Ce l'avevamo quasi fatta.
Avevamo ritrovato il martello di Thor senza che Samirah dovesse sposarsi con quel gigante di terra dal nome impronunciabile. Qual'era?
Me ne ero scordato.
Fatto sta che, eravamo ad un soffio dalla vera vittoria, ma non tutte le ciambelle escono col buco, avrebbe aggiunto mia madre Natalie se fosse ancora tra noi.
(Sono l'ultimo che può parlare, poiché anche io sono deceduto oramai, ma non è questo il punto!)
Loki era riuscito a liberarsi dalle catene che lo tenevano prigioniero in quella grotta, ed era scomparso insieme a sua moglie Sygin.
Da quel giorno, io e gli altri non ci davamo pace.
Tutti festeggiavano per aver ritrovato il martello del Dio del Tuono, anche se un pericolo imminente minacciava di scatenare il Ragnarok.
Loki era libero e questo gli dava un vantaggio enorme; Ora poteva compiere la profezia, poteva distruggere il Valhalla e con esso tutti gli Dei.
Ah beh, c'è da dire che anche noi einherjar non avremmo fatto una bella fine, perché noi eravamo i prescelti per combattere la fatidica lotta fra il bene ed il male.
Da piccolo sognavo di essere Superman, Captain America o Iron man ma questo era fin troppo. Cosa mi spaventava? Avevo affrontato sfide ben peggiori, ma questo rientrava perfettamente nella mia Top Ten di 'Come morire il più veloce possibile.'
Odiavo il fatto di essere tornato al punto di inizio, dovevamo tardare il grande giorno ancora una volta.
L'ho contate e sapete quante sono? Ben tre volte.Evidentemente avevo unito le mani in preghiera, come se volessi comunicare con qualche Divinità, perché Alex Fierro mi aveva tirato un calcio allo stinco.
No, sono certo che non si debba fare in quel modo.
Anche quando mio padre si era mostrato a me, era in punto di quasi-morte, ma non avevo intenzione di farmi infilzare come uno spiedino da Halfborn quella sera.« Fierro, si può sapere che ho fatto questa volta? » Sussurrai con aria dolorante. Il ragazzo ci sapeva fare, quanto a forza.
E sì, in quel momento sentivo da lontano un miglio che Alex si sentiva 'un ragazzo' in quel momento.« Maggie. » Cominciò lui. « Non pensavo fossi tanto devoto da appellarti a qualche Dio. »
« No, non stavo comunicando con... » Ringhiai appena quando mi chiamò con quel nomignolo. « T'ho detto mille volte che non mi piace essere chiamato Maggie! »
« Okay, Maggie. » Fece spallucce e tornò a bere il proprio idromele, sorseggiandolo come se fosse una bevanda gustosa. E lo era ve lo assicuro.
Sbuffai e non diedi tanto importanza al fatto di quanto fosse bravo ad irritarmi, quelle poche volte che lo faceva.
Ero troppo stanco per controbattere, così mi alzai e salutai tutti i miei amici del diciannovesimo piano con un gesto vago della mano senza riferire parola.
Mi trascinai lungo il corridoio del diciannovesimo piano, dove si trovava la mia stanza. Entrai e per poco non mi gettai a letto senza prima essermi fatto una doccia. Dopo la cena puzzavo di carne arrostita e di lotta all'ultimo sangue.
Nel Valhalla tutte le attività si svolgevano 'all'ultimo sangue', il che non era proprio positivo.
Immaginate!
Fare colazione, pranzo e cena mentre si rischia la vita. Chi non lo vorrebbe?
I miei pensieri vennero interrotti solo poco dopo da un bussare imperterrito.
Feci dietrofront e andai ad aprirla con fare abbastanza svogliato.
Qualcuno mi aveva seguito evidentemente.
Quel qualcuno era Alex Fierro, nel suo completo sgargiante rosa/verde e ai piedi aveva delle scarpe del medesimo colore.
Guardò dietro di me, come se si aspettasse che lo invitassi ad entrare, per spostare lo sguardo su qualcosa di più interessante; i miei occhi.
La sua eterocromia mi toglieva il respiro e le parole, tanto che non sapevo su quale occhio concentrarmi prima così da studiarlo.
Non era la prima volta che Alex mi faceva perdere la concentrazione e mi confondeva fin tanto che rimanevo senza parola.« Vorrei precisare che non sono il tipo che si preoccupa per gli altri. Ma nel vederti così fastidiosamente silenzioso volevo assicurarmi che fosse tutto okay. » Disse, assottigliando gli occhi come a voler studiare il mio comportamento e il mio silenzio.
« Sono solo stanco, il viaggio non è stato facile per nessuno.
Ma questo lo sai già. » Mi giustificai e scrollai appena le spalle con noncuranza.
