L'appuntamento

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Accendo l'abatjour: appuntamento alle ventidue e trentadue. Buonanotte mondo, buongiorno a me.
La piuma sguazza, gira già nell'acqua color fango vecchia di mesi.
Acqua del mio sentimento. Poco sotto le croste del colore, il pennello si ammorbidisce, inumidisce; complice degli occhi miei, dà una forma, una bellezza alle circostanze, quasi per renderle adatte al suo passo, alla sua voce rosso fragola.
Ma stanotte non serviranno colori.
Basta incontrarti. Il colore è con te, dietro di te, con le tue labbra. Piccole, colme d'amore, fino screpolarsi.
O forse è solo il foglio, grattato dall'acqua, dalla mia acqua. Acqua del mio sentimento. Acqua ricercata.
Sentirà, lei, il mio messaggio da qui?
Eppure sei davanti a me, mi fissi. Immobile, davanti le mie mani, delicata. Come la prima volta che ci conoscemmo.
Non rende abbastanza: e intingo il pennello in quel colore roseo, pallido un po', misto di toni. E sfioro le sue labbra, che il misto di toni mi restituiscono. Labbra proibite; solo il mio pennello può scorrervi, passarci e ripassarci, lento. E lei rimane immobile.
Occhi di carbone, alimentano l'istinto e la mia mente. Vaporosa chioma, anellata, di fuoco, che con le sue fila mi tiene aggiogat*, intrecciandosi con la mia, costringendomi dolcemente a guardare solo lei. Mi ha preso.
Un battito cardiaco, un battito di palpebra. Ed è buongiorno al mondo. E buonanotte al cuore mio. Buonanotte, fino a quando la rivedrò. O almeno, fino al prossimo appuntamento.

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