come un gatto, un ragazzo in tuta si materializzò accanto a Cruz. "Buongiorno cari" esclamò inchinandosi.
Le Angeliche gridarono spaventate.
Luigi. Ricci biondi e un grande senso dello stile. Amante della grammatica, due occhi castani e tre brufoli, sempre gli stessi.
Parlammo dell'estate, pur essendoci visti la settimana prima.
Trenta secondi alla campanella. Due ragazzi si profilarono all'orizzonte.
Arturo ed Ethan; il lui della mia storia.
Art ci raggiunse nei suoi jeans gialli, maglietta bordò e capelli rossicci. Sembrava un tramonto.
L'altro continuò a camminare, dedicandoci solo un cenno del capo.
Sorrisi, come se si fosse rivolto solo a me.
"Sarà un anno fantastico" pensai.
La campanella suonò per confermarmelo.
Primo piano, seconda classe a destra.
La 3^B.
La nostra classe.
Salutammo Victor che era di quella accanto e i miei amici mi spinsero dentro; c'erano già tutti.
Quella mattina Amanda mi aveva chiesto di sederci vicine, perciò andai da lei.
La lezione era cominciata da almeno dieci minuti quando entrò Lavinia. La tipica ragazza troppo truccata, alla quale non importava niente della scuola, della vita o di arrivare in orario.
Sgranai gli occhi quando la vidi venire verso di me.
"Sask, ti sposti!? Ci sto io vicino ad Amanda."
Fissai imbambolata le sue ciglia impregnate di mascara, poi mi scossi. Mi voltai verso la mia compagna di banco.
"Per te va bene?" le sussurrai. Lei alzò le spalle, rassegnata. Allora cominciai a raccogliere le mie cose. Lavinia si buttò sulla sedia e si mise ad usare il telefono nascondendolo dietro allo zaino, masticando una cicca.
'Che velocità...' pensai voltandomi per cercare un posto libero.
"Saskia, sei sicura che per te vada bene?" s'intromise la prof d'inglese.
"Per me è uguale" mi limitai a bofonchiare, sperando che mi facesse tornare al mio posto.
Invece no, mi sedetti in prima fila, davanti alle Angeliche, e la lezione continuò.
La giornata passò in fretta, spazzata dal vento di settembre. Tra qualche risata fuori da scuola, un video su YouTube nel pomeriggio e un resoconto borbottato a cena, venne ora di dormire.
Nella mia camera, nel buio della notte, mi misi davanti al letto, con il pigiama e i capelli legati.
Tracciai una stella nell'aria.
Appena finii di disegnarla essa comparve nitidamente davanti a me.
Era luminosa e con la sua luce azzurrognola rischiarava la stanza.
Come una promessa.
Appoggiai la mano al centro. Il simbolo brillò ancora di più, poi si dissolse.
"5...4..." mormorai.
Mi misi a letto.
"...3...2..."
Mi coprii.
"...1."
E chiusi gli occhi.
Ero nel cielo soleggiato del Kadic. Stavo precipitando verso il prato; ma non me ne preoccupavo. Quella sensazione mi era mancata per tutto il giorno.
Atterrai.
Alzai la testa e sorrisi.
"Sono tornata"
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SASKIA
FanfictionQuesta é la storia di una ragazza preoccupata della sua stazza. Non é felice nella sua realtà e vorrebbe scappare in verità. Sta a lei capire se ce la farà a tenere un piede qua e uno di là. Ha bisogno di una passione per amare il mondo delle vere p...