"..."
"..."
"Ehy, dico a te!"
"Sì, proprio a te che ora stai leggendo queste righe."
"Oh, andiamo. Ora non penserai mica di premere il comando Chiudi della tua schermata?"
"Voglio dire... non sarebbe estremamente egoistico da parte tua chiudere la pagina così, dopo averla aperta?"
"Hai la minima idea di quanta cura può esserci anche dietro una cosa banale come questa?"
"Oh, scusa... sto divagando."
"In fondo non è questo ciò che tu vuoi leggere, vero?
"Va bene, allora. Dammi la mano. Lascia che sia io a condurti..."
"Lascia che sia io a dirlo per te..."
-BENVENUTO NEL CLUB DI LETTERATURA-
-Yuri-
La scuola giapponese sa essere davvero una tortura. Sono certa che tu sia abituato a fiondarti fuori da scuola non appena la campana suona la fine dell'ultima ora, ma qui non funziona così. Gli studenti devono fermarsi dopo la fine delle lezioni e, vista l'assenza di quella figura che voi chiamate "il bidello", siamo noi alunni a mettere a posto le aule, pulirle, riordinare i banchi ecc...Poi ci sono delle attività ancora più extra-scolastiche, sono sicura che tu ne sia al corrente: sono quelle attività svolte in quei luoghi che, anche voi, chiamate club. Secondo il sistema giapponese la socializzazione è la base di tutto per raggiungere il successo, soprattutto quello in ambito lavorativo. Per questo esistono i club scolastici! Ma... per un'asociale come me anche un club scolastico può diventare una tortura...Forzare qualcuno a diventare parte integrante di una comunità, come fosse una pecora intrappolata nella cerchia di un branco di lupi e da essi divorata.Può esistere davvero qualcosa di così diabolico come una società simile? Se non sei capace di interagire con gli altri, se non sai come rapportarti con gli altri... ha senso attenuarsi a un comportamento così quotidiano? Voglio dire... Se la realtà non rispecchia quello che è il tuo vero carattere, allora perché adeguarsi a quella realtà? Non è più facile rifugiarsi da qualche parte? Facendo qualcosa di insospettabilmente normale? Ad esempio, leggere un bel libro. Un mix di fantasy e horror potrebbe andare bene. Ad esempio c'è questo libro...
"Ehy?"
"Ah... Mmmmhhh..."C'è questo libro che mi piace un sacco, non è molto lungo e si legge tranquillamente anche in un giorno. Ma la lunghezza di un libro non è sinonimo compromettente della qualità. "Ohhhh... sìììì..." Ma non è il tipo di libro che consiglierei a tutti, probabilmente se fosse un film comparirebbe l'avvertimento: "non per stomaci delicati." "Ah... ah..." La protagonista di quel libro ha un qualcosa che mi dà da pensare: è consapevole di un lato di sé che non può essere mostrato agli altri, è conscia che nessuno potrebbe mai capire perché lei sia così. Eppure, anche volendo fuggire a gambe levate da quella situazione, non riesce a fare a meno di provare piacere nel sentire dolore. "Uh... Uh..." Per questo quando leggo determinati passaggi di quel libro... ...non posso che scoprire le braccia.
"Ne sei sicuro?"
Si tratta di qualcosa che va più in là della semplice libidine, più lontana dell'eccitazione. Questa sensazione è estasi allo stato puro. Lasciare che il coltello tagli via la mia carne, che il sangue goccioli fino al pavimento come un rubinetto aperto, di modo che io possa raccoglierlo con i miei polpastrelli... per poi tracciarne scie scarlatte sul mio derma, come pomata sulle mie cicatrici. Non c'è modo che qualcuno possa capire ciò che io sento... perché per gli altri io resterò sempre la schiva ragazza che si rifugia nei libri. E a me va bene così. Perché solo leggendo questi libri io posso definirmi viva. Nemmeno ricordo più quanti ne ho macchiati... Va bene così. Più ne rovino più posso leggerne. Più posso leggerne più mondi posso esplorare. Più mondi posso esplorare più riesco a conoscere me stessa. Più riesco a conoscere me stessa più mi comprendo maggiormente. "Anf..." Ed è ad ogni ansito che capisco meglio chi sono e di cosa ho bisogno. Voglio qualcuno che mi capisca, qualcuno a cui io possa piacere per come sono. Ti prego, non giudicarmi sulla base di ciò che vedi adesso: anche se ora ho i polsi mutilati e le gambe aperte io sono esattamente uguale a te, desidero solo ciò che vuoi anche tu. Non vuoi anche tu un posto dove stare? Dove poterti sentire te?
"Ma davvero stai continuando a leggere?"
"..."
"Suvvia, che c'è? "
"Pensavi che questo archivio fosse pieno solo di cose belle? Ma hai capito dove ti trovi?"
