Tokyo Ghoul

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Sono una semighoul e non dovrei esistere. Sono un difetto genetico, la mia nascita è stata uno sbaglio a livello cellulare. Mi hanno detto che mio padre era umano e mia madre una ghoul. L'unico motivo per cui sono sopravvissuta da feto è stato perché le cellule di mia madre non hanno divorato le mie. I miei genitori sono morti, uccisi in un attacco organizzato della CCG. Non mi dispiace, non voglio sapere che razza di animale sia mia madre e che stupido traditore sia mio padre. Sono solo un insulso e una puttana, li ho sempre odiati. L'unica cosa per cui sono loro grata è che potrò contribuire allo sterminio dei ghoul: gli investigatori mi hanno risparmiata per usarmi come arma.

Fisso il modulo d'iscrizione all'Accademia per Investigatori Anti-Ghoul, compilato dalla bella scrittura di Akira Mado.

-Akane- leggo a voce alta. E' il mio nome, significa 'rosso profondo'. Lo ripeto. Non ci sono abituata, fino ad un mese fa non avevo un nome, solo una sigla, 'Progetto Quinx'. Ripeto di nuovo il nome. Non mi calza, non ho nemmeno i capelli rossi, ma mi piace perché è stata la signorina Mado a darmelo. Lo ripeto.

-Stai zitta!- sbotta l'agente che mi controlla oggi. entra nella mia cella, mi strappa il foglio dalle mani e mi tira un pugno al torace. Mi blocca il respiro per un attimo e la costola che il mio corpo addormentato dal CRc stava lentamente rigenerando si rompe di nuovo. L'agente mi dà un calcio alle gambe, che cedono. Cado a terra e lui continua a picchiarmi. Evita la faccia però. Non posso andare in Accademia con il naso rotto, sarebbe indecoroso. Quando si stufa di prendermi a calci si abbassa e mi tira in capelli facendomi sollevare la testa.

-Se solo spazzatura- mi sussurra all'orecchio, poi mi butta di nuovo a terra e mi sputa addosso. Io non posso fare altro che nascondere un sorriso e ringraziarlo mentalmente. sono un semighoul e non dovrei esistere, me lo merito. Il mio corpo è sbagliato, io sono sbagliata.

Quando il mattino dopo la porta della cella si apre, Akira Mado appare sorridente, accompagnata da un raggio di sole che mi brucia gli occhi. Il sekigan si attiva e alcuni agenti fanno per attaccarmi, ma la signorina Mado li ferma. Le sorrido ma devo farle schifo con il labbro spaccato e sanguinante, così smetto. La signorina mi fa fare una doccia, mi fa mettere l'uniforme e un collare a scossa che all'occorrenza potrebbe uccidermi.

-Perfetta- commenta mettendomi una ciocca di capelli nero pece dietro l'orecchio. Le sorrido e il taglio sul labbro si riapre; lo lecco per togliere il sangue ma il sapore metallico mi fa attivare di nuovo il sekigan: il mio occhio destro diventa nero e sento i capillari ingrossarsi di sangue rosso scuro. Mi affretto ad abbassare la testa e coprirmi con una mano per non dover sottomettere la signorina Mado alla mia orribile vista. Lei inclina la testa, sorride e mi porge una benda. La indosso, copre alla perfezione l'occhio. Sorrido.

Dopo mezzora arriviamo all'Accademia. La signorina Mado mi accompagna in classe e scambia due parole con il professore mentre io mi siedo nel banco più vicino alla cattedra.

Quando finalmente inizia la lezione e il posto accanto al mio è ancora vuoto. Non che mi aspettassi diversamente, anzi, sono felice che nessun umano sia costretto a subire la mia vicinanza. Il professore distribuisce i libri di testo e io trovo sotto il banco una matita smangiucchiata e inizio a prendere diligentemente appunti sulla parte del libro libera dai testi e dalle immagini.

Sono le 9.32 esatte - l'orologio sopra la lavagna scandisce i minuti - quando la porta si spalanca di colpo e un umano appare sulla soglia. Indossa pantaloni al ginocchio che tiene su con un paio di bretelle fucsia a pois gialli e blu. La sua camicia bianca è troppo grande, i bottoni sono messi male, non sono allacciati nel modo giusto. Sento gli umani dietro di me che commentano cose cattive.

-Buongiornooo!- esclama il ragazzo sulla porta. Si mette sull'attenti e solo adesso noto le cuciture rosse che gli ricoprono la pelle candida. I suoi capelli bianchi ondeggiano come fossero fatti di nuvole. Sono imprigionati da delle forcine magenta che formano il numero romano XIII.

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⏰ Ultimo aggiornamento: May 12, 2018 ⏰

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