«Jaemin, perchè non ti alzi e fai una breve introduzione su te stesso?"»
La professoressa lo guarda con un gentile sorriso, aspettando che il ragazzo si alzi per presentarsi alla nuova classe.Jaemin odia essere al centro dell'attenzione. Le sue guance diventano di un tenero color pesca, la sua voce si fa piccola e la sua mente ha un totale black out. È imbarazzante.
Nonostante tutto quello che sarebbe potuto succedere, è obbligato a esporsi ai suoi nuovi compagni.
Si alza dal proprio banco, tremando leggermente, per la paura di essere giudicato.
Cammina fino alla lavagna, per poi voltarsi verso una ventina di sguardi. Solo pochi sembravano veramente interessati.
Meglio così.«M-mi chiamo Na Jaemin. Ho 17 anni, vengo da Seoul...»
Si blocca, non sapendo cosa dire.
Sapevo sarebbe successo...
Inizia a giocare nervosamente con le proprie dita, pensando a come continuare.
Per fortuna, dopo qualche secondo riesce a riprendere la sua presentazione.«Adoro disegnare e scrivere.»
Finisce con un sorriso timido, che nasconde abbassando il viso mentre torna al suo posto.***
«Cosa ne pensi del nuovo ragazzo?»
Jeno alza la testa dal proprio quaderno per girarsi verso il suo compagno di banco, Donghyuck, il quale aveva uno sguardo curioso.«Penso sia molto carino... Si capisce subito che è parecchio timido, ma è adorabile, con quelle guanciotte rosate e quel dolce sorriso... Non trovi?»
Jeno risponde, osservando e ammirando Jaemin da lontano.«Concordo... ma mai carino quanto Mark.»
Donghyuck poggia una mano sotto al mento e guarda sognante un punto vuoto, pensando alla sua cotta.«Mark è etero. E comunque è praticamente impossibile sia la tua anima gemella.»
Sussurra Jeno, per non farsi beccare mentre chiacchiera, dando qualche leggera pacca di conforto sulla spalla dell'altro.«Smettila di dirlo. Se lui è etero, io sono Kim Chi. È comunque... cosa ti fa pensare che sia impossibile che Mark sia la mia anima gemella?»
Donghyuck, girandosi verso Jeno, alza un sopracciglio e aspetta una risposta dal corvino.«Ti sei dimenticato di quel giorno particolare in prima liceo? Quando sei finalmente riuscito a parlare con Mark ma hai solo cercato di flirtare con lui? Quando poi lui ti ha risposto "Sorry, I don't speak korean"? Secondo me ti odia.»
Jeno ridacchia leggermente, osservando l'altro mentre rotea gli occhi.«Ancora oggi mi ricordo quella ridicola bugia... Ma soprattutto mi ricordo del rossore sulle sue guance quando ho iniziato a flirtare.»
Donghyuck fa un piccolo ghigno, per poi girarsi verso la professoressa che stava spiegando un argomento di matematica che mai capirá.Jeno, proprio mentre stava per scrivere gli appunti sulla lezione, all'improvviso sente una leggera pressione sul braccio sinistro.
«Ancora..?»
Alza leggermente la manica per vedere cosa sta scrivendo la sua anima gemella.
Magari un'altra poesia per lui?Rimane sorpreso nel leggere cosa c'è veramente scritto.
Una... formula matematica..?
«Hey, Hyuck... Guarda qui.»
Jeno mostra il proprio polso sinistro al suo compagno di banco, che appena lo vede spalanca gli occhi.«Jeno... Quella formula l'ha appena scritta la professoressa alla lavagna mentre spiegava... Sai questo cosa vuol dire?»
Donghyuck fissa Jeno con uno sguardo intenso e sorpreso.«La professoressa è la mia anima gemella?!»
Esclama sotto voce Jeno, quasi facendosi scoprire dalla cosiddetta professoressa.«Ma no, testa di cazzo! Pensa prima di parlare. Questo vuol dire che la tua anima gemella si trova in questa classe.»
Jeno si stringe il polso alle parole del rosso. Effettivamente, hanno un senso.***
La campanella suona, segnando la fine della lezione di matematica.
Jaemin mette via l'astuccio velocemente. Ha solo quello perchè prima di venire a scuola ha dimenticato il quaderno e i fogli sulla propria scrivania. Bel modo per iniziare il primo giorno in una nuova scuola! Scuote la testa, sempre piú deluso verso sè stesso e la sua capacità di ricordare le cose, e si alza dal suo posto.Cammina fuori dalla stanza per dirigersi nell'aula di storia dell'arte, ovvero una delle poche che ha una lavagna multimediale che funziona, da quello che ha sentito.
Jeno, che era l'ultimo ad uscire, insieme a Donghyuck, nota che Jaemin ha lasciato quello che sembrava il suo sketchbook sul banco.
Si avvicina, notando un disegno semplice ma elegante sulla copertina. Sull'angolo in basso a sinistra c'è scritto in molteplici colori "Na Jaemin."
«Dovresti prenderlo e ridarglielo... Non si sa mai chi potrebbe prenderlo e dove potrebbe finire.», suggerisce Donghyuck.
«Hai ragione... Meglio non lasciarlo qui.», risponde Jeno, allungando la mano per raccoglierlo.Peró, quello che sente quando raggiunge lo sketchbook non è carta, ma morbida e tiepida pelle.
Confuso, alza il viso e incrocia lo sguardo con quello di un ragazzo con i capelli color caramello, guance arrossate, occhi castani e un'espressione imbarazzata.«O-oh! Scusami... Jaemin. V-volevo riportartelo dato che l'avevi dimenticato qui...»
Jeno è imbarazzato quanto il ragazzo castano. Il suo viso è diventato completamente rosso, balbetta leggermente, gesticola in un modo incontrollabile.«N-non preoccuparti! Sul serio! Mi succede spesso di dimenticare oggetti in giro... Ci sono abituato ormai... Ma dopo qualche minuto mi si accende come una lampadina in testa che mi dice "Hey! Hai dimenticato una cosa! Torna indietro!"»
Jaemin ride nervosamente, straparla spesso quando è imbarazzato.Osservando il ragazzo davanti a lui, di cui ancora non sapeva il nome, nota un leggero rossore sui suoi zigomi.
Carino...Donghyuck, nel mentre, si sta godendo la scena.
Jeno nota che mancano pochi minuti al suono della campanella che sta a indicare l'inizio di un'altra ora di strazio.
«Dovremmo sbrigarci ad andare in classe... Comunque, io sono Jeno, lui è Donghyuck.»«Puoi chiamarmi Hyuck, se vuoi.»
Donghyuck sorride, stringendo leggermente la mano del castano.
Quest'ultimo pensa di non aver mai visto un sorriso piú luminoso e raggiante di quello.