"Lascia che te lo dica apertamente, allora: non hai compreso niente.
"Però ora non puoi più smettere, no? Non si lascia un lavoro incompiuto.
"Oh, giusto per essere sicuri..."
"Puoi ancora chiudere la pagina, se vuoi."
Ma cosi precluderai a Yuri di porterti dire tutto su di lei."
"E tu non sei una persona così cattiva, vero?"
Non lo credevo possibile... in questa struttura che fa delle interazioni umane le fondamenta del sistema. Però sono arrivate alle mie orecchie quelle paroline magiche; nessuno le aveva mai pronunciate per me. Era quello un complimento? Ossia quella frase, parola o gesto destinato all'apprezzamento di una persona o di una sua qualità. L'espressione con cui si sottolinea un pregio o un elogio? I complimenti non sono forse le funzioni tramite le quali si soddisfa il bisogno di essere apprezzati? Ah, ma allora esiste qualcuno a cui IO piaccio? Se mi ha detto quella cosa significa che io vado bene così come sono, giusto? Che non c'è nulla di male nella mia passione a collezionare coltelli, o nel mio isolarmi per leggere un buon libro mentre sorseggio del té.Anche se non parlo con nessuno ciò non fa di me una persona strana, non è così? E se di tanto in tanto mi piace usare la punta del compasso per bucarmi, non significa solo che anche io sono viva come te? Ripetendo mentalmente quelle parole non posso fare a meno di provare una sorta di esaltazione. Ah, ma se facessi vedere quanto quel turbamento possa diventare evidente finirei per spaventarti, giusto? E la maschera di ragazza matura, generosa, timida, a tratti appassionata, che mi sono cautamente costruita addosso verrebbe meno. Ancora non posso permetterlo, non qui. Ma con te andrebbe bene, perché in fondo tu mi hai detto quelle parole.
"La protagonista di questo libro mi ricorda un po' te." "Oh, uhm, io non credo..." Balbettai presa da una irrefrenabile paura, i miei occhi che quasi schizzarono fuori dalle orbite e le mani che diventarono improvvisamente sudaticce.Vidi il mio interlocutore farsi più vicino e guardarmi intensamente il volto, preso da chissà quale ragionamento su di me. Per favore, non osservarmi così. Io non sono come pensi, non lo sono. Sono una ragazza normale come tante altre. "Ma sì, invece." Una sua mano afferrò la mia, nel frattempo che le nostre spalle si toccarono appena, data la posizione che ci pose alla stessa altezza. "Le sue incredibili capacità e il suo continuare a metterle in dubbio, non mostrando alcuna fiducia in se stessa. La protagonista è sorprendentemente uguale a te." Una risatina nervosa uscì fuori dalle mie labbra. "Ah, è a questo che ti riferivi? No perché, pensavo... non importa... non siamo ancora a quel punto del libro."Senza sapere come mi trovai completamente girata dalla sua parte; i nostri visi talmente vicini da poterci guardare negli occhi. Quello, probabilmente, era il primo contatto che ebbi con qualcuno, per così dire, simile a me."Ho da poco fondato un club." Proseguì la voce con fermezza. "E ho bisogno di qualcuno per portarlo avanti. Tu sei la persona giusta, lo sento. Vuoi farne parte?" Abbassai il mento a disagio per colpa di quei occhi verde smeraldo. "Uuhh.." Mi sentii male improvvisamente, come se mille spini mi bucassero lo stomaco nel medesimo istante. Era impossibile per me, non ero adatta per quei luoghi. La sua mano raggiunse una delle mie ciocche laterali, accarezzandola dall'alto verso il basso. Mantenendo il contatto visivo il suo mento si inclinò deciso e la sua bocca di rosa mi sorrise. "Pensaci, ti darò un posto dove stare. Un luogo dove potrai leggere senza che tu venga guardata male, un ambiente dove potrai essere te stessa." Nei suoi occhi notai un qualcosa di pericoloso. Io stessa non ero il tipo di persona più raccomandabile a cui avvicinarsi, ma lei era differente da me: emanava un'aura nociva, pur mantenendo un atteggiamento candido mascherato da un falso sorriso. Del resto i libri mi avevano insegnato anche questo. Eppure la sua proposta, alle mie orecchie, risultò fin troppo invitante per essere ignorata."Benvenuta nel club di letteratura."
"Sciocco!"
"Credevi forse di essere stato tu il primo a fare un complimento a Yuri?"
STAI LEGGENDO
Benvenuto nel Club di Letteratura
FanfictionCiao ragazzi! Qui è Monika che vi parla! Se state per cliccare sopra il titolo di questa fan-fiction significa che siete abbastanza incuriositi da leggerla. Il punto è... siete davvero pronti? Qualsiasi cosa vi state aspettando almeno cercate di...