[12] » Demolire casa, una passione « [12]

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3rd POV - Helel

Appena padre e figlia furono usciti dalla stanza, il Diavolo e le due donne iniziarono a sparecchiare. Solo al terzo giro di piatti sporchi che portava in cucina, Helel si accorse che suo fratello e il fratello di Eva erano scomparsi.

«Sapete dove sono A e Davide?» Chiese.

Cecilia era l'addetta al lavandino, Serena all'asciugatura dei piatti ed Helel sarebbe diventato l'addetto al mettere al loro posto ogni singola cosa asciugata appena avrebbe finito di portare nella stanza i piatti sporchi.

«Credo che Davide stia tenendo il discorso da "fratello maggiore" ad Azrael». Gli rispose Serena mentre stava asciugando un bicchiere.

«Non vorrei mai trovarmi nei suoi panni», borbottò l'uomo dagli occhi chiari.

Se Davide era solo un decimo spaventoso quanto Eva da arrabbiato; sperava solo di rivedere il fratello tutto intero.

«Io non vorrei mai trovarmi nei nostri», lo corresse Serena. «Conoscendo Davide, avrà avuto la brillante idea di occupare il bagno con Azrael». Sentenziò scocciata, prendendo il piatto bagnato che le stava offrendo la madre.

«Perchè? Avresti voluto occuparlo tu con Azrael?»Chiese beffardo il Diavolo.

Helel non lo avrebbe mai rivelato ad alta voce, ma frustare una ragazza dal carattere così forte gli provocava una piccola punta di piacere.

A Serena quasi scivolò il piatto dalle mani a quell'affermazione. E non perché si vergognass, ma per via del suo cervello che, sì l'aveva immaginata nel bagno dell'appartamento, però non in compagnia di Azrael, ma dell'uomo che aveva davanti in quel momento.

E in comportamenti molto compromettenti, a cui sua madre sarebbe potuta svenire.

«È per caso gelosia quella che sento?» Chiese lei, di rimando, mentre sentiva le guance diventare bordeaux.

Fu il turno di Helel di diventare un peperone ambulante.

Se una cosa avrebbe dovuto imparare, dopo aver bruciato la padella preferita di Eva, era che giocando con il fuoco ci si può scottare.

«Nei tuoi sogni», sbottò, facendo ridere Serena sotto i baffi.

Cecilia, che nel mentre era rimasta in silenzio, ascoltando l'interazione dei due, aveva un sorriso ebete in faccia.

Non era mai capitato che qualcuno, al di fuori della loro famiglia, riuscisse a far alterare così tanto la figlia minore. La donna aveva la sensazione che i due giovani, conosciuti oggi, sarebbero entrati a far parte della loro famiglia in non molto tempo.

3RD POV - GIACOMO

Eva ebbe una scarica di brividi appena suo padre propose di fermarsi a parlare nel parco giochi vicino al suo appartamento.

Giacomo era un paio di passi davanti alla donna, eppure anche lui riusciva a percepire il disagio che sua figlia stesse provando in quel momento.

Questo lo preoccupò.

Seppur tutti e tre i suoi figli erano cresciuti diventando persone dal carattere forte, Eva era sempre stata quella con il carattere più caparbio.

Aveva sempre avuto la testa dura come il marmo e davvero poche volte permetteva che le emozioni si mettessero in mezzo alle sue decisioni.

Il padre guardò la figlia da oltre la spalla e sentì il cuore stringersi alla visione che aveva di fronte: Eva era pallida come un lenzuolo e le mani le stavano tremando.

«Eva?» Chiese preoccupato. Che cosa era successo in quel luogo da mandare in panico la figlia?

La ragazza deglutì rumorosamente e fissò il padre con uno sguardo di puro panico. Anche se aveva passato l'ultimo mese ad allenarsi, Eva si rese conto che non aveva ancora affrontato pienamente il trauma di quella notte.

Of Love, Death, and SarcasmDove le storie prendono vita. Scoprilo ora