II

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"Questa. È. La mia. CAMERAAA! Chi sei? Chi ti ha detto che puoi stare qua?? Mihawk!!!!! Cosa ci fa un'alga nella mia camera?"
Ci fu il solito mormorio di Mihawk, che non aveva la minima intenzione di impicciarsi.

Zoro così si trovò davanti al suo letto una ragazza, o meglio, una iena che gli urlava addosso.
"Ehi mi hai svegliato ed è già la seconda volta!" rispose Zoro gridando a sua volta "e...aspetta, mi hai chiamato ALGA?! Come ti permetti!"

"Ah io come mi permetto? Tu mi hai rubato la stanza! Vedi di levarti subito."
Zoro la osservò meglio, mentre lei sparava a raffica le sue lamentele, che lui non ascoltava. Aveva i capelli blu raccolti in una treccia e gli occhi giallo-grigi: era davvero inquietante. Portava un mantello grigio e due spade incrociate sulla schiena. Tutta la sua rabbia isterica ora lo faceva quasi ridere accorgendosi della sua misera altezza, era bassa almeno una testa meno Zoro.

"Ah tre spade", disse calmandosi dopo tutte quelle grida, "devi essere Roronoa Zoro, nessun altro porterebbe tre spade."
"Già, sono io", rispose fiero, confidando che questo le avrebbe fatto abbassare i toni e convincere a lasciare la stanza.
"Ciò non toglie che devi andartene dalla mia camera!", riprese la ragazza urlando.

Zoro ci aveva messo moltissimo tempo a trovare quella camera e cercò di spiegarglielo in modo da non farsi passare per uno scemo senza un minimo senso dell'orientamento. La ragazza gli disse che avrebbe avuto la camera accanto e, collegando la vernice al suo discorso, capì che non era in grado di riconoscere un posto dall'altro, così prese il pennello, che Zoro aveva lasciato in un angolo della stanza, e scrisse Roronoa a caratteri cubitali sulla porta accanto.

Dopo aver sistemato anche delle lenzuola pulite nella nuova camera, la ragazza lo fece alzare dal suo letto. Vide che era tutto sporco di sangue.
"Mi hai sporcato tutto il letto! Ah non ti sai fare nemmeno delle fasciature decenti?!" poi abbassò la voce e con calma aggiunse: "hai bisogno di cambiare le garze."
Lo portò nella sua nuova stanza. "Aspettami qui ci penso io alle garze."
"Le ho già finite"
"Fammi indovinare... non sai raggiungere il posto in cui le hai trovate, vero?"
"Non è assolutamente vero. Non ti permettere!"
"Stai calmo. Ci penso io. Stai qua tranquillo e fermo."
La ragazza prese le garze e, mentre stava tornando alla sua camera, lo trovò in giro.
"Cosa. Ci. Fai. In giro?
"Sto andando a recuperare le mie spade."
"Le ho lasciate nella mia camera, quella accanto alla tua."
"So benissimo dove sono, nana."
"Sì, infatti sei dalla parte opposta del castello. E non mi chiamare nana."
"Ho solo fatto il giro lungo."
"Muoviti." Disse la ragazza intimandogli di seguirla, per ricondurlo nella stanza.
Gli riportò anche le spade, che lui le strappò immediatamente di mano come un bambino geloso dei suoi giocattoli.

La ragazza disfò le fasciature, lavò le ferite e applicò delle erbe mediche prima di ricoprire tutto con le bende pulite. Zoro sentiva che le sue mani erano estremamente delicate, sembrava che lo sfiorassero appena e non sentì bruciare le ferite neppure una volta.
"Non ti sei ancora presentata" disse mentre stava ancora finendo di medicarlo.
"Sono Yuna." rispose la ragazza sorridendogli.
"Ma non era isterica?" si chiese Zoro.

§

Zoro dovette ammettere che con le nuove garze e con una medicazione decente, anzi, a regola d'arte, sentiva già che le ferite si stavano rimarginando e si sentiva decisamente meglio. E in poco tempo si rimise quasi completamente.

Decise, dopo l'ennesima dormita, di andare a cercare qualcosa da mangiare in cucina. Mentre stava iniziando ad addentare la prima cosa che gli era capitata per le mani, sentì un chiacchiericcio provenire dal salotto di Mihawk e si dirige verso quello. Sporgendosi appena dallo stipite della porta, vide mimi seduto su un divano e Yuna sdraiata, con la testa sulle gambe dell'uomo. Erano piuttosto affettuosi, tanto che Zoro si ritrovò a pensare che fossero teneri: lui continuava ad accarezzarle i capelli. Poi si riscosse subito da tali pensieri, non capendo che avesse fatto a definire Mihawk tenero.
Iniziò, quindi, ad ascoltare la loro conversazione.

"Allora che impressione ti ha dato?" chiese Mihawk con la sua solita voce calma e profonda.
"Non ho ancora capito se è veramente stupido o lo fa apposta per dare fastidio. Insomma, un pirata di una certa fama me lo sarei aspettata con un minimo di furbizia almeno."
Zoro vide un mezzo sorriso sul volto impassibile di Mihawk: era davvero possibile sorridere per quell'uomo? O avere qualsiasi tipo di mutamento sul viso?

"Sarà una giornata no.", continuò Yuna.
"Nei giorni precedenti ha dimostrato di essere migliore di quanto sembri." rispose l'uomo, pensando al modo con cui Zoro gli chiese di essere allenato.
"Mh vedremo."
"Sai, a proposito dei giorni precedenti... mi ha chiesto disperatamente di allenarlo."
"Ecco perché è venuto qui."
"No, in verità ce lo ha spedito Bartholomew durante uno scontro a Sabaody. Aveva previsto che su quest'isola avrebbe trovato ciò che gli serviva."
"Chissà come se la cava."
"Lo scoprirai più presto di quanto pensi." disse Mihawk con un sorrisetto inquietante
"No, no, no, non ci provare."
"E invece sì: lo allenerai tu."
"Non se ne parla." esclamò Yuna alzandosi.
"Cosa c'è? Non ne sei in grado?"
"Certo che sì, ma..."
"Allora lo farai, non vedo perché non dovresti."
"Mimì perché dovrei farlo?! Se tu non vedi un motivo per non farlo, io non vedo un motivo per farlo."
"Non mi chiamare così."
"Come? Mimì? Mimì Mimì Mimì."
"Sta' zitta! E poi farà bene anche a te."
Solo così riuscì a zittire Yuna  che, solo dopo un po' di silenzio, disse sbuffando: "E va bene."

Ritornò a sedersi accanto a Mihawk e riprese: "Però l'ha chiesto a te, non a me."
"Vai a dormire, ti aspetta una giornata dura domani." disse l'uomo, lasciandole un bacio sulla testa.
"Bastardo" mugugnò Yuna, facendo in modo che lo sentisse distintamente.

Intanto Zoro, vedendo che il dialogo era agli sgoccioli, era tornato in cucina a finire quello che stava mangiucchiando.
Si stava chiedendo se quei due stessero insieme. "No, impossibile. Lui è molto più vecchio e lei ha la mia età. Ma tutti quei gesti... bhe scelta loro di stare insieme. Fatti loro." continuò a pensare.

Yuna uscì dal salotto e, passando accanto alla cucina vide Zoro e gli disse semplicemente: "Ti conviene andare a dormire e ti conviene ascoltare i miei consigli. Sempre."
E così si dileguò in camera sua.

Spazio autrice
Spero che il capitolo vi sia piaciuto.
Il prossimo capitolo uscirà tra una settimana.

Spadaccini [Zoro - One Piece]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora