Mo si sentiva stupida in quel momento.
Mo si sentiva tremendamente stupida mentre sentiva il rumore delle proprie scarpe con il tacco sulla ghiaia del vialetto che portava allo grande spiazzo del parco e si sentiva altrettanto stupida nell’aver pensato che ormai era metà giugno e non c’era più bisogno di una giacchetta.
Quella era l’Inghilterra e non la Florida ma la ragazza non voleva ficcarselo in quella testolina riccioluta.
Vide correrle incontro Gabby con una bottiglia di vodka in mano e storse il naso quando il ragazzo si chino appena per lasciarle un bacio sulla guancia, faceva puzza di alcol e quell’odore Mo lo aveva sempre detestato.
-Mo sei venuta allora- Le disse il ragazzo forse con un po’ troppa euforia procurata probabilmente dal liquido che aveva ingerito e passandole un braccio sulle spalle la spinse verso un lieve vociare che in poco tempo divenne sempre più forte.
-Io veramente non sono poi così sicura di rimanere, sai Gabby è tar- Venne interrotta dal suono di una bottiglia che cadeva a terra e sentì delle gocce bagnarle la gamba scoperta, il suo sguardo cadde sulla bottiglia rotta a terra e sul liquido che adesso le bagnava in parte le scarpe.
-Ragazzi, lei è Monnalise-
-Mo- Lo corresse subito dopo la mora spostando il braccio pesante dell’amico dalla propria spalla e si spostò appena abbassandosi il vestitino sulle gambe.
-Si beh, lei è Mo, non fatela bere troppo eh- Delle risate riecheggiarono per tutto lo spiazzale facendo arrossire appena la ragazza che cercava disperatamente un modo per ripararsi dal venticello freddo che soffiava e che tagliava in due come lame, un po’ come le parole.
Parole taglianti che Mo si era sempre sentita dire da tutti.
Dalla madre quando la ragazza aveva deciso di andare via di casa, parole come “Mi stai abbandonando bambina mia.”
Dal padre quando aveva deciso di mettere la propria fidanzata prima di Mo che aveva ancora tredici anni, parole come “Io vado a vivere da lei, sai, per costruirti un futuro migliore.”, futuro che Mo aveva dovuto costruirsi da sola.
Del nuovo capo quando la rimproverava per non aver sistemato bene le tovaglie sui tavoli, parole come “Insomma ragazzina, sei così incapace?.”
Ma a Monnalise andava bene così perché lei aveva una corazza di ferro addosso, che sarebbe potuta mutare se le parole l’avessero bruciata come fuoco, lei si sarebbe circondata d’acqua così da poterle spegnere.
Mo era così.
Si affrettò a raggiungere una panchina completamente al buio protetta dalle fronde di due grandi alberi pensando di essere più riparata lì sotto e vi si sedette sopra lasciandosi scappare uno sbuffo.
-Maledetto vento.- Ringhiò passandosi le mani sulle cosce cercando di riscaldarle.
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Always a bit.
FanfictionMonnalise è sempre un po' con la testa fra le nuvole, sempre un po' scazzata con il mondo, sempre un po' sorridente e sempre con un po' troppa tempera fra le dita. Calum è sempre un po' assente, sempre un po' lunatico, sempre un po' pericoloso e sem...