“Numero 38, numero 39, numero 42”metto a posto i pattini nei rispettivi loculi e poi mi dedico ai caschi per le prove dei ragazzi.«Ehi, Jake!».
«Nick?» chiedo sorpreso. «Oggi non era il tuo giorno di riposo? Che ci fai qui?».
«Oh, nulla di speciale, non illuderti!» esclama la ragazza con una risata cristallina. «Volevo solo avvisarti che la pista ha bisogno di una passata… e volevo ricordarti di chiudere bene, ricordi il casino che combinarono quei ragazzi l’altra volta, e volevo ricordarti di venire con gli altri al bar al ponte 12, dopo».
La osservo mentre sposta i capelli biondi su una spalla e mi sorride amichevole.
Annuisco.
«Va bene, vengo. Sei sicura di non voler…?» aggiungo, con un sorriso seducente.
Nick sgrana gli occhi azzurri e fa un passo indietro, terrorizzata, quasi. «No, no, no! Sai che è contro le mie regole! Cascasse il mondo, nel mio giorno di riposo non tocco un solo attrezzo! Già è tanto che sono venuta sin qui ad avvisarti!» guarda la pista da pattinaggio come se fosse un brutto mostro, ma so che è tutta finzione.
Faccio un sospiro di rammarico e mi stringo nelle spalle. «Peccato… avremmo potuto divertirci, insieme…» ammicco suadente lanciandole un occhiata allusiva.«Non ci casco, mongolo! Non mi faccio fregare!» esclama facendo qualche passo indietro e guardandomi con aria truce. Adoro prenderla in giro è la più piccola dello staff ma è la più vivace!
«A più tardi, allora» mi fingo dispiaciuto e ritorno al mio lavoro.«Ci vediamo!» esclama Nick, prima di darsela a gambe verso la porta d’entrata. Mi giro verso il cumulo di roba da mettere in ordine e mi rimbocco le maniche con un sorriso. Magari più tardi ho anche il tempo per un giro veloce sulla pista. Afferro tre o quattro caschi e li impilo ordinatamente nello scaffale, quando sento una porta sbattere.«Hai cambiato idea e sei tornata per aiutarmi?» chiedo, senza voltarmi.
«Scusi?». Sobbalzo e mi giro di scatto. All’ingresso c’è una ragazza dai capelli rossi tinti, la frangia spettinata che le ricade sulla fronte e il trucco dark che le enfatizza gli occhi verdi.
«Mi scusi» dico avvicinandomi e passandomi i palmi delle mani sui jeans. «Credevo fosse Nick, la mia… assistente».
La ragazza inclina il viso di lato e mi rivolge un sorriso civettuolo. «Veramente mi chiamo Tracey… ma Nick va bene, se ti piace di più» dice con fare ammiccante.
Non ci credo, i ruoli si sono capovolti. Forse Nick l’ha assoldata per farmi uno scherzo! La guardo sospettoso, ma dev’essere una ragazza che si è imbarcata oggi, ha in mano la carta della crociera e tutti i documenti di identità. Mi fermo, con le braccia alzate a metà del movimento che stavo facendo e cerco di esibirmi in una risata divertita. Un’altra arrapata, ma non è possibile! Capitano tutte qui e proprio mentre io ho il turno! Sorrido amabilmente.
«Americana, vero?».
Tracey annuisce e la scollatura della maglietta nera che indossa si sposta, lasciando intravedere il bordo del reggiseno di pizzo. Distolgo lo sguardo, cercando di non fare intuire cosa stavo guardando.«Non vorrei sembrarle scortese, ma la pista oggi è chiusa ai visitatori. Può provare domani mattina dalle nove alle undici, se vuole fare una lezione o vedere i ragazzi che pattinano».«Veramente non ero qui per la pista…» dice.
Okay, adesso mi preoccupa. Il personale deve essere sempre gentile e disponibile con i clienti, ma con queste ragazze c’è poco da scherzare, soprattutto se sono americane. Possono metterti in guai seri e la carriera è fottuta.
«La reception e il banco informazioni si trovano al ponte 5…» mormoro in tono affabile poggiandole una mano sulla schiena ed accompagnandola verso l’uscita con fare amichevole.
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Ice Dream
RomanceKarol, una ragazza ricchissima, ha appena compiuto ventuno anni. Il padre decide di regalare a lei e ai suoi più cari amici, Tracey e Mark, una crociera di 106 giorni. Ancora non sa che il destino la chiamerà a pareggiare i conti. Ancora non sa che...