Capitolo 1:Torn.

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《There's nothing left I used to cry, inspirazione has run dry. That what's going on. Nothing's fine I'm torn》

Charlotte Pov.

Perché avevo pianto?

Cosa avrò mai sognato di così tanto commovente.

Era uno di quei sogni che poi quando ti svegli non te lo ricordi.

scrollai le spalle e mi diressi in bagno. Avevo ancora gli occhi gonfi eppure non sapevo il perché.

tirai un lungo sospiro e mi lavai i denti.

diciamo che la mia dentatura non mi dispiaceva.

non avevo i denti storti e non sembravo un castoro, ero semplicemente sorridente.

quando facevo qualche smorfia, le labbra rosse si contornavano di alcune adorabili fossette.

le mie labbra erano di un rosa scuro ed erano perfettamente grandi uguali.

una piccola "insenatura" le rendeva a forma di cuore.

i capelli riccissimi mi scendevano lungo le spalle e alcune ciocche castane coprivano il reggiseno vero a balconcino.

non mi sono mai trovata davvero orrenda, sono una ragazza normalissima, non una super modella bionda con gli occhi azzurri e un fisico snello.

ero castana, molto alta, ma avevo anch'io qualche chilo in più.

il colore dei miei occhi generalmente è castano chiaro.

però a seconda dei giorni e delle situazioni cambia sfumatura.

quando sono davvero arrabbiata sono quasi neri.

quando piango o quando piove sono verdi/gialli e quando sono innamorata tendono al verde.

presi l'uniforme.

la gonna corta era blu, la giacca era blu, la camicia bianca e la cravatta rossa. i colori della bandiera inglese.

infilai le Converse bianche e presi il mio profumo.

"Fatal Snake", l'odore era molto simile a quello di 'Iphnotic', era solo un po' più dolce.

scesi le scale e presi la cartella che avevo già preparato ieri sera.

bussarono alla porta.

era di sicuro Louis, il mio migliore amico.

aprii e trovai il mio amico.

lo abbracciai.

era una delle poche persone con cui ero dolce.

non Mi piace mostrare affetto alla gente.

-e i piercing?-chiese quasi stranito dal fatto che non mi sia ne truccata e che Non abbia neanche un po' di metallo addosso.

giusto! i piercing!

salii sopra nel bagno e presi la scatola blu dove tenevo i piercing, gli orecchini e le collane.

avevo solo due buchi per i piercing.

uno alla fine del sopracciglio per mettere l'anello e uno poco sotto il labbro.

gli infilai con un po' di dolore e poi scesi di sotto di corsa.

-andiamo?-chiesi a Louis.

annuì e andammo lungo la strada per arrivare a scuola.

mi raccontava della sua cotta più grande, Harry Styles.

uno dei ragazzi più popolari e ricchi della scuola e mi raccontava che cosa gli avrebbe fatto se fossero casualmente rimasti da soli.

lo conoscevo bene, io e Harry eravamo molto amici.

io sono una tra le ragazze più popolari a scuola anche per la mia dialettica.

-Char sai che viene un ragazzo nuovo a scuola?-Mi disse Louis entusiasta.

-nome?-

-Zed, Zack mi sembra. ha un nome strano, non è di qua-disse Louis grattandosi il capo cercando di ricordarne il nome.

certe volte guardo Louis e mi dico "peccato che sia gay".

davvero, Louis è un figo pazzesco.

Louis Tomlinson ha i capelli castani lisci, lasciati un po' più lunghi e ribelli dietro, gli occhi verde-acqua e un sorriso davvero perfetto.

sarebbe potuto sembrare un modello di Abercrombie se non fosse stato basso.

arrivammo a scuola e c'era una mischia di ragazzi e ragazze tutti intorno a un ragazzo.

mi feci spazio con facilità.

era un ragazzo abbastanza alto, moro, la pelle olivastra, con due grandi occhi neri e le ciglia lunghe e folte.

sembrava essere indifferente a tutte quelle attenzioni.

forse sapeva di essere davvero bello e non ci faceva più caso.

non aveva l'uniforme.

Aveva una giacca di pelle nera, una maglia bianca che metteva in risalto il suo incarnato; un paio di jeans neri e delle blazer bianche ai piedi.

aveva la faccia di uno che se la tira abbastanza e questo mi dava solo una gran noia.

portò alle labbra una sigaretta e sbuffó nell'aria una nuvola grigia.

lo sguardo era fisso a guardarci uno per uno.

sembrava un leone con le sue prede, ma non ero io la preda.

rivolse lo sguardo a me che ascoltavo Louis che esprimeva le sue fantasie erotiche sul ragazzo.

si alzò buttando a terra il mozzicone di sigaretta.

giocai col piercing e non ero per niente agitata, in quanto sapevo che avrei la risposta pronta a qualsiasi sua domanda.

si avvicinò nella mia direzione mentre Louis sclerava come una scimmia.

-tu chi sei?-chiede con una voce bassa e provocante.

-quello che non ti aspetti che io sia-risposi sicura.

-sei di più? sei un angelo per caso?-

-credo di assomigliare più al demonio-dissi sogghignando.

lui seguí la risata.

mi porse la mano e io la accettai.

camminammo a braccetto con tutti gli sguardi addosso.

-Come ti chiami?-

-dammi un nome-

-che ne dici di....Charlotte Clarks?-

disse cogliendomi di sorpresa, lui sapeva il mio nome.

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