giorno 1

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Mi sveglio di soprassalto.
Sento delle urla provenire dall'esterno e il mio sangue inizia a gelare. No, non è possibile, non posso credere che tutto quello a cui ho sempre creduto sia vero. Mi alzo di scatto dal letto e mi affaccio cauta alla finestra. Rimango impalata a vedere quello che succede fuori: il chaos.
Persone che scappano e persone che muoiono, sono arrivata all'inferno.
"Mamma!" Urlo, e sento dei passi avvicinarsi alla mia camera, entra lei, ha una faccia sconvolta come se avesse appena visto la morte, e in effetti è proprio così. "Margherita, avevi ragione, io..." non riesce a finire di parlare che inizia a piangere. Mi avvicino a lei e le accarezzo la testa "non piangere, ti prego"  le parole escono fragili dalla mia bocca, ma devo essere forte, devo essere forte per lei.
Le afferro la testa, per cercare di calmarla, ha il respiro pesante e affaticato; le sue pupille sono dilatate per la paura. "Mamma, ascoltami" la guardo negli occhi "adesso andiamo a cercare dei coltelli che potremmo usare come armi, devi lasciare che la paura non ti faccia fare passi falsi, capito? Devi farla diventare forza che puoi usare contro di loro" lei annuisce e va verso la porta e io la seguo.
"Scendiamo in cucina. Non fare troppo rumore, ti prego" lei annuisce e scendiamo entrambe le scale. Sento dei rumori al piano di sotto, e penso a tutto quello che ho cercato negli ultimi cinque anni della mia vita, a tutti i film che ho visto, i disegni che ho fatto. Non sono pronta ad affrontare una cosa del genere, non credo lo sia mai stata, ma ormai il destino è segnato. L'unica cosa che posso fare è sopravvivere.
Sento un verso molto ovattato dalla cucina, e prendo la prima cosa che trovo per fare male a quel mostro.
"Mamma non muoverti" le dico a bassa voce lei mi guarda e fa per dire qualcosa, ma si ferma, sa che la proteggerei a tutti i costi.
Arrivo in cucina e vedo una persona, se si può ancora chiamare così, girata verso la credenza. La maglietta visibilmente strappata, dei graffi su tutto il corpo.
Si gira, e io mantengo il sangue freddo, so che se andassi nel panico morirei. Rimaniamo a guardarci per alcuni secondi, io studio lui, lui studia me; poi ruggisce e mi viene addosso, mi scaraventa per terra e cerca di mordermi. Il mio respiro si fa affannato, e lo spingo dall'altra parte togliendolo dal mio corpo. "Okay, direi che il teatrino è finito" detto ciò, prendo il manico della lampada e glielo sbatto dritto sulla testa. Questo cade a terra e non si alza più, le lacrime scendono sul mio viso, non voglio che sia così per sempre, non voglio che tutta la mia vita sia spazzata via per colpa di queste... cose
"Mamma!" Lei arriva quasi in un secondo "prendi più cose che puoi, dobbiamo andare via da qui" lei mi guarda, poi guarda per terra e urla.
"No! Non devi, ti prego fallo per noi, non farti prendere dal panico"
Vado sotto a prendere il vecchio fucile di papà, spero che funzioni ancora...
scendo i primi due scalini e sento un urlo provenire dal piano di sopra. Corro e vedo mia madre venire attaccata da un altro di loro, come ha fatto ad entrare? Pensavo fossero finiti. "Mamma!" urlo così forte che la mostruosa creatura si gira e viene verso di me ancora più velocemente. Ma lei si mette davanti a me e si fa mordere.
Tutto si fa sfocato, le mie orecchie fischiano e non capisco come tutto ciò possa essere accaduto in una sola notte.
E poi urlo, urlo così tanto che la gola mi brucia, ma non mi importa, non voglio rimanere intrappolata in questo mondo, non voglio rimanere qui senza di lei...
poi però qualcosa mi blocca dal lasciarmi cadere per terra. Afferro, un coltello sulla credenza e vado contro alla creatura correndo e conficcandoglielo nella tempia. Cade e io mi accascio per terra insieme a lui e inizio a colpirlo più volte, ancora ancora e ancora... finché le mie mani non si dipingono di sangue putrefatto. Ormai dai miei occhi escono solo lacrime, mi giro verso mia madre e le scrollo una spalla per farla rimanere cosciente.
Lei mi guarda, e sorride, accarezzandomi la guancia rigata dalle lacrime.
"Tesoro, non preoccuparti, io sto bene, devi salvarti, salvati finché puoi, io credo in te. Abbi la forza di andare avanti, ti prego, fallo per me"
Io singhiozzo e la guardo mente chiude gli occhi
"Non puoi morire mamma, ci sono tante cose che dobbiamo passare insieme, ci sono tante cose che ti devo ancora raccontare, tutti i segreti... ti prego non morire" ma ormai lei non risponde più e rimango da sola con il suo corpo morto vicino a me.
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Il sangue sulle mie maniDove le storie prendono vita. Scoprilo ora