« Te ne sei andato così, senza dire nulla. Credevo che il fatto che t'abbia chiamato Maggie ti avesse infastidito. »
Scorsi sul suo volto un sorrisetto divertito che cercava in tutti i modi di rimanere nascosto.
« Non me la prendo per così poco, si vede che non mi conosci del tutto. » Non volevo essere scortese con lui, anche se qualche volta se lo sarebbe meritato.
« Sei preoccupato per via di mia madr... di Loki. Del fatto che sia finalmente libero da poter scatenare il Ragnarok. » Intuii.
« E' ciò che preoccupa tutti noi, Alex. Non solo me.
Ma comunque sia, ora pensavo di andare a farmi una doccia. »« Sì Maggie, ti servirebbe più di una doccia a dire la verità. Puzzi di capra. » Ci rifletté attentamente, portando una mano sul mento, per poi esclamare.
« Puzzi di Otis! »Mi passai una mano sul volto e inspirai, oramai senza speranza. Feci scivolare poi la mano lungo il mio capo e mi ricordai che i miei capelli erano stati tagliati per confezionare una borsa magica appartenente ad un gigante di ghiaccio. Avevo dovuto sacrificarli o non saremmo mai riusciti ad arrivare nella tana dei nemici.
« Se non ti serve altro, Alex, ora... » Cercai di concludere, anche se inutilmente.
Piantò i piedi nel parquet (metaforicamente parlando) e insistette, cominciando a parlarmi delle cose più impensabili.« Maggie, non mi starai mica evitando? » Spalancò gli occhi fingendosi sorpreso.
Era proprio il/ la figlio/a di Loki in quel momento.
Caotico, pungente, acido e sapeva fingere incredibilmente bene. Inoltre, possedeva la bellezza di Loki, anche se ora lui aveva il viso sfregiato dal veleno del serpente. Punizione inflitta dagli Dei, per l'uccisione di Balder il figlio prediletto di Frigg.« Alex, per favore.
Non credo che tu voglia rimanere qui, a discutere di follie inesistenti... »
Mi appoggiai alla porta stanco, le gambe mi cedevano. Per quanto avrebbe continuato a parlare a vanvera?
Non che la sua compagnia mi dispiacesse, anzi, ma se fossi stato io a volermi trattenere nella sua stanza, sarei inevitabilmente morto.
Come mai Alex, cercava la mia compagnia quella sera? Era spaventato quanto me per via del Ragnarok?« Non sia mai, io non discuto per delle follie inesistenti. » Gesticolò quasi adirato dalla mia risposta.
Temevo che si stesse per mutare in qualche animale che mi avrebbe fatto a pezzi e no, in quel momento non avevo proprio voglia di morire.
Gli feci segno che era tutto okay e ripresi poi a parlare. « Giusto, tu non lo faresti mai! Errore mio, bene, sì.
Ora posso andare o devi dirmi qualcos'altro? »Oh Dei, quando mai le risposi così.
Sì, in quel momento non si era mutata in un gorilla gigantesco o in una tigre della Malaysia, ma in una lei.
Come dissi prima, sapevo riconoscere quando cambiava da l'uno all'altra.
Mi misi quasi in posizione di difesa, aspettandomi qualche sorta di mossa di Karate Kid ma l'unica cosa che fece fu andarsene con i pugni ben serrati.
Camminava con la schiena ben diritta, aveva un portamento che neanche una principessa possedeva ed inoltre, i suoi movimenti erano ben coordinati.
Chi capiva Alex Fierro era davvero fortunato, poiché ogni cosa che le si diceva la prendeva a male.
Peggio ancora, dovevo stare attento a tutto ciò che dicevo ed alle parole che utilizzavo.
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Angolo autore: Tadan! Chi l'avrebbe mai detto? Sono riuscito a pubblicare pure una Fan fiction su questi due bimbi preziosi a cui tengo particolarmente!
(Chissà perché tutte le mie ship, ultimamente comprendono personaggi legati alla mitologia norrena!)
Ora, spero abbiate gradito questo primo capitolo sulla FierroChase, perché ne darò alla luce un altro molto presto aka non appena avrò un momento di tempo e ispirazione!
Xoxo Gossip Girl. <3 (?)
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𝐎𝐩𝐞𝐧 𝐮𝐩 𝐲𝐨𝐮𝐫 𝐞𝐲𝐞𝐬.
Fanfiction(SOSPESA PER ORA) FanFiction. SPOILER DEL FINALE DI MAGNUS CHASE IL MARTELLO DI THOR. Ho cercato di immedesimarmi in Magnus durante i festeggiamenti per la loro ultima impresa, e sopratutto quando si ferma a pensare al pericolo che sta per incombe...