“A scuola c’era un ragazzo che sedeva sempre all’ultimo banco, era uno dei classici bulli. A scuola c’era un ragazzo che sedeva sempre all’ultimo banco, teneva sempre le cuffie, le felpe con il cappuccio e gli occhiali da sole per farci il figo. A scuola c’era un ragazzo che sedeva sempre all’ultimo banco, consegnava sempre i compiti in bianco. Ma guardava in maniera contorta la professoressa di italiano. A scuola c’era un ragazzo che sedeva sempre all’ultimo banco, rimaneva a scuola dopo l’orario d’uscita. Eravamo preoccupati per la prof. A scuola c’era un ragazzo che sedeva sempre all’ultimo banco, girava di notte e rubava alla cassa dalla farmacia. A scuola c’era un ragazzo che sedeva sempre all’ultimo banco, venne un giorno con una collana da donna, aveva sicuramente stuprato qualcuna e si era tenuto il ricordo. A scuola c’era un ragazzo che sedeva sempre all’ultimo banco, pedinava sempre un ragazzino più piccolo. A scuola c’era un ragazzo che sedeva sempre all’ultimo banco, faceva le risse e tornava a scuola pieno di lividi. A scuola c’era un ragazzo che sedeva sempre all’ultimo banco, era magrissimo perché si drogava e chissà cos altro faceva. A scuola c’era un ragazzo che sedeva sempre all’ultimo banco,un giorno non venne. A scuola c’era un ragazzo che sedeva sempre all’ultimo banco, lo odiavamo. A scuola c’era un ragazzo che sedeva sempre all’ultimo banco, era uno a cui nessuno aveva mai dato ascolto. A scuola c’era un ragazzo che sedeva sempre all’ultimo banco, teneva sempre le cuffie per non dover sopportare il rumore del mondo, e le felpe e gli occhiali per non mostrare quel viso che odiava. A scuola c’era un ragazzo che sedeva sempre all’ultimo banco, che consegnava sempre i compiti in bianco, ma tramava qualcosa con la prof di Italiano. A scuola c’era un ragazzo che sedeva sempre all’ultimo banco, che restava sempre a scuola dopo l’orario d’uscita, e lo faceva per far leggere le sue poesie e i suoi temi da 10 alla prof di italiano. A scuola c’era un ragazzo che sedeva sempre all’ultimo banco, girava di notte per rubare in farmacia si, ma non i soldi, ma le medicine per la sua sorellina malata. A scuola c’era un ragazzo che sedeva sempre all’ultimo banco, venne un giorno con una collana da donna, gliel’aveva fatta la sua sorellina per ringraziarlo delle medicine. A scuola c’era un ragazzo che sedeva sempre all’ultimo banco, pedinava sempre un ragazzino più piccolo, perché era affetto da asma e non voleva gli prendesse un attacco mentre tornava a casa. A scuola c’era un ragazzo che sedeva sempre all’ultimo banco, faceva le risse ed era pieno di lividi, le faceva con suo padre che lo picchiava perché era troppo ubriaco per riconoscere suo figlio. A scuola c’era un ragazzo che sedeva sempre all’ultimo banco, era magrissimo perché non mangiava, era anoressico e voleva morire. A scuola c’era un ragazzo che sedeva sempre all’ultimo banco, un giorno non venne. Sua sorella morì, e lui volle seguirla. A scuola c’era un ragazzo che sedeva sempre all’ultimo banco. Avevamo incominciato ad amarlo, ma lo facemmo troppo tardi.”
(Fonte: viedibrooklin)