Parte 2

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Che il lunedì mattina sia illegale, è una cosa che è stata assodata da tempo.
Dopo le follie del sabato sera e il pranzo domenicale con i parenti, doversi alzare alle sei di mattina e chiudersi in un edificio dalle finestre piccole, le stanze affollate, con una percentuale di delimitazione di sfera personale indirettamente proporzionale alla presenza di acqua nel deserto, è un trauma non indifferente a cui sottoporre la fragile mente di un adolescente. Soprattutto se l'adolescente in questione ha appena avuto un'eccessiva crisi di identità dovuta allo sconcerto per il profondo godimento provato durante una fellatio che, per la precisione, è avvenuta in un luogo pubblico tra due esseri di sesso maschile, non proprio nel pieno delle loro facoltà intellettive.
Namjoon, durante la lezione di matematica, non ci aveva capito un tubo delle funzioni crescenti e decrescenti. Fissava la lavagna tentando di trovare il nesso logico tra la spiegazione del professore e la rappresentazione grafica mentre le mani si muovevano frenetiche per ricopiare gli appunti sul quaderno.
Se fosse stato possibile dare la colpa alla scarsa preparazione del docente o dello studente stesso o più filosoficamente parlando al fatto che pretendere di spiegare una disciplina come la matematica ed essere compresi, non mettendoci una passione e una dedizione maggiori di quelle richieste durante la preparazione dei muffin con le gocce di cioccolato, sarebbe stato tutto più semplice e meno umiliante che ammettere che in realtà la testa di Namjoon era affollata da pensieri e ricordi di quella notte passata in discoteca, tra il fumo di una sigaretta e l'essenza dolce di un paio di labbra alla fragola che catturavano le sue e lentamente scendevano fino a succhia― Basta!
«Namjoon, c'è qualche problema?» il professor Choi aveva notato l'espressione smarrita nel volto del ragazzo, credendo fosse il risultato della sua spiegazione confusa «Ragazzi, se qualcosa non è chiaro, ditelo, lo rispiegherò perché so quanto sia difficile...» continuò rivolgendosi anche al resto della classe.
Che ne sai di quanto è difficile?
Alcune mani, incoraggiate dal discorsetto, si alzarono per porre domande specifiche sul punto che non avevano compreso.
Namjoon era concentrato sui disegni alla lavagna.
La prima funzione rappresentava una retta sempre crescente, gli ricordava la sua vita: nonostante l'insicurezza, le sue basi erano solide e gli permettevano di andare avanti puntando al meglio.
La seconda era una funzione "strana", così l'aveva chiamata il professore, nonostante presentasse un andamento crescente, ad un certo punto aveva incontrato un ostacolo che aveva leggermente deviato la sua corsa verso l'alto.
L'ultima, inaspettatamente, decresceva sempre.
Namjoon avvertì il panico impossessarsi di lui. Saliva dai piedi, più veloce del flusso sanguigno, e gli faceva tremare le ginocchia, raggiungeva le punte delle dita che iniziavano a prudere, per poi arrivare alle spalle irrigidite.
Che l'ostacolo della seconda funzione fosse Seokjin e la terza una predizione del suo futuro?
Se così fosse stato, era finito.
Niente più stima della famiglia, niente più sogni.
La stava prendendo decisamente male.
La campanella suonò e lo riportò alla realtà. Si alzò e in fretta raccattò tutta la sua roba dal banco infilandola disordinatamente in borsa, senza curarsi di Hoseok che ancora in classe gli urlava di aspettarlo.
Lui si era già fiondato verso l'uscita della scuola.
Hoseok aveva notato il cambiamento nel suo amico quella sera nel parcheggio.
Dai messaggi di Taehyung, non quelli in cui gli chiedeva di sbatterlo contro il muro di un lurido cesso e farlo sentire la sua puttana, sembrava che tra Namjoon e Seokjin fosse successo qualcosa di brutto, come una litigata o roba del genere, dato che anche suo cugino si era comportato in modo strano durante il viaggio di ritorno a casa ed era ripartito per Seoul con una certa fretta, il lunedì mattina.
Hoseok pensò che quel ragazzino che l'aveva provocato in discoteca, strusciando il sedere sodo sul suo pacco, non fosse poi così esperto se non aveva notato i lividi sul collo di Namjoon che non avevano molte possibilità di essere il risultato di una scazzottata.
«Nam, aspettami!» aveva urlato per tutto il tempo contro la sua schiena che si allontanava sempre di più.
Ma Hoseok era un ballerino, abituato ad estenuanti ore di prove spacca ossa. Con due lunghe falcate lo raggiunse e lo fece voltare con un forte strattone.
«Si può sapere che ti prende? Ti sembra il modo di comportarti?» Hoseok era un tipo comprensivo ma quello che meno sopportava era l'essere ignorato dai suoi amici, in particolare da Namjoon che considerava un fratello.
«Scusami, Hobi hyung, oggi inizio prima il turno alla caffetteria, devo scappare»
«Bene, ci vediamo da te quando stacchi perché non ho capito un cazzo di matematica».
Namjoon trovava improvvisamente allettante l'idea di attraversare la strada nonostante il semaforo rosso.
Salutato lo hyung, si diresse a lavoro.
Divertente.
Ma cosa gli era saltato in mente?
Lui non era neanche gay, se avesse voluto una donna gli sarebbe bastato schioccare le dita. Era timido e un po' impacciato ma la sua mente era sempre stata oggetto di fascino per le ragazze del quartiere.
La prima fidanzatina arrivò alle elementari, giocavano sempre insieme e si sbaciucchiavano sotto la cattedra.
La prima esperienza col sesso c'era stata a casa di Lisa, una ragazza del corso privato di inglese, un anno più grande che gli aveva fatto una corte spietata e poi era tornata col suo ex. Con lei sì che era stato divertente, a tratti piacevole ed estremamente stancante.
Namjoon non era gay.
È che quella sera era ubriaco e triste e Seokjin era lo sconosciuto perfetto su cui sfogarsi. Non si sarebbero visti mai più perciò andava bene così, non aveva perso niente.
E allora perché continuava a pensare a lui?
Perché si era sentito compreso e al sicuro quando gli aveva parlato dei suoi progetti per il futuro e ancora più affascinato nel sapere che sognava di diventare un attore?
E perché, intento a sistemare le tazze nella credenza dietro al bancone, sperava di sentire il campanellino all'entrata suonare e materializzarsi, in tutta la sua bellezza, Seokjin?
Quasi gli cadde tutto dalle mani al realizzare quei pensieri.
Perché era un idiota, ecco perché.

Strawberries and cigarettes🍓 | namjinDove le storie prendono vita. Scoprilo ora