CAPITOLO 2

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Una sola regola vale per Isabel Davis:
Porgi rispetto a chi ne porge a te, spacca il culo a chi te ne manca.

«MA COME DIAVOLO VI È SALTATO IN MENTE?» uh il preside sembra un tantino nervoso.

«Suvvia preside, non è così grave..» rispondo con un sorriso da finto angioletto.

Il preside è un tipo strano, a volte sembra rincoglionito e altre volte sembra semplicemente svogliato. È un uomo alto, con le spalle larghe e la pancetta. Ha degli occhi verdi che esprimono tanta fierezza e capelli grigi. Un tipo nella norma diciamo.

«NON È COSÌ GRAVE? NON È COSÌ GRAVE? QUINDI SECONDO VOI NON È GRAVE AZIONARE LA TERZA GUERRA MONDIALE NELLA MENSA, ROVINARE TUTTI GLI ESTINTORI NEI PARAGGI-che equivalgono a materiale scolastico- E FAR PIANGERE UNA BIDELLA PER VOI NON È GRAVE?!»
Ops...

«Per lo più ora mi toccherà trovarne una nuova, e per cosa poi? Per dei bisticci adolescenziali?! Non ho mai visto niente del genere nella mia carriera di preside» continua buttandosi sulla sedia girevole e allargando di poco la cravatta Bordeaux.

"Bisticci" chi usa ancora questa parola?!

«Touchè» sospiro facendomi piccola sulla sedia in mogano davanti alla scrivania piena di foto della sua famiglia.

In realtà non erano bisticci, semplicemente mi hanno dato della "poco di buono" perché volevano fregarmi il posto in fila nella mensa.

«Scusa, ma quello è il mio posto, hai superato la fila» dopo un quarto d'ora che aspetto non mi farò di certo superare.

La ragazza dalle gambe chilometriche e i vestiti hipster mi squadra da capo a piedi e con una sonora risata mi da le spalle.

Cos?
AHAHHAHAHA NO.

«Senti, ho detto che quello è il mio turno»
Si volta nuovamente verso di me con un ghigno sul viso.

«E quindi?» squittisce la principessa.

«È quindi ti chiedo gentilmente di spostare il tuo delizioso sedere dietro di me e tutta questa fila portando con te i chilometri di presunzione e fondotinta che hai sulla faccia» chi si crede di essere?!

«Non rivolgerti a me in questo modo, ragazzina, non sai chi sono.» cerca di intimidirmi. Pfff

«In realtà non me ne frega un cazzo di chi sei, voglio solo prendere il mio cibo senza essere superata» le ringhio ormai a pochi centimetri dalla faccia.

Ride?
Si sta ridendo.

«Spostati sgorbio» risponde facendo un gesto della mano tipo:"sei una nullità e non vali niente".Ma poi sgorbio? Mi ha appena chiamata sgorbio o sbaglio?

«Meglio sgorbio che finta barbie mezza esaurita e di certo non sono il tuo zerbino.»

«Sei solo una troia sfigata in cerca di attenzioni, non..» SPINTONE
«ti permettere più» continua a spintonarmi.

«Oh si mi scusi sua maestà» me ne vado fintamente pentita incerta sul da farsi.

Mi volto e la vedo intenta a prendere una porzione di purè. La prendo dalle sue mani malamente e gliela spalmo sul viso e sui capelli perfettamente piastrati.

«Nessuno mi da della troia, TROIA» le sussurai vicino all'orecchio.

E così ebbe inizio il finimondo. Vi lascio immaginare come siamo conciate al momento. In tutta la mensa in poco tempo si è azionata una vera e propria GUERRA DI CIBO. Per non parlare della povera bidella che appena entrata è stata travolta e, suppongo, che pensando al casino da dover ripulire si è messa a piangere. E beh gli estintori non so neanche io come siano finiti nella mischia. So solo che ora tutto la mensa è inagibile e tutti gli alunni sono stati mandati a casa per darsi una 'Ripulita'.

L'emozione della mia vitaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora