LA LETTERA

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(È consigliata la lettura con il video, così da immedesimarsi meglio nella storia)

Rimanevano lì ore a parlare, a guardare il tramonto, i gabbiani che volavano nel cielo azzuro che all'orizzonte si confondeva con il mare. Lui poi cominciò a dire quanto si odiasse, quanto fosse diverso da tutti, quanto non riuscisse ad accettarsi, parlava, si confidava con me, fino a quando i suoi occhi di ghiaccio si sciolsero in un mare di lacrime. Lui in realtà era perfetto, ma non sapevo come dirglielo, le parole mi si bloccavano sempre a metà della gola, e rimanevo zitta. Passarono i giorni, i mesi, e io mi innamoravo sempre di più, ma lui era ancora più triste, un giorno notai un livido sul suo polso, ma non gli chiesi nulla, avevo paura di essere troppo invadente, mi autoconvinsi che era solo un ombra, e tutti e due ci limitammo a guardarci, in silenzio, non avevamo più niente da dirci. Ogni giorno ci trovavamo sempre lì, al solito posto, e poi tornavamo a casa insieme, con quel treno delle 6 e tre quarti, dove ormai, quasi un anno prima, ci eravamo conosciuti. Era quasi estate, e lui portava troppo spesso la sua felpa arancione, però non gli chiesi mai nulla, stavamo abbracciati sul bordo della scogliera, io sentivo il suo cuore, lui il mio, che batteva solo per lui, l'unica ragione che avevo per vivere, lui però questo non lo sapeva, non sono mai riuscita a dirglielo. Il tempo passava ancora, e purtroppo arrivò quel giorno, quel 16 agosto, e quando arrivai nel nostro piccolo nascondiglio segreto lui non c'era, c'era solo un biglietto, l'aveva scritto lui.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Apr 29, 2018 ⏰

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