Parte 1

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PARTE I

Scott McCall, anni venticinque, stava terminando la sua stancante giornata lavorativa alla clinica veterinaria del suo primo capo di lavoro, nonché ormai caro amico. Non poteva che essere soddisfatto di se stesso. Si era laureato con solo un annetto e mezzo di ritardo, aveva svolto poi i tirocini d'obbligo e finalmente era diventato un veterinario. Si, un lupo mannaro, Alpha per giunta, era riuscito a diventare un veterinario.
«Scott, hai finito di pulire il tavolo dell'operazione?» La voce di Deaton risuonò come un urlo nelle orecchie sensibili di Scott.
«Si ho quasi finito.» Rispose il giovane finendo di posare tutti gli attrezzi del lavoro, appena finiti di sterilizzare. Proprio in quel momento il piccolo sonaglio attaccato sulla porta della clinica cominciò a suonare, segno che qualcuno stava entrando.
«Chi cavolo è a quest'ora.» Sbuffò il lupo mentre si dirigeva verso l'ingresso. «Mi spiace, ma stiamo chiudendo, se il problema non è urg ...» Scott rimase immobile quando vide la persona dinanzi a sé. Era una donna anziana, molto anziana, talmente tanto che gli sarebbe stato pressoché impossibile riuscire a stabilirne l'età. Deaton fu ben presto accanto a lui, squadrando la donna con sospetto.
«Mi spiace signora, ma siamo chiusi ormai.» Disse con voce calma e gentile, ma che lasciava intuire il tono di comando che celava.
«Hale.» Disse la donna. «Cerco Hale.»

* * *

«A quest'ora?» Stiles seguì Derek mentre scendeva le scale. Suo marito si stava infilando la sua immancabile giacca di pelle.
«Si, Stiles. A quest'ora.» Ringhiò quasi il moro. Stiles sapeva diventare estenuante quando cominciava ad essere nervoso.
«Ma aspetta almeno che chiami papà, così posso venire con te.» Cercò di dire il giovane per la ventesima volta in nemmeno venti minuti.
«No, Stiles. Resta qui, sta tranquillo e vedrai che tra meno di un'ora sarò di ritorno.» Esclamò il mannaro mentre prendeva le chiavi della macchina, la sua macchina, non quel catorcio che ancora suo marito si rifiutava di buttare. Nemmeno di rottamare, perché nessuno avrebbe voluto rottamare nemmeno un singolo pezzo di quella macchina.
«Ma ...» Cominciò ad obiettare Stiles, ma le sue parole vennero interrotte dalle labbra del marito che, prepotenti si posarono sulle sue.
Da anni ormai Derek aveva scoperto che il modo migliore per far tacere Stiles non era ucciderlo, probabilmente persino così il suo fantasma sarebbe ritornato per perseguitarlo e continuare a parlare per l'eternità. No, il modo migliore per far tacere quel ragazzino logorroico era baciarlo, baciarlo fino a togliergli il fiato. E fu quello che Derek fece. Baciò suo marito con passione e foga, lasciandolo poi talmente stordito da non ricordare nemmeno di cosa stavano discutendo poco prima e quando Stiles, con gli occhi annebbiati di passione, guardò la porta di casa chiudersi capì cosa fosse appena successo.
«Dannazione, mi ha fregato di nuovo!»

