Incontro-Scontro

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Anno 2007
GINEVRA POV

Tic-Tac.
L'orologio ne scocca un altro passato, siamo a cinque minuti ora.
Esattamente 300 secondi ancora di attesa. Cavolo che noia!
Ed io che pensavo alla middle school come una figata. Devo ammettere che mi sono ricreduta già dopo la prima settimana, soprattutto dopo aver visto che elementi girano nei corridoi.
PER LA MISERIA! Io ancora gioco con Barbie e Ken.
Ma meglio tralasciare la parte noiosa di questo girone dell'inferno, piuttosto badiamo al paradiso.
Non che ci sia davvero qualcosa considerato tale, ciò a cui mi riferisco è semplicemente l'unico aspetto positivo presente in questa commedia.
Davis Miller. Mio cugino.
La sola persona su cui posso veramente contare.
Anche se inizialmente la sua presenza fuori scuola non mi entusiasmava molto, poiché la maggior parte delle ragazze gli sbava dietro. Di conseguenza puntavano me come tramite, per riuscire ad accaparrarselo.
Inutile dire quanti sforzi vani hanno fatto.
All'improvviso i miei pensieri vengono interrotti da quel suono melodioso della campanella, accompagnato da vari gridi euforici dei miei compagni.
Caspita, a fine anno dovrò fare un salto dall'otorino!
Mi avvio velocemente all'uscita, senza dar retta a chiunque provi a rivolgermi parola, ma Davis mi sta aspettando per tornare a casa e inoltre non ho alcuna intenzione di soffermarmi in chiacchiere inutili.
Vedo mio cugino poco dopo, intento a conversare con le solite ochette intorno, mi viene spontaneo alzare gli occhi al cielo esasperata.
Suvvia, un po' di contegno ragazze!!
Appena incrocia il mio sguardo gli faccio subito intendere di vederci all'angolo della strada, al fine di evitare quel gregge di pecore.
Che poi io mi chiedo, come possono mai preferire il trucco ad un'ora in più di beato sonno? Davvero strane.
O forse... semplicemente sono strana io. Infatti alla qui presente, viene persino lo sconforto passare da un pigiamone extra-large a quegli odiosi skinny jeans.

Allontano i miei pensieri appena noto Davis venirmi incontro tutto soddisfatto, con la sua classica andatura da 'lo so che sono figo, baby'.

"-Davis, che cavolo. Togli subito quella stupida espressione dal viso. E MUOVITI che ho fame!-"
Sbotto alquanto irritata.
Alle mie parole, il suo volto subisce una totale mutazione, con tanto di occhi, da prima divertiti, ora confusi.

"-Dai Ninny, non guardarmi così. Lo sai che sei l'unica per me.-"
Mi sfida, ripresosi subito, con il suo classico sorrisetto e parlando con tono quasi da presa in giro.
Appena le sue parole mi giungono alle orecchie, non riesco a fare a meno di guardarlo male.

"-Ma che cavolo, sono tua cugina!
Piuttosto te lo ripeto per l'ultima volta, MUOVITI!-"
Gli urlo addosso, con tutta la mia innata pazienza.
Lo sento borbottare teatralmente nascondendo un sorriso sotto i baffi, per poi cominciare ad avviarsi verso casa con me dietro.
Dopo qualche passo in assoluto silenzio, cominciamo a conversare normalmente sulla mattinata appena trascorsa, sulle varie attività extra e quant'altro, non prestando minimamente attenzione a ciò che ci circonda e tantomeno ad un passante che ci viene incontro.
Del tutto spensierata, prendo coscienza troppo tardi di ciò che sta per accadere, finché il mio sedere non si ritrova rovinosamente per aria e i miei occhi sotto shock fissano un Davis rincorrere e urlare contro lo sconosciuto di poco fa, con il mio zaino in mano.

SCONOSCIUTO POV

Cazzo!
Maledetto Alfred, poteva benissimo avvisare della sua assenza a pranzo.
Raramente è capitato che mi lasciasse in queste condizioni:
Affamato e senza un dollaro in tasca, a gironzolare per la strada come il peggiore dei barboni.
Ormai da 5 anni la mia vita è un totale casino, nessuna certezza, nessun posto fisso, niente di niente eppure ci vivo quasi bene, tanto che a volte mi domando se riuscirò mai, alla fine di tutto, a riprendere le vecchie abitudini di una vita normale.
Certo all'inizio ho trovato non poche difficoltà nell'adattarmi e nel non pensare alle mille proiezioni che mi si formavano in mente, il seguito fu anche peggio.
Avevo solo dodici anni.
Fortuna volle che ci fosse Alfred con me, altrimenti non immagino proprio che fine avrei fatto. Grazie a lui non solo vivo, per quanto possibile sto anche bene.

'Eh no! Grandissima testa di cazzo ti ricordo che sei senza un soldo, senza un tetto e soprattutto con lo stomaco vuoto da ieri, quindi la parola esatta è STAVI BENE!'
Eh? Questa ora da dove sbuca?
Oh ma taci coscienza di merda!
Sono sicuro che un modo, prima di svenire per la fame, riuscirò a trovarlo.
Mi guardo intorno alla ricerca di non so cosa, magari qualche passante bendisposto ma oltre a qualche macchina o scuolabus in strada non noto nessun movimento. Potrei ricorrere alle vecchie abitudini, ordinando il pranzo in qualche locale e poi svignarmela, anche se Alfred è stato chiaro sull'argomento.
'Ragazzo, un'altra delle tue cazzate e ti riempio di calci in culo!'
Merda, pensando al suo tono rabbrividisco tuttora.

Svolto l'angolo ancora non convinto sul da farsi, ma una cosa è certa: non rimarrò a stomaco vuoto fino a stasera.
Immerso nei miei pensieri, mi accorgo solo poco dopo di due ragazzini, impegnati a chiacchierare tra loro, che mi vengono incontro. Noto con piacere la piccola taglia della bimbetta, con lo zainetto posto su una sola spalla e senza pensarci due volte decido di fare l'impensabile.
A passo svelto le vado contro di proposito facendola barcollare, e nel suo momento di smarrimento colgo l'occasione di sfilarle lo zaino per poi iniziare a correre.
Cazzo, cazzo, cazzo.
Corri fottuto idiota!
Ho l'adrenalina a mille, fortuna che non ci sta nessuno nei dintorni.

-"Dove cazzo credi di andare, bastardo!
Se ti prendo..."
Fanculo!
Ci mancava solo che quello stupido ragazzino mi seguisse, ero talmente su di giri da non accorgermene.
Ma aspetta, ha davvero osato chiamarmi bastardo?
Ora vediamo quanto fegato hai, idiota!
Mi volto di scatto nella sua direzione, lanciando lo zaino a lato della strada, inutile dire che sono una furia.
Non gli do neanche il tempo di raggiungermi che mi lancio su di lui, afferrandolo dal collo della t-shirt e sbattendolo contro il muro.
Lo vedo agitarsi appena, con occhi sgranati dalla paura. Devo ammetterlo mi fa un po' pena, ma nessuno osa rivolgersi così a me. NESSUNO!
Mi accingo a fare la finta di un pugno, semplicemente per farlo cagare un po' sotto, in realtà ho solo intenzione di chiarire bene il concetto a voce. Ma una leggera spinta e un delicato sussurro mi distolgono dal mio intento.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Apr 23, 2019 ⏰

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