capitolo 1

13 0 0
                                    

《Mamma non hai una valigia più grande?》urlai esasperata a mia madre.
《No tesoro, ne avevamo tre grandi e le hai prese tutte quante tu per metterti i vestiti, ora è rimasta solo quella più piccola》disse con voce impastata dal sonno. Giustamente erano le cinque del mattino, e le persone normali a quest'ora dormono beatamente nel proprio letto, al caldo, sotto le coperte, a fare bei sogni... insomma ho reso l'idea. Poi c'ero io, alle cinque  del mattino che stavo preparando le valigie perché tra meno di un'ora e mezzo dovevo prendere l'aereo per Londra. Si si, so cosa state pensando... Ma la risposta è che semplicemente non avevo voglia di preparare le valigie qualche giorno prima, sono una ragazza pigra okay?
《 Mamma》dissi con un tono leggermente irritato 《Le mie borse sono troppe, non entrano tutte e ne restano tre fuori》.
《Tiffany》ribattè lei con un tono ancora più irritato del mio, d'altronde non potevo di certo darle torto 《restale qui quelle tre dannate borse, non succede niente, non ti cambia la vita!!》stava scherzando vero? Come poteva minimamente pensare che io avessi lasciato qui le mie amiche borse, a costo di portarle in mano, ma sarebbero dovute venire a Londra con me.
Lanciai un grido di frustazione, per poi sedermi sul letto per prendermi un po' di tregua, con le braccia sulle ginocchia e la testa tra le mani.
Rimuginai un po su tutto ciò che stavo per lasciare, e si... non vedevo l'ora di trasferirmi, di cambiare aria, stile di vita... Volevo ricominciare tutto da zero.
Mi venne una fitta allo stomaco a pensare a tutto l'inferno che avevo passato negli ultimi cinque anni, così mi alzai dal letto con un sorriso trionfante perché sapevo che questo avrebbe stravolto la mia vita, e sarebbe stata come una rivincita che io mi sarei presa nei confronti del passato... in fondo me lo meritavo.
Nel frattempo si erano fatte le 05:45 e alle 06:30 avevo l'aereo per Londra, così andai in bagno e mi feci una lunga doccia  calda e mi vestii. Avevo scelto di indossare un abbigliamento comodo per stare 2h e 45 in aereo e arrivare poi ai dormitori del college. Indossai un semplice leggings nero, una felpa corta grigia con scritta rossa e le mie adorate Nike bianche. Presi i miei lunghi capelli biondi che andavano oltre il fondoschiena e li raccolse in una coda di cavallo.
 Si erano fatte le 06:10 e vidi mia madre sull'uscio della porta che mi guardava con aria pensierosa. 《Perché mi guardi così mamma? Non sto partendo mica per andare in guerra!》dissi per sdrammatizzare la cosa, ma in realtà dispiaceva molto anche a me. Io e la mamma siamo molto unite, anzi è meglio dire che siamo un'unica persona, lei sa tutto di me.
Invece il rapporto con mio padre è molto diverso, lui e la mamma si sono separati sei anni fa, e si trasferì a Milano con mio fratello. Da allora ci sentiamo si e no una volta a settimana, invece con mio fratello, Alessio, mi ci sento sempre su whatsapp o facciamo le videochiamate su Skype.
Mi ripresi dal mio stato di trance quando sentii le braccia di qualcuno che mi strinsero fortissimo, era la mamma.
《Dai mamma non fare così che mi fai partire male》dissi con una punta di tenerezza e tristezza 《va bene tesoro, dai》si asciugò una lacrima che le bagnò il volto 《andiamo, se no l'aereo parte e noi siamo ancora qui.》. Prese le chiavi della macchina e due mie valigie e scese.
Diedi un'ultima occhiata alla casa prima di chiudermi la porta alle spalle e scesi anch'io con altre due mie valigie, le tre borse che non entrarono su una spalla e sull'altra avevo uno zainetto con due panini e l'acqua.
Arrivai giù al portone con un po di fatica, caricai tutto nel cofano e partimmo.
Arrivai appena in tempo, misi tutte le valigie sul rullo che le trasporta all'interno dell'aereo e mi sedetti nell'aero. Vidi la mamma dall'oblò e nonostante si sforzasse di sorridere, io lo notai che era molto giù di morale.
La voce dell'alto parlante mi risuonò nell'orecchio e mi misi la cinta aspettando così la partenza.
Salutai mia madre fino a quando l'aereo salì troppo in alto e io non riuscii più a vederla. Mi misi le cuffie e dopo dieci minuti mi addormentai sulle note di perfect di Ed Sheeran.
Mi sveglia proprio quando l'aereo atterrò e stordita ancora dal sonno dovetti scendere da quell'aereo.
Qui erano le 08:15, mentre in Italia ora erano le 09:15.
Arrivai sul rullo trasportatore e mi presi tutte le quattro valigie, e con poca classe le portai fino alla fermata dei taxi.
Dopo ben dieci minuti ne vidi finalmente uno,  pensai ad un miraggio in realtà, salii sul taxi e gli diedi tutte le indicazioni per arrivare ai dormitori.
Facemmo mezz'ora di tragitto e poi finalmente arrivammo a destinazione.
Fu molto gentile ad aiutarmi con i bagagli, che da sola non sarei mai riuscita a salire, gli diedi i soldi e si congedò con un saluto.
La stanza era la numero 29b, e tra la folla di ragazze riuscii a vederla. Sfila la chiave dalla tasca sinistra dello zainetto ed entrai.
Rimasi estasiata dalla grandezza della camera.
C'erano tre posti letto, di cui quello di destra e di sinistra erano occupati da alcuni borsoni, segno che le mie coinquiline erano già arrivate. Le pareti erano tutte rosa. Sulla parete destra c'erano tre armadi e a sinistra c'era una piccola porta che accedeva al bagno.
Buttai tutto a terra e mi sdraiai sul letto di centro, e proprio in questo momento che definirei poco femminile, entrarono due ragazze abbastanza alte quanto me, una aveva una chioma riccia che arrivava a metà spalle e l'altra aveva i capelli rossi lunghi quanto i miei con la frangetta.
Io e le ragazze ci guardammo per qualche frazione di secondi e poi scoppiammo in una fragorosa risata.
《Piacere io sono Lory》 disse la riccia con enfasi 《io invece mi chiamo Margot》disse con altrettanto enfasi la rossa.
Io esitai e poi risposi 《ciao ragazze, io sono Tiffany》.
Chiacchierammo per un bel po' e scoprii che Lory era di Londra, mentre Margot veniva da Parigi.

Ricomincio da QUIDove le storie prendono vita. Scoprilo ora