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Mi rigiro nel letto quando sento il suono della cosa più orribile che l'essere umano potesse inventare: la sveglia.
La spengo e dopo aver preso coraggio con un respiro profondo mi alzo dal letto per affrontare un'altra giornata monotona della mia vita.
Mi avvicino al cassetto per scegliere i vestiti da indossare, decido di mettere una maglia nera lunga e larga a maniche lunghe, ed un leggins nero.
Si adoro il colore nero, ma non perché io sia depressa o altro, semplicemente mi piace quel colore, ma ovviamente in questa società dove ormai si giudica dall'apparenza se metti vestiti di quel colore vieni etichettata come "la depressa", ma nonostante ciò non mi lascio influenzare dalle opinioni delle persone poiché non mi importano. Inoltre, la maggior parte delle volte, mi piace indossare felpe larghe perché mi fanno sentire più sicura ed a mio agio.
Mi dirigo in bagno e mi vesto tra uno sbadiglio e l'altro. Mi lavo la faccia e dopodiché inizio a truccarmi, metto un pò di correttore agli occhi, visto che intorno ad essi ho delle leggere occhiaie nere ereditate da mio padre, quindi se non lo mettessi probabilmente sembrerei un panda, dato che ho anche il viso di un colorito bianco chiaro, e perciò applico un pò di fard con il pennello. Dopodiché cerco di fare una linea diritta sull'occhio ed infine maschara. Sembra molto ma in realtà è un trucco leggero, sinceramente non mi piace esagerare, poiché sono una ragazza semplice.
Una volta finito spazzolo i miei lunghi capelli lisci ed esco dal bagno.
Prendo lo zaino ed esco dalla mia camera, attraverso il corridoio dell'appartamento, e mi reco in cucina dove c'è mia madre che sta preparando il caffè 《Buongiorno!》afferma dopo aver notato che sono entrata, ricambio il saluto e mi siedo al tavolo per fare colazione.

Una volta terminato esco di casa per raggiungere l'autobus, entro e mi siedo tra i primi posti dove non c'è nessuno, visto che si siedono tutti in fondo per fare confusione. Metto lo zaino sull'altro sedile per evitare che qualcun'altro si sieda accanto a me, metto le cuffie nelle orecchie e faccio partire la canzone "What I've done" dei Linkin Park, una delle mie band preferite.
Quando l'autobus si ferma scendiamo tutti e raggiungiamo l'ingresso della scuola. Mi avvicino al mio armadietto per prendere il necessario per la lezione ricordandomi che alla prima ora ho matematica, una delle materie che odio e non capisco, giuro capirei piu' in fretta il giapponese pittosto che la matematica. Sbuffando mi dirigo in classe ma ad un tratto vengo fermata da qualcuno 《Buongiono Signorina Steward!!》afferma la professoressa di letteratura accogliendomi con un sorriso a 32 denti, ma come diavolo fa ad essere così allegra di lunedì mattina? io davvero non ne ho idea! ricambio il saluto e faccio per andarmene ma lei mi ferma di nuovo《Aspetta!! possiamo parlare un'attimo?》mi chiede sperando che io dica si. So già cosa vuole dirmi poiché me lo ripete da quando è iniziato quest'anno e credo che non si arrenderà finché non le darò ascolto, però perde tempo. 《Proprio ora prof? Sa devo andare in classe e non posso..》rispondo fingendomi un'alunna modello che non vuole arrivare in ritardo in classe《Ma non è ancora suonata la campanella, abbiamo un pò tempo》insiste 《e va bene》la accontento alzando gli occhi al cielo.
《Ascoltami io noto sempre la situazione in classe, e questa cosa mi rattrista molto lo sai...quindi perché non provi ad interagire un pò con gli altri? sono sicura che se ci provi loro ne saranno molto felici!!》mi dice per la 300 volta. Ma cosa le fa credere che gli altri saranno felici del fatto che io parli con loro? e poi sinceramente non voglio! Perchè dovrei circondarmi di gente che fingono solo per poi andarsene? a me non importa di loro e a loro non importa di me siamo pari, ma ovviamente non posso risponderle con  queste parole poiché dopo mi romperebbe le palle ancora di più e allora con il sorriso più falso che abbiamo mai fatto rispondo 《Ha ragione prof, le prometto che ce la metterò tutta》
soddisfatta della mia risposta afferma 《Bravissima, sono sicura che puoi riuscirci!!》conclude il suo discorso inutile e se ne va lasciandomi finalmente sola.
Entro in classe e siedo al posto seguendo la lezione.
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Sento la campanella della ricreazione suonare e tiro un sospiro di sollievo, finalmente si mangia!!
Mi alzo portando con me la cartella e i libri che dovrò posare nell'armadietto, mentre cammino qualcuno sbatte contro di me facendoli cadere《 Uh perdonami non ti avevo visto》
《Ma che cazzo, sta più attenta!》mi innervosisco perché so che l'ha fatto apposta, la conosco.
《Ah ma allora parli?》 risponde e ride della cosa che ha appena detto con le sue amiche.
《Stronza》affermo, ma non mi sente poiché è già uscita seguita da loro.

In quel momento ripenso alle parole della  Professoressa e mi convinco sempre di più che ciò che mi ha detto non ha alcun senso. Io sto meglio così e lei se ne farà una ragione.

Esco all'aria aperta e mi siedo sotto ad un'albero, prendo le mie amate cuffie e il pranzo, guardo il giardino della scuola e mi perdo tra le parole della canzone "Numb" dei Linkin park, noto che è veramente una bella giornata oggi, non fa molto freddo anche se è ottobre,ho sempre adorato le giornate di questo tipo, poichè sento il vento freddo che mi arriva sul viso ma allo stesso tempo il sole che riscalda il mio corpo, è tutto un miscuglio di confusione , come me del resto. Mentre sono persa tra i pensieri improvvisamente la canzone si interrompe, giuro una delle cose che odio di più è quando sono costretta ad interrompere una canzone, è come se uscissi da un mondo tutto mio e fossi costretta a tornare alla realtà. Ma in questo caso non sono stata io e non capisco come mai si sia fermata...

Paura d'amartiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora