Capitolo 2

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La  cartina del campus indica che il centro informazioni è all'entrata, ma una volta entrata ho trovato solo tanto disordine, ragazzi e ragazze sdraiate sul prato a leggere un libro, o a giocare con un pallone. Gente che ride e che scherza, e io mi sento così piccola, come una formica smarrita. Le persone non fanno molto caso a me, ricevo sorrisi di benvenuto e occhiaie da ragazzi piuttosto carini.

Mi sento abbastanza fiera, perché so di essere molto carina rispetto all'anno scorso, mi sono cresciuti i capelli di qualche centimetro e grazie al sole i miei capelli si sono schiariti, per mia fortuna sono nata con gli occhi chiari. L'unica cosa che non vado fiera è il mio peso e la mia altezza, ma pazienza me ne farò una ragione.

Proseguo verso i dormitori, devo andare al centro informazioni per avere il numero della camera, e una vota arrivata, mi sistemo e vado a letto. 

Sono davvero stanca, questo viaggio mi ha stancato, pur essendo di qualche ora, sono distrutta mentalmente, tutto questo; i dormitori, mia madre a Boston, i nuovi corsi e nuovi professori e la mia futura compagna di stanza.                                                                                                                   Finalmente trovo il centro informazioni, una ragazza sulla trentina mