Harry's POV
"Harry tu sei completamente fuori di testa. Ma come ti viene in mente di fare certe cose? Tu sei pazzo, cristo.." Continuo a camminare stringendo i pugni e a testa bassa.
"Forse fai ancora in tempo a riavere il lavoro, non puoi abbandonare tutto così. Insomma ragiona -Sam si blocca e mi guarda negli occhi- non è una città ricca, guardati intorno. Vuoi forse morire? Oh mio dio, Harry.."
"Smettila. È stata una mia decisione, so cosa farò." Volto le spalle al mio amico, imboccando la strada verso la fermata dell'autobus.
"Dove pensi di andare?" Sento la voce in lontananza di Sam.
"A fanculo, è un bel posto, dovresti andare anche tu, una volta ogni tanto." Sbuffo e ignoro il mio ormai ex collega di lavoro, sedendomi e aspettando l'autobus.Scendendo dal mezzo, la domanda che mi sorge più spontanea è: "Come è possibile che un posto così bello sia a tre passi da casa mia ed io non ci sia mai stato?"
TNE è il quartiere più ricco e nuovo di Edimburgo, guardandomi intorno noto palazzi altissimi, case senza nemmeno un piccolo accenno di decadenza, uomini vestiti elegantemente e donne che passeggiano parlando al telefono o con qualche amica. Di fronte a me si staglia il grattacielo più alto e imponente di tutta la città, si dice che questo è il luogo in cui lavora Lui, ma nessuno ne ha la certezza dato che è impossibile entrare, se non attraverso uno speciale timbro trasparente sull'orologio.
Inizio a girare per il quartiere sentendomi completamente fuori luogo, come se fossi di troppo. Le persone mi squadrano dalla testa ai piedi, e cammino a testa basso fino ad arrivare al luogo in cui ero diretto.
Apro il portone bianco del piccolo casinò e trovo ad accogliermi un uomo che sembra avere circa una cinquantina d'anni. L'uomo mi guarda come fossi un alieno, uno sbagliato.
Okay, forse potevo evitare di mettermi una semplice felpa grigia, ma in fondo non credo che il mio abbigliamento interessi seriamente alla gente.
Saluto educatamente l'uomo, il quale si alza e mi viene incontro:
"Buonasera, come posso aiutarla?"
"Sono venuto qui per giocare a poker."
"Lo sa che deve iscriversi prima?"
"Ah, vabè.. non vedo quale sia il problema" mi avvicino al bancone in legno e aspetto che l'uomo si accomodi dietro di esso.
"È necessario pagare per giocare"
"Quanto esattamente?"
Mi porge un foglio e strabuzzo gli occhi leggendo la cifra. Due anni e quattro mesi.
"Io sono qui per guadagnarlo quel tempo"
"Mi dispiace, questa è la quota di iscrizione al casinò."
"Io non ho tutto quel tempo"
Sussurro e tiro su la manica della felpa, mostrando il mio orologio. Tre mesi. L'uomo spalanca gli occhi e mi mostra il suo di orologio: settantatrè anni, tre mesi e ventisei giorni.
"Dai, dammi qua." L'uomo parla piano, guardandosi intorno e porgendomi il braccio. Incredulo, avvicino cautamente il polso all'uomo il quale mi passa tre anni e sei mesi.
"Li rivoglio indietro con i contributi, sia chiaro."
Accenno un sorriso e pago, per poi iniziare a compilare il foglio.
"Come ti chiami?"
"Harry Edward Styles, piacere." Porgo la mano all'uomo, il quale la stringe e parla: "William Fletcher Patel. Ti accompagno."William si affianca a me e iniziamo a camminare verso l'ingresso vero e proprio del casinò. Appena entrati, inizia a parlare: "Questo non è sicuramente il più celebre casinò di TNE, ma è da qui che si parte. Se ti è sembrata alta la quota di iscrizione, sappi che quelle degli altri casinò, come il Saint Germain, sono il doppio o anche il triplo di quella che hai pagato." Si zittisce per un attimo scrutandomi, poi riprende a parlare: "Ecco, qui è dove si gioca la sera. Talvolta vengono anche dei pezzi grossi a giocare per vincere facile. Alcune sere è quasi vuoto, altre c'è talmente tanta gente che siamo costretti a chiudere prima l'entrata."
Si ferma davanti un tavolino con un uomo seduto al tavolo. L'uomo mi squadra e mi invita a sedermi, masticando rumorosamente un chewing-gum e poggiando i gomiti sul tavolo.
"Theodore Harvey"
"Harry Edward Styles" mi siedo, mentre William se ne va lasciandoci soli.
"Che ci fa un giovane come te qui?"
Non rispondo, abbassando lo sguardo.
"Sei muto?" Theodore si avvicina a me.
Deglutisco, "Ho bisogno di tempo"
"E pensi che basti venire in un casinò nella zona ricca della città per diventare immortali? Vivi in un mondo tutto tuo." Theodore inizia a ridere ed io alzo lo sguardo, stringendo i pugni per evitare che la mia estrema impulsività prenda il sopravvento.
"Giochiamo?" Chiedo, incontrando per la prima volta gli occhi dell'uomo.
"Sto aspettando altre persone.. l'appuntamento era alle diciassette e trenta." Guarda l'orologio, sbattendo ripetutamente il tallone sul pavimento.Aspetto silenziosamente l'arrivo degli altri uomini, rendendomi finalmente conto del guaio in cui mi sono cacciato.
HEI!
È la prima volta che faccio una specie di angolo autrice, semplicemente perchè credo non ce ne sia tanto bisogno. Però volevo scusarmi per la mia assenza e informarvi del fatto che non sono morta, bensì sono stata in gita, so non ho avuto tempo di aggiornare.Love u all, grazie per leggere questa storia♡.
-Francesca ☀️
Ps: se volete contattarmi per qualsiasi motivo potete farlo su instagram: francescalucariini ❣
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In time || Harry Styles
RandomCosa succederebbe se il tempo diventasse davvero denaro? Se iniziassimo ad avere letteralmente i giorni contati? "Mi chiamo Susan, ho ventuno anni da centoventisei. In pratica vivo da centoventisette anni ma ho smesso di invecchiare ai miei ventuno...