#1º chap.

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" over & over, waves of running feelings floating weightless, I'm willing my will keeps bending & breaking - - hold me, trust me, help me ride in your love all night ( . . . ) I wanna die in your love all night. "

( . . . )

Milano, 20 Maggio 2018.

Caldo, afoso, e quella maledetta camicia bianca ad incollarsi sull'epidermide fin troppo chiara per poter reggere quei raggi che, fastidiosamente, picchiavano contro il corpo minuto di Olivia. I grandi occhiali neri erano tenuti sul naso, le cuffie alle orecchie e la voce del suo capo che ancora, per la milionesima volta, le ripeteva di portare a termine nel migliore dei modi l'ennesimo lavoro a lei assegnato.

" Olly, ricorda: sono persone davvero precise ed esigono altrettanta precisione in ogni cosa che si fa. Mi fido delle tue capacità ed è per questo che ho scelto te — non farmi ricredere! "

" Perché mai dovresti ricrederti, Sergio? " la voce della ragazza nascondeva quel tono sarcastico che da sempre, in un modo o nell'altro, il suo capo aveva da sempre apprezzato. " Non ho mai fatto casini irrimediabili, è una semplice intervista! Che vuoi che sia? "

La mora aveva conseguito la sua laurea in Giornalismo solo due anni prima e senza ripensamenti, da quella che era la bellissima capitale della penisola si era trasferita al Nord, in quella che tutti definivano la città della nebbia: Milano. In realtà Olivia non si era mai lamentata di quel grigiastro che nei mesi invernali regnava sovrana sulla grande città, pensava in realtà che le regalasse del fascino, triste a volte, ma comunque particolare. E poi in estate, quando il sole picchiava ardente sulla pelle, i palazzi si illuminavano, scintillavano sotto quei raggi accecanti, i parchi si colorivano di quel verde brillante ed i Navigli sembravano essere di giorno in giorno sempre più belli.

" D'accordo, d'accordo, ci risentiamo quando hai fatto. Fammi sapere! "

E la conversazione finí, il rumore del tacco nero di Olivia che ritmicamente picchiava sull'asfalto ma nascosto dai numerosi clacson e chiacchiericci generali attorno ad essa, che piano si interrompevano arrivata finalmente alla meta. Non percepiva pressione alcuna la mora, sapeva perfettamente come doveva comportarsi, come doveva presentarsi e, cosa più importante, come svolgere al meglio il proprio lavoro. La testata giornalistica per cui lavorava era riuscita ad ottenere una grande esclusiva sportiva per tanto, l'intero ufficio si era mobilitato per poter conseguire nel migliore dei modi quella grande opportunità che, ovviamente, avrebbe dato loro possibilità di far cassa oltre alla grande pubblicità che questo avrebbe portato in seguito, annessi ad altri benefici mediatici.

" Buongiorno, sono Olivia Abati del " Milano Infos ". Avrei un appuntamento — — "

" ( . . . ) Signorina Olivia, la stavamo aspettando. Venga pure con me. "

L'uomo che non superava i trent'anni aveva preceduto quel fiume di parole che ogni volta Olivia era tipica dire per presentarsi ad ogni tipo di appuntamento. Il sorriso cordiale del moro, vestito elegante ed i capelli perfettamente pettinati avevano fatto capire alla giovane giornalista di avere davanti colui che stava cercando e che, con altrettanta cordialità aveva allungato la mano verso di essa.

" Sono Steve, piacere di conoscerla! È un piacere per noi poter collaborare con la vostra testata. Da un anno a questa parte stiamo cercando di lavorare sulla nostra società riportandola al massimo delle sue potenzialità in ogni campo conosciuto e non. L'innovazione è la nostra forza, per questo vogliamo distaccarci da qualsiasi cosa che porterebbe la condivisione con altre società ed aziende facendo di passare le nostre novità in secondo piano. Abbiamo accolto la vostra richiesta principalmente perché siete un gruppo di giovani con idee brillanti, i vostri scritti e le cose di cui vi occupate vengono valorizzate al massimo, è stato quindi inevitabile per noi accettare questo fantastico invito che spero possa ripetersi in futuro. " le parole erano uscite fluide, anche se in un italiano maccheronico e non perfetto mentre Olivia lo ascoltava e seguiva all'interno di quella che sarebbe stata la stanza in cui il tutto avrebbe preso vita. Le mani nelle tasche dei pantaloni eleganti, e lo sguardo che di tanto in tanto, cordiale, andava ad incrociarsi con quello di Olivia che camminava al suo fianco.

" Le do comunque il benvenuto nella nostra sala meeting, ristrutturata l'estate scorsa, come l'intero centro sportivo. Il nostro nuovo atleta sta per arrivare, lei può nel frattempo sistemarsi come meglio crede — vi lascio all'intervista e ci vediamo poi nel mio ufficio, può benissimo chiedere di me nella hall principale. "

Ed ancora quella cordialità quasi disarmante: la voce pacata, bassa, il volto quasi inespressivo ma che riusciva a far intravedere una tale sicurezza che quasi era impossibile scalfire. Olivia annuiva ad ogni sua parola, le iridi chiare che non abbandonavano la figura minuta dell'uomo ed un lieve saluto prima di sparire dietro la porta azzurra per poter entrare nella sala conferenze. Olivia aveva preso posto, un piccolo tavolino tondo a dividerla dall'altra sedia e come suo solito fare aveva tirato fuori dalla borsa un taccuino in pelle nera assieme al registratore. Adorava scrivere a mano e nonostante i tempi fossero cambiati, non avrebbe mai perso l'abitudine di scrivere ed appuntarsi delle note importanti. Sebbene la sua giovane età era comunque attaccata alle vecchie usanze: scrivere il giorno dell'intervista, l'ora precisa, il luogo, ogni cosa, anche la minima e forse inutile. E mentre l'inchiostro andava a penetrare sul foglio bianco la porta finalmente si era aperta, il volto ad illuminarsi cordiale ed educato, entusiasta di poter iniziare la tanto attesa intervista, che si voltava e restava poi folgorata.

" Buongiorno! Sono Olivia e — — o mio dio, cosa ci fai tu qui? "

La voce le era morta in gola,: il viso che dapprima era quasi un raggio di sole si era tramutato in una vera e propria espressione contrariata. Il viso incartato dalla disapprovazione, quasi, e le labbra che leggermente schiuse immobilizzate non riuscivano a tirar fuori le parole. Poi una soffocata risata, che aveva alleggerito leggermente la tensione ma la fase di stupore restava viva e poteva tagliarsi con un coltello quell'aria tesa che percepiva benissimo su di se.

" Ma guarda com'è piccolo il mondo, Olivia, almeno adesso conosco il tuo nome. "

" Eri più simpatico l'altra sera, sai? Specialmente quando mi hai confessato che per vivere affittavi stanze agli studenti universitari. Pensi che possa scrivere questo sull'intervista? Non sarebbe male come scoop. "

" Volevo semplicemente godermi la serata nel modo più tranquillo possibile. Magari eri una pazza in cerca di chissà cosa ed inoltre hai evitato di dirmi il tuo nome e di cosa ti occupassi! Sembra quasi che il karma ti si sia rivoltata contro! "

Ed il ragazzo appena entrato nella stanza che non era di certo nuovo alla giovane intervistatrice, prese posto di fronte ad essa. La mano che andava a tendersi verso di lei e le labbra che si tiravano in un sorriso gentile avevano provato ad alleggerire la tensione. Olivia per un secondo, quando al voltarsi verso di lui aveva capito chi avesse davanti, aveva forse perso un battito. Per alcuni istanti aveva battuto ciglio incredula, convinta di aver frainteso qualcosa durante il loro primo incontro, eppure non era così, nonostante avesse provato a ri-settare la mente cercando con lucidità di ricordare perfettamente cosa le avesse raccontato prima di capire che, ovviamente, aveva mentito spudoratamente.

" Ti chiami almeno Rafael? Perché inizio seriamente a pensare che tu mi abbia riempito di cazzate se può essermi passato il termine. "

Olivia aveva smorzato la tensione con una leggera risata ed al contempo aveva spostato una ciocca scura dietro l'orecchio abbellito da tanti piccoli orecchini. La mano che, di proposito aveva evitato di stringere, ancora era tesa dinanzi ad essa e sotto lo sguardo divertito dell'interlocutore che sembrava seriamente essere compiaciuto di quell'incontro del tutto inaspettato.

" Sì, mi chiamo veramente Rafael, ma ovviamente, come puoi ben vedere, non affitto nessuna stanza. Sono una calciatore professionista e come ti ho già detto qualche sera fa, sono da poco arrivato a Milano. Piacere di fare / ancora una volta / la tua conoscenza. "

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⏰ Ultimo aggiornamento: May 23, 2018 ⏰

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