La mia vita era tutto fuorché perfetta,avevo tutto ciò che una ragazza potesse desiderare: vestiti alla moda,una villa gigante,tanti soldi,tanti libri,popolarità,feste,un ragazzo impeccabile,insomma avevo tutto ma il problema di questo tutto era che non avevo niente. I miei genitori sono entrambi avvocati,lavoro a tempo pieno che non gli permette di passare del tempo con me,figlia unica perciò nessun fratello o sorella con cui parlare,una migliore amica falsa che fa da amante al mio ragazzo e un migliore amico che non esiste.
Avevo tanti motivi prima di compiere il mio diciassettesimo compleanno per restare in una città così "bella" come Orlando ma poi ho visto la mia vita sgretolarsi in mille pezzi e così la dolce voglia di scappare una volta per tutte da questa vita ha avuto la meglio su di me.
Mi chiamo Aria,ho diciassette anni e questa era la mia vita un tempo.
Mi svegliavo tutte le mattine con una voglia matta di tornare a letto,mi lavavo,facevo colazione,salutavo i miei genitori e mi avviavo verso la Maserati di Jack,il mio ragazzo. Lo salutavo e dopo un "buongiorno-come stai?-sei pronta?" finalmente partivamo alla volta della scuola,non ho mai amato la scuola o meglio non ho mai amato la mia di scuola; davanti hai miei occhi azzurri si estendeva un edificio grigio che mi ricordava tanto un carcere,le finestre del medesimo colore solo un po' più scuro avevano un'aria assai inquietante che ti faceva venire voglia di scappare a più non posso,per fortuna era la fine del penultimo anno di questa tortura e poi non avrei più rimesso piede in questa scuola o meglio,il penultimo anno di liceo per i miei "amici" io programmavo la mia evasione da quel mondo così cupo da ormai troppo tempo e il piano era stato cambiato e perfezionato nei minimi dettagli che ormai era perfetto. Giorno,ora,posto in cui andare,cibo,bevande,vestiti era tutto perfettamente pianificato. Il giorno dei miei diciassette anni i miei genitori avrebbero trovato un biglietto sul letto della propria figlia con su scritto "grazie per gli auguri,tornerò,forse" non sarà certo il biglietto d'addio più romantico del mondo ma d'altra parte io non sono romantica.
Per farvi un quadro più dettagliato di me vi racconterò un po' di cose: mi chiamo Aria,nome davvero originale dovrei dire ma ovviamente è stato scelto per un motivo ben precisato. Sembra che il mondo si sia fatto beffe di me o che abbia preso troppo seriamente il mio nome,Aria e infatti il nome femminile italiano di Ario che deriva dal greco "areios" che è Ares il Dio della guerra. Apro una piccola parentesi,io NON sono una guerriera,non sono forte e non riesco a far nulla; ma la vita ha deciso di rendermi tale e di allenarmi a diventarlo così combatto con la mancanza d'affetto e la paura di deludere tutti da tanti anni. Non sono molto alta 1,70 e ho i capelli scurissimi con gli occhi azzurri. Da piccola,la prima volta che lessi Percy Jackson mi innamorai del personaggio di Talia Grace,figlia di Zeus perché è il personaggio che più mi si avvicina,continuo ancora a sperare che un giorno un satiro qualunque mi porti via con se dicendomi "tu sei una semidea cara mia" e mi porti al campo mezzosangue,ma ovviamente tutto questo resta solo un sogno. Sin da piccola le maestre o i miei genitori hanno sminuito ogni esempio di mondo magico,Harry Potter no,Percy Jackson no...e crescendo con questi no ho imparato che gli adulti sono chiusi e che vedono la realtà il modo troppo reale,non so se mi spiego... così ho iniziato ad avere come idoli persone come Pascoli e Pirandello poeti decadenti che vedevano il mondo a modo loro.
Comunque tornando alla mia vita a scuola,quella mattina ero entrata in classe con Jack e mi ero andata a sedere al mio solito posto,l'orologio vicino alla lavagna segnava le 8:10 ciò significava che la classe si sarebbe riempita da lì a poco tempo. Tirai fuori il libro di letteratura e iniziai a salutare tutti quelli che entravano I classe e che appena mi vedevano dicevano -EHI ARIA- -CIAO BELLA- oppure -COME VA A?- odiavo il soprannome A! Mi sembrava di stare in pretty little liars e io non volevo di certo essere A!
Dopo due minuti dall'ingresso della professoressa entrò la mia "migliore amica" in minigonna di jeans e un top con i colori della nostra scuola,passò affianco al banco del mio ragazzo e mi sporsi per sentire cosa si dicevano quei due stronzi «buongiorno splendore» disse Jack
«buongiorno Jackuccio» mi morsi con forza l'interno guancia per non ridere per quel soprannome così patetico e aspettai che la mia "migliore amica" si sedesse al suo posto vicino a me «buongiorno tesoro,come va?»
«buongiorno Hazel,tutto bene te?»
«tutto magnifico,che giornata stupenda!»
«come mai così felice Halz?»
«tra due giorni è il tuo compleanno! Diciassette anni sono importanti,è sicuramente un evento da festeggiare!»
feci il sorriso più falso e credibile del mio repertorio
«oh sarà una festa stupenda!» soprattuto per il fatto che dovrete cercare la festeggiata,pensai ma non lo dissi «certo A!»
la prof inizio a spiegare e io presi più appunti possibili anche se la scuola per me sarebbe finita tra due giorni volevo che i miei ricevessero la mia pagella con i voti più alti del solito. Passai alla lezione successiva,scienze e dopo andai ad astronomia. Non mi fermai a pranzare alla mensa scolastica,corsi subito a casa e mangiai un boccone li. Dopo aver mangiato andai in camera mia a studiare e dopo quattro ore di studio scesi sotto per andare nella sala cinema a vedere qualche film.
Scelsi un film a caso senza dargli troppa importanza e quando partì io alzai il volume al massimo per poi scoppiare in un pianto senza fine,li non mi avrebbero vista o sentita e se fosse entrato qualcuno avrei detto che piangevo per il film. Passarono ore e dopo aver cambiato ben tre film andai a farmi un bagno caldo,era il 27 maggio e il 29 sarebbe stato il mio compleanno,mancava così poco! Mi sarei lasciata alle spalle tutto e non vedevo l'ora.
Dopo aver fatto il bagno e aver letto per almeno quattro ore finendo un intero libro andai di sotto con la speranza di vedere i miei genitori,chiedi ad Anne se li aveva vesti e lei mi rispose che sarebbero rincasati da lì a poco e di andarmi a preparare perché ci attendevano ad una delle solite cene di lavoro. Andai a cambiarmi e scelsi un semplice vestito azzurro che con il colore dei miei occhi stava bene e inoltre era il vestito che ai miei piaceva più di tutti,misi delle scarpe con il tacco sempre azzurre e feci una lieve linea di eye-liner con un rossetto color carne. Scesi di sotto e ci trovai i miei genitori vestiti tutti eleganti che mi accolsero con un sorriso e un "come sei bella con questo vestito" niente di più. Sali in macchina e salutai Alfred il nostro autista che mi salutò con un sorriso e mise in moto,odiamo stare in macchina con i miei genitori era come una tortura dato che la tensione si tagliava con il coltello ma non dissi nulla e mi misi a guardare fuori dal finestrino. Orlando era bella ma non possedeva nulla di speciale,persone asociali,case normali,alberi normali,fiori normali tutto normale.
Ma mancavano pochi giorni di sopportazione e poi mi sarei lasciata alle spalle Orlando e le sue persone. Arrivati al ristorante dove si teneva la cena ci andammo a sedere con il signore James e la signora James che avevano una figlia piccola viziata che mi stava antipatica di nome Lauren,salutai tutti con educazione e mi sedetti al tavolo difronte alla piccola viziatella Lauren che mi mostro i denti in un "sorriso" che suonava come un -non parlarmi o ti uccido brutta serpe- che odio!
Stetti zitta per tutta la durata della cena e appena arrivata a casa diedi la buonanotte ai miei genitori per poi salire in camera mia,togliermi i tacchi,il vestito,il trucco e mettermi il pigiama. Infilai nello zaino con tutto l'occorrente per scappare l eye-liner e il rossetto color carne e rimisi lo zaino in fondo all'armadio. Meno un giorno mi dissi dato che era già mezzanotte e con quel pensiero mi addormentai,domani avrei dovuto lasciare Jack.
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Calpestata
FanfictionAria decide di lasciarsi alle spalle il mondo in cui vive per scappare via perché i genitori non le davano amore. Dove andrà Aria? Chi incontrerà? Tornerà mai?