Il Coraggio di dire Addio

Kim Taehyung

Mi chiamo Beth e questa è la storia di come, grazie a Kim Taehyung, ho iniziato a vivere.

Sapete, non pensavo si potesse amare talmente tanto qualcosa o qualcuno, ma un ragazzo di nome Kim Taehyung mi ha fatto ricredere e, cosa più speciale, è il modo in cui l'ha fatto. È bastato un semplice giorno d'estate, della sabbia e un libro. Pochi ingredienti che però hanno fatto della mia vita una storia epica.
Mi trovavo seduta sulla spiaggia bianca davanti alla mia casa estiva e stavo leggendo un romanzo d'amore.
"Cavolo, quanto lo ama, quello che sta facendo per convincerlo a continuare a vivere è impossibile: deve proprio amare la vita, questa ragazza".

E tu, Kim Taehyung, sei proprio così. Hai sempre amato la vita più di qualsiasi altra cosa, è questo ciò che più ho amato di te, ed è proprio grazie a quel tuo solo essere te stesso che ho imparato a farlo anche io.

Ero completamente immersa nella lettura, come sempre. Leggevo quante più storie potevo, vivevo quante più vite potevo, ma non erano la mia. Io mi limitavo a vivere nelle vite dei personaggi, a volte inventati, a volte reali, e della mia stavo solo sprecando ogni briciola, sempre di più. La mia non era vita: era solo provare le emozioni di qualcun altro, e così credevo di imparare a vivere o ad amare. Credevo di sapere tutto sull'amore, ma mi sbagliavo, credevo che quando avrei trovato il mio grande amore sarei stata pronta e avrei saputo tutto sull'argomento solo perché avevo letto tante di quelle storie al riguardo, ma mi sbagliavo di grosso. E questo l'ho capito grazie a te, Kim Taehyung.

Quella mattina avevo deciso di spendere la mia giornata a divagarmi sotto i potenti raggi del sole. Mi piaceva l'estate, era forse la mia stagione preferita: tutta quella luce, quel tepore, addormentarsi cullata dal sole, il mare, adoravo tutto ciò, solo che non lo vivevo. Era come se stessi guardando un quadro, o una foto: potevo vedere e immaginare lo splendore che portava, ma non lo potevo sentire. Una leggera e frizzante brezza marina svolazzava nell'aria giocando con gli altri odori, combinando così un profumo irresistibilmente fresco da alleggerire la mente. Ero decisa a trascorrere la mia giornata così, ma tu, Kim Taehyung, hai stravolto i miei piani come hai stravolto la mia vita, e di questo ti sono infinitamente grata.
Intenta a leggere un altro capitolo di quel meraviglioso libro, osservando attentamente l'inchiostro stampato sulla carta giallognola, improvvisamente dei piccoli granelli di sabbia provenienti da sopra la mia testa si riversarono sulle pagine impedendomi così di continuare a vivere quella splendida storia.

–– Che fai? –– domandò una voce alle mie spalle. Era una voce bellissima, incantatrice. Era profonda e armoniosa, equilibrata, rassicurante, ma con un tono quasi bambinesco. Mi girai curiosa di sapere chi ne fosse il proprietario, guardai in alto, ma la mia fotofobia mi permise di intravedere solo una sagoma scura. Determinata a svelare il mistero che si celava dietro quella melodia che avevo sentito, mi alzai velocemente in piedi. Mano a mano che il mio sguardo arrivava all'altezza di quella figura, l'immagine si faceva più nitida. Nel momento in cui misi a fuoco il volto, il mio cuore perse un battito. Caspita. Pensai. Non avevo mai visto qualcosa di più bello in tutta la mia vita. Sembrava un dipinto, il disegno di un personaggio di un anime: perfetto. Un volto dai lineamenti angelici si stagliava in primo piano davanti a me. Due grandi occhi marroni e leggermente a mandorla spiccavano per la dolcezza della fisionomia.

Ho sempre adorato i tuoi occhi, sono capaci di parlare da soli, rivelando ogni emozione. Così riuscivo a capirti: quello che ho sempre saputo fare meglio, una delle più belle esperienze della mia vita, che ha riempito il vuoto che avevo dentro. Quegli occhi sono sempre stati il più bel libro che avessi mai potuto desiderare, quello che leggevo per addormentarmi, o per trovare certezza, quello nel quale mi rifugiavo quando avevo paura, o che mi consolava quando ero triste.

I capelli spettinati color argento gli ricadevano sulla fronte alla perfezione, sembravano fatti appositamente per stare lì, erano la cornice di quel dipinto che era il suo viso.