Piaghe amate

Capitolo 1 - Mare

Il mare, il sole, in spiaggia con le amiche...che telo mare porto oggi? Blu? Così si abbina perfettamente al mio costume oppure spezzo col telo marroncino? Questo costume poi, pensi che mi stia bene? Se mi trucco con la matita waterproof il trucco sbava dopo un po', metto gli orecchini e li perdo, i braccialetti lasciano il segno all' abbronzatura uniforme del mio braccio, sembra quasi una tragedia andare in spiaggia per una ragazza. Paura di non sembrare perfette mista ad una sensazione di dimenticare le cuffiette per la musica come al solito. Mare, sole e relax sono l' ABC dell' estate perfetta all' insegna del divertimento per delle adolescenti tredicenni come me.

Squilla il telefono " Hey Libera, ci vediamo alle 14.30 sotto casa tua? Vengono pure con noi Gaia, Irene, Maddalena e il mio ragazzo!"

"Si Emma, devo solo finire di sistemare le ultime due cosette e sono prontissima" risposi.

"Va bene, non fare tardi! Il mare ci aspetta! Ci sentiamo dopo" disse cantilenando.

Per me andare in spiaggia significava libertà, godere i momenti felici, assaporare il gusto dell' amicizia, entravo in simbiosi con l' acqua, mi gettavo dagli scogli, sentivo l' ebbrezza della gioventù nelle mie mani, l' estate siciliana non si riduce meramente al mare,va oltre la semplice visuale dei tramonti in spiaggia, si entra nel turbinio dell' onda per girare e girare e non ci si stanca mai, perché il vortice delle passioni cattura ogni singolo membro del corpo per far assaporare quella terra così bella e così misteriosa. Un mondo parallelo dal quale non si vorrebbe uscire mai più, un mondo di sogni, un mondo di emozioni. Fu proprio il mare che mi donò il mio più grande sogno e il mio più grande incubo.
Ero seduta sullo scoglio a forma di panchina, aspettavo il mio turno per tuffarmi, il mare era così calmo e piatto, aspettava solo me. Ma la mia attenzione per un momento fu attratta da un ragazzo. Forse si accorse che lo guardavo, si avvicinò con aria circospetta...distolsi subito lo sguardo.

"Ciao, mi chiamo Mario"

"Ciao, io Libera"

"Non ti ho mai vista da queste parti, sei di Catania?"

"Beh, sono nata qui ma sono scesa da poco dal Piemonte" Ero nervosa, non immaginavo che si mettesse a parlare proprio con me.

"Capisco, per questo non ti ho vista qua in giro. Sei in vacanza?" Sorrisetto tattico

"No, ora abito a Catania. Abbiamo preso in affitto il villino per le vacanze"

"Dev' essere stato brutto per te il distacco"

"Già ho fatto delle amicizie, le mie amiche sono giù che mi aspettano"

"Ah scusa, volevi tuffarti. Che ne dici di saltare dallo scoglio più alto? Io stavo andando la, se vuoi posso aiutarti"
"Si vengo" Già mi vedevo in una lapide e i miei genitori a piangermi.

Lo seguii fino ad arrivare allo scoglio, tremavo come una foglia e lui lo capì. Cercò di rassicurarmi, mi fece vedere come dovevo mettermi, lo slancio e tutto il resto. Mi presi di coraggio e mi tuffai. Il cuore mi batteva a mille, non capivo se era causato dal tuffo o da lui. Era così bello, la pelle abbronzata, occhi scuri color nocciola, capelli marrone scuro, un fisico scolpito ed era molto gentile. Riemersi dall' acqua, il costume era quasi volato, mi sentivo così impacciata nel sistemarlo, non volevo che lui se ne accorgesse, già si era tuffato.

"Tutto bene?"

"Si" dissi ridendo, lui rideva pure. Era ancora più bello.

"Ora per risalire basta poggiare il piede su questo scoglio, poi su questo e siamo arrivati"

Detesto profondamente le alghe in generale, sono così viscide, ma proprio oggi mi sembrava di non sentire niente. I cinque sensi erano tutti così assopiti dal tuo sorriso, non sentivo nulla se non la sua voce, la sua risata, la sua simpatia, il suo sguardo. Senza accorgermene avevo una cotta. Torno dalle mie amiche senza dire nulla, ancora avevo i pensieri annebbiati; torno a casa e dopo una doccia rinfrescante, distesa sul letto, i miei pensieri sono rivolti a lui. Ed in una notte di mezza estate, il tempo si fermò. Non mi era mai successo, era un' emozione nuova, pura e sincera, troppo ingenua.