* * *

«Derek, finalmente sei arrivato.» Esclamò Deaton non appena il mannaro entrò nella piccola clinica veterinaria.
«Sapete come diventa Stiles quando si preoccupa.» Deaton annuì, un leggero sorriso che increspò le sue labbra.
«Seguimi.» Accompagnò il mannaro nella saletta sul retro. Il lupo sentì immediatamente un odore strano, l'odore di una donna, ma era strano, non era l'odore di una propriamente umana ma nemmeno completamente soprannaturale.
Quando entrò non si stupì di trovare una donna anziana, lunghi capelli bianchi che le scendevano lungo le spalle, occhi vitrei, probabilmente in passato dovevano essere azzurri, ma adesso erano come sbiaditi, come se la donna si tenesse in vita per uno scopo, per un obiettivo.
«Tu non sei Hale.» Disse la donna con voce gracchiante, che quasi feriva le orecchie sensibili dei due licantropi.
Derek inarcò le sopracciglia, guardando la donna confuso, cercando di ricordare se l'avesse vista in passato.
«Sono Derek Hale. Cosa vuoi?» Disse con fare sbrigativo. Aveva una strana sensazione, tutta quella storia non gli piaceva.
«Derek? Io voglio Peter.» Esclamò la donna, confusa anche lei.
«Ah ecco!» Esclamò sarcastico Derek, stare con Stiles tutti quegli anni aveva i suoi frutti. Se c'era un guaio in arrivo era ovviamente colpa di suo zio.
«Beh, Peter non è qui! Se lo cerchi ti conviene provare altrove.» Esclamò cercando di liquidare la donna nel più breve tempo possibile.
«Voglio Hale! Voglio Peter Hale.» Gracchiò di nuovo la donna. «Mi ha tolto tutto, tutto!» Urlò con una voce così tonante che sembrò per un momento impossibile ai tre uomini che provenisse proprio da quel corpo così vecchio e rattrappito.
«Beh mettiti in fila allora, perché mio zio ha tolto tutto a molte persone!» Di nuovo il tono sarcastico. Dio, stando con lo zoppo Derek aveva proprio imparato a zoppicare.
«No! Ho atteso anni! Ho dato tutta me stessa per trovare il modo di vendicarmi. Voglio la mia vendetta e l'avrò.» Derek e Scott fiutarono immediatamente il pericolo. Estrassero in un colpo gli artigli e subito dopo la donna si ritrovò a fissare quattro paia di occhi rossi.
«Ascolta, capiamo che Peter abbia fatto del male a molta gente, ma noi non ne siamo responsabili. Colpendo noi non saresti diversa da lui.» Esclamò Scott che, come al solito, cercava sempre la soluzione più diplomatica.
«No! Voglio la mia vendetta.» La donna si avvicinò a Derek, il quale le ringhiò contro con quanta più forza potesse. «E l'avrò!»
Successe tutto in un attimo. Scott e Derek non ebbero nemmeno il tempo di poter reagire, che un improvviso lampo di luce rossa avvolse Derek. Il mannaro cominciò a urlare e dimenarsi, portandosi le mani alla testa.
La donna rideva e più rideva, più quell'aura attorno a Derek si infuocava. Il mannaro sentiva la sua testa bruciare, come se il suo cervello stesse bruciando. Si strinse le mani sulle tempie, ruggendo il suo dolore. Sentiva le grida e i ruggiti di Scott, ma il dolore era talmente tanto da non fargli nemmeno capire se li stesse immaginando oppure fossero reali.
Scott cercava di avvicinarsi alla strega, ma più si avvicinava, più quella strana aura rossastra lo spingeva nuovamente indietro. Non era come la barriera dovuta al frassino, quella era diversa, praticamente impenetrabile. Poi, all'improvviso, quella fiamma si estinse e la donna cadde a terra riversa senza vita. Aveva usato tutte le sue energie per compiere quella vendetta nemmeno contro colui che era colpevole dei suoi mali.
Sia Deaton che Scott corsero verso Derek che ancora agonizzava al suolo, tenendosi il capo tra le mani.
«Cosa facciamo?» Domandò Scott preoccupato. Derek non sembrava più in grado di controllare la sua trasformazione e chissà cosa avrebbe potuto fare se si fosse trasformato in lupo senza il minimo controllo.
«E' un incantesimo potente. Gli sta bruciando il cervello.» Esclamò Deaton che poggiò un singolo dito sulla fronte ustionante di Derek.
«Scott, corri ho bisogno di una ciotola di acqua calda, un panno, un accendino e del miglio, rosmarino e anche della passiflora.» Elencò velocemente il druido.
«Cosa? A cosa servono queste piante?»
«Scott muoviti! Non abbiamo molto tempo per salvarlo!» Quelle parole spaventarono Scott. Erano anni ormai che a Beacon Hill non succedeva niente di più di qualche Omega di passaggio che chiedeva di far parte del loro branco. Anche i branchi nemici stavano alla larga da loro, la loro fama ormai era esemplare, per non parlare che un branco di ben due Alpha metteva paura a molti. Erano anni che quindi non sentiva quella sensazione proprio alla bocca dello stomaco, quella scarica improvvisa di adrenalina che sensibilizzava tutti i sensi e ti rendeva vigile. Corse a prendere quanto il druido gli aveva chiesto, le mani gli tremavano.
«Ecco ... ecco ...» Portò l'occorrente al druido che immerse il rosmarino nell'acqua bollente che Scott gli aveva portato, poi passò gli passó il ramoscello di miglio.
«Brucialo, ma appena, deve fare del fumo denso, non lo devi bruciare, mi hai capito Scott?» Esclamò. Il lupo obbedì, stando bene attento a non sbagliare. Appena una piccola fiamma si accese, la spense immediatamente, in modo che fosse solo il calore a bruciare il resto della pianta. Un fumo profumato e leggermente dolciastro cominciò a diffondersi.
«Avvicinalo alle narici di Derek, deve respirarne quanto più possibile..» Esclamò Deaton mentre cercava di far ingoiare al mannaro agonizzante delle foglioline di passiflora. Scott eseguì quanto detto dal druido che aveva contemporaneamente iniziato a sussurrare parole, probabilmente in gaelico antico.
Lentamente, Scott vide il volto contratto in quella perenne smorfia di dolore di Derek, stendersi poco a poco.
Deaton passò poi alla ciotola con il rosmarino, immerse il panno e dopo, con questo, tamponò la fronte del lupo continuando a cantilenare quella lenta e incomprensibile litania.
Scott non seppe quanto tempo passò, fu solo quando il miglio che stringeva in mano aveva ormai esaurito tutte le braci che Deaton smise di parlare in gaelico.
«Credo sia passata.» Sussurrò, tirando finalmente un respiro di sollievo.
«Sta bene? E' salvo?» Domandò Scott alternando lo sguardo da Deaton a Derek che ancora non riprendeva i sensi.
«Non è in pericolo di vita, ma purtroppo un incantesimo del genere, capace addirittura di risucchiare interamente la vita di chi l'ha lanciato, avrà lasciato delle conseguenze.»
«Q-quali conseguenze?» Domandò Scott confuso.
«Non lo so, Scott. Solo il suo risveglio potrà dircelo. Adesso dobbiamo solo avvisare Stiles.»

Say:«I remember», is just another way to say «I love you»Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora