Jeon Jungkook

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Mi chiamo Park Jimin, ho 17 anni e non sono cosciente al momento. In realtà non ricordo neanche io cosa mi sia successo, non so dove sono e il motivo per cui io sia in questo stato, ma non mi interessa.
Ricordo solo un nome, un volto, una persona: Jeon Jungkook.

Ah, Jeon Jungkook.

Chi è Jeon Jungkook? Difficile da spiegare in poche parole.
È in classe con me, ha 18 anni, è alto, ha i capelli castani, degli occhi dolcissimi e un sorriso da coniglietto davvero tenero. È protettivo e premuroso, sa come trattare una persona in ogni situazione, è meraviglioso. È l'orgoglio di tutti: della sua famiglia, dei professori, degli amici. Jungkook sa fare qualsiasi cosa: è bravo a scuola, negli sport, a mantenere dei rapporti con le persone, sa cantare, sa ballare ed è anche un comico nato. È perfetto. La sua voce è fantastica, come lui. Quando canta e balla mette emozioni e sentimenti, ogni volta che c'è qualche coro scolastico la mia concentrazione cade tutta su di lui, ma non soltanto ai cori. È capace di prendere la mia concentrazione in qualsiasi momento, di cambiare il mio umore, di decidere cosa devo fare: ha il pieno controllo su di me. Inconsapevolmente, mi ha rubato la vita.
Ma è stata la persona migliore che abbia mai incontrato nella mia vita, ma anche la peggiore. Il motivo? Semplice: lui era tutto per me, io non ero nessuno per lui.
Lui per me era un angelo e un demone allo stesso momento, il paradiso e l'inferno. Ma io, per lui, ero soltanto una cosa: un amico.
Solo un fottuto amico.

Purtroppo non ha mai avuto l'occasione di friendzonarmi, peccato, si sarebbe divertito.

Penso si sia capito che mi piaceva e, nonostante i svariati tentativi nel dimenticarlo, mi piace ancora.
Ma è colpa sua.
Ha cominciato tutto lui.
Se non avesse cominciato, a quest'ora sarei sveglio, probabilmente.
Sarei vivo.

Non sono morto, ma non sono neanche vivo.
Cosa sono?

La mia vita è sempre stata piena di insicurezze.
Fin da piccolo non ho mai saputo scegliere. "Gelato alla fragola o al cioccolato?" da qui partiva il mio panico. Una decisione piuttosto facile per il mondo intero, ma non per il sottoscritto, Park Jimin. Alla fine facevo decidere sempre agli altri e casualmente decidevano ogni volta l'opzione che non volevo. Ma non è colpa loro, è colpa mia. Mi accorgevo solo dopo la loro scelta di sapere cosa volevo.
Non mi sono mai accontentato e non è bello, o almeno, non in tutte le situazioni.

E così fu con Jungkook.
Tutte le decisioni in mano sua.
Tutte le decisioni sul mio umore, sui miei impegni, sulle mie promesse, sui miei schieramenti, sulla mia vita.
Jeon Jungkook mi aveva stravolto e mi accorsi troppo tardi di tutto questo, come sempre.

Probabilmente vi starete chiedendo cos'ha fatto di così grave, di così profondo da avermi totalmente.
Nulla, assolutamente nulla.

Cominciai ad interessarmi a lui quando mi notò, quando qualcuno, finalmente, si era accorto di me.
Uno dei ricordi che probabilmente non dimenticherò mai è quando, dopo scuola, mi chiese se io facessi la stessa strada che faceva lui ogni giorno. Io annuii solamente, troppo timido per aprire bocca, e così cominciammo a camminare da soli per le strade di Busan. Fino a quando delle nostre compagne di classe, oche e antipatiche, non ci assalirono e fecero andare via Jungkook.
Non che sia successo tra noi molto in quei pochi minuti in cui eravamo soli, ma a me successe di tutto e di più. Il mio cuore batteva all'impazzata e mi sentii davvero felice dopo tanto tempo. Mi sentii apprezzato, calcolato.
Era una sensazione fantastica.
"Qualcuno, allora, sa che esisto" pensavo.

Era passato un lungo periodo da quando non sentii di nuovo quell'emozione: la felicità.
Strano, vero? Una persona normale si diverte ed è felice con i propri amici, è felice a giocare a calcio, a pallavolo, a golf, a qualsiasi sport e gioco che esista su questa terra. Una persona normale è felice di vivere, è felice della propria vita e di come se la sta costruendo, è felice della sua famiglia e dei suoi cari, è felice di imparare cose nuove, di farsi nuovi amici, di intraprendere conversazioni con qualsiasi essere umano, di avere una vita.
Una persona normale è felice.
E a quanto pare io non ero una persona normale.
Non lo sono stato neanche dopo l'arrivo di Jungkook, forse lui mi ha fatto diventare ancora più strano di prima. Ma finché c'era lui a me andava bene, quindi perché non accettare il tutto?
Così feci, così sbagliai.

fault 'n decision ;; jjk × pjm | osDove le storie prendono vita. Scoprilo ora