Il silenzio di una notte

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Aurora ,stesa nel letto sotto le calde coperte, fissava il soffitto che ,qualche settimana prima, lei e Malefica, avevano dipinto insieme. Il disegno rappresentava ogni creatura fatata della Brughiera, luogo in cui passava tutti i pomeriggi . La fata che l'aveva sempre protetta sin da bambina, da pochi anni, era diventata il suo unico punto di riferimento. La ragazza fin da quando era piccola si era sempre accorta dell'ombra e del corvo che la seguivano ovunque ed era stata felicissima di incontrarla , dopo tutto quel tempo. L'altra era una ragazza forse di dieci anni più grande di lei , era una fata alta e magra con delle lunghe corna sul capo , un bastone di quercia e sempre lunghi vestiti neri con strascichi lunghissimi per riparasi dal freddo pungente. Però era bellissima pensò la giovane dai capelli dorati. Ricordò il suo viso così spigoloso e dagli zigomi sporgenti ma comunque dolce e giovane, le labbra sempre rosse come ciliegie e carnose, il collo stretto e lungo  , il capo sempre coperto così come le corna da copricapi inquietanti  ed i suoi occhi; ogni volta che la guardava ,Aurora, non riusciva a staccare i suoi occhi da quegli dell'altra. Erano verdi smeraldo e brillavano come stelle nel cielo poi, quando utilizzava la magia, le iridi  si coloravano d'oro e riflettevano come uno specchio. Era da molto tempo che la ragazza scappava di casa nel pomeriggio per andare nella Brughiera a giocare con la fata, Fosco il corvo e tutte le altre creature fatate che erano incredibilmente gentili con lei. Adorava la sua vita e tra un paio di mesi sarebbe stato il suo sedicesimo compleanno. Era così felice perché da molto pensava di fare una richiesta alla fata ma non aveva mai avuto il coraggio di porle quella domanda. 

Aveva inoltre notato che quando lei e la fata camminavano per il luogo incantato, tutte le creature fuggivano di fronte a lei . I loro sguardi erano spaventati e nessuno osava avvicinarsi . Aurora si chiedeva perché la temessero tanto. Era forse malvagia? no era escluso. Se fosse stata cattiva non le avrebbe salvato la vita e non l'avrebbe cresciuta . Eppure nonostante i gesti d'affetto che la fata compiva ogni giorno verso Aurora, le altre fate e gli orchi e tutti non riuscivano ancora a fidarsi di lei.  Guardò fuori dalla finestra , su ,verso le stelle che brillano nella notte aiutando la luna ad illuminare il cielo e pensò che nulla, neanche tutte le stelle del firmamento , sarebbero mai state belle quanto la sua fata madrina poi chiuse gli occhi abbandonandosi ai sogni.

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