Ho un ricordo di quando ero più piccola, ancora una bambina, la voglia di leggere e scoprire nuovi mondi, forse più belli, più reali, più sinceri, a volte solo fantastici, altre ancora più crudi, istintivi e drammatici.
Ho sempre cercato nelle pagine dei libri un insegnamento, frasi da scrivere sul quadernino che tengo ancora, accanto al comodino, quello su cui ogni sera, prima di dormire, appunto l'emozione scoperta del giorno.
Da ragazzina ho continuato a coltivare la stessa passione.
Ricordo di aver sfogliato pagine di libri, alcuni dei quali ancora oggi li custodisco in un angolo del cuore, altri scordati e che, di tanto in tanto, riscopro.
Pochi mesi fa, in una serata come tante altre, ero alla ricerca di una nuova lettura, una nuova avventura, un nuovo mondo.
Mi è stato suggerito un libro, un titolo già sentito, conosciuto e mi sono domandata "Perché no? Voglio leggerlo!". Così, il giorno seguente, l'ho acquistato.
Non ho cominciato subito a leggerlo. Non ne sapevo il motivo, ma sentivo di non essere pronta, di non poter dedicare a quel racconto l' attenzione che meritava.
I giorni passavano e lui rimaneva lì, in fila, accanto a tutti gli altri libri contenuti nella mia libreria.
Quando ho capito ch era giunto il momento, l'ho preso tra le mie mani, mi sono cacciata sotto le coperte del mio letto e ho iniziato a leggerlo.
L'incontro con Beatrice è stato duro. La simpatia non era il suo forte, la gentilezza nemmeno. Mi si è piazzata tra le righe che scorrevo e non se n'è più andata. Beatrice è stata cattiva, dolce, difficile, amorevole, schietta e testarda, sincera e odiosa, gelosa e con un cuore grande. Beatrice è stata la speranza di credere che in ogni persona ci sia del buono, la forza di affrontare i problemi, spesso insuperabili, che la vita ci pone davanti. Beatrice è stata la mano sulla spalla nei momenti di sconforto, il sorriso delicato a rialzarti quando cadi. La tenacia e la determinazione di poterla vincere una guerra contro il male.
E poi c'è stato Alfredo. Alfredo non è stato solo un ragazzo poco capito, con il dolore dentro il cuore, l'amore incapace di donare e gli sbagli per tutto il suo cammino. Alfredo è stato la realtà di una vita andata a pezzi. Di un padre, che seppur sbagliato, sempre padre è. La realtà di un amore provato per la famiglia. La confusione tra amicizia amore per la persona più importante della sua vita. La sconfitta per il buio da cui non è riuscito ad uscire. È stato la richiesta d'aiuto per chi come lui da solo non può salvarsi. Ma è stato anche il tunnel, fatto di punti di luce in cui l'amore alla fine l'ha scoperto e provato davvero.
Beatrice e Alfredo sono stati tutto e niente. La vita e la morte.
E quando quel libro si è chiuso, con un poco di amaro in bocca, le lacrime negli occhi, la speranza di una nuova vita nel cuore, non ho potuto far altro che scriverlo. Scriverlo e scrivervelo di quanto ne valga la pena leggere "Il rumore dei tuoi passi".
E ora lo ricordo. Ricordo di averli già incontrati in passato Beatrice e Alfredo. Solo che, come spesso accade, non me n'ero accorta, non gli avevo dato attenzione. Gli chiedo scusa.