“Dicono che è perché sono una donna che non posso camminare da sola la notte per strada. Sono una donna e mi dicono sempre di fare attenzione a dove vado e con chi esco. Dicono che sono una donna, per questo non posso mangiare troppo o troppo poco e vestirmi come mi pare. Gonna corta: Puttana. Lunga: Me la tiro. E non posso dire “No” perché non può non piacermi una persona e quindi rifiutarla. Sono una donna, affermano, se lavoro devo fare il doppio per avere lo stesso stipendio di un mio collega. Sono una donna, continuano, e non posso non avere relazioni serie perché è immorale, non posso andare tranquillamente in discoteca e la laurea me la compro con due servizi al professore. Sono una donna dicevo, ed ho una dignità, un pensiero e un’ideale. Sono una donna, sono libera e sono mia. Ho una vita, avrò un lavoro e una casa dignitosa. Sarò assunta per i miei meriti, per ciò che so e che ho studiato. Sono una donna e se me ne vado in giro con un vestito corto il problema è del tuo autocontrollo e della tua sconsideratezza, non mio. Sono una donna e se dico di “No” tu togli le mani altrimenti te le trovi in manette. Sono una donna e valgo, sia se ho un uomo accanto o meno. Non è lui che mi sfama, che ha né il diritto nè il dovere di proteggermi o dettare leggi sulla mia vita. Sono una donna e cammino a testa alta sperando che un giorno i miei diritti siano gli stessi degli uomini e i miei comportamenti siano valutati allo stesso modo dalla società e da chi mi sta intorno. Sono una donna e voglio che quelle che verranno dopo di me non siano giudicate se non per qualcosa che hanno scelto di essere”
—Fonte: michelacanta