Ero via per più di due anni da questa città, e mi era mancata. Mi erano mancati i miei squilibrati amici che ho lasciato divertirsi in quella dannata festa che mi hanno trascinata appena venuta. Avevo deciso insieme a mio padre e mio fratello di finire i due anni rimasti del liceo a Canada, da sua sorella, nonché mia zia. Adesso sono venuta per iniziare qua dove ho sempre vissuto l'Università. È stato una esperienza nuova, fantastica ma ahimè mi mancava ogni giorno Londra.
Mi mancava la pioggia, i giorni nuvolosi, il mio gruppo di amici, papà e Edd.
E un po anche lui, un po troppo.
Lui che oggi c'era, lui che con un cenno del capo e un povero "Hey." mi ha salutata. Lui che mai si è accorto di me. Mai in questi anni che io l'ho fatto di nascosto e ho sofferto in silenzio per il suo menefreghismo. Mi piace da quando ho memoria, da quando dei sentimenti io non ne sapevo nulla.È a lui che ho lasciato in quel locale con delle ragazze attorno, a lui che non gli ho tolto gli occhi di dosso per tutta la sera, che penso adesso mentre ritorno a casa in questa strada vuota alle tre di notte. Adesso, che percepisco dei passi dietro di me, adesso che sento la paura scivolare su tutto il mio corpo e fare sì che io inizi a correre non a camminare con di sicuro dietro una persona che mi sta seguendo. Ho il cuore pronto a smettere di battere per la paura forte che sto sentendo fin sotto la pelle, e comunque continuo a andare più veloce senza riuscire a girare la testa neanche una volta per vedere chi è, se davvero c'è. Ma c'è. Lo sento, ogni passo più vicino.
Finché le gambe mi mollano, troppo tremanti per continuare a lottare, a vincere questa patetica gara di chi cammina più veloce e mi lasciano prendere dalle mani forti, ruvide, -viscide già dal suo tocco- di un ragazzo tutto tatuato, tutto sudato, tutto schifoso.
Afferra il mio braccio e mi alza con un movimento poco gentile in piedi mentre io sono paralizzata, resto ferma senza emettere nessun suono.
Sarò violentata nel cuore della notte, così vicina a mio padre che non potrà venire a salvarmi da questo essere spaventoso. Vicino al mio quartiere, potrei urlare, magari qualche vicino mi sentirebbe se solo avessi possibilità di aprir bocca o di pensare a qualunque cosa che non sia la sua presa ferrea e possessiva su di me.Stringe ancora di più finché sento le unghie conficcare nella pelle. Brucia e solo adesso riesco a far uscire fuori un lamento accompagnato dalle lacrime pesanti di paura sbattere sulle mie guance. «Mora, quanta fretta, dove stavi andando?» fa un sorriso di scherno che mi da il voltastomaco e cresce la mia agitazione. Il suo sguardo gelido puntato nel mio volto con una tale intensità come se volesse spezzarmi e io non posso far altro che stare ferma e non lasciarmi prendere dal panico anche se ho una paura folle che non mi lascia pronunciare nessuna parola.
«Bella e muta. Perfetto.» ridacchia e allontana la mano dal mio braccio mentre continua a fissarmi ma un fischio lo fa togliere quei occhi che mi fanno venire la pelle d'oca per spostarli dietro la mia schiena che d'improvviso si scontra col petto di una persona. Cerco di allontanarmi più allarmata e spaventa di prima però una mano preme forte sul mio stomaco.
Non mi toccate! Sto soffocando, perché nessuno mi aiuta?
"Che sta succedendo qui?" Michael.Il mio corpo si rilassa, riprendo a fiatare. Che ci fa qui?
Il tizio di prima lo guarda con sufficienza, senza timore gli risponde, "Chi diavolo saresti tu che vieni a rompere il cazzo?"
Sussulto, lui preme ancora più forte sul mio corpo la mano prima di lasciarlo e avanzare verso di lui, "Vuoi venire a fare il duro qui, nel mio quartiere, con la mia donna?"
sussurra scandendo ogni parola con una finta tranquillità e una nota di arroganza nella voce.La mia donna?
Dio, lo so perché lo sta dicendo però non posso fermare il mio cuore che rischia di uscire dal petto per correre da lui.
"Non è colpa mia se lasci la tua donna da sola di notte a cercare di sedurre gli altri uomini come una puttana." lo provoca quel figlio di puttana dando la colpa a me.
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BRUSKO
ChickLit"Vuoi venire a fare il duro qui nel mio quartiere, con la mia donna?" •Lui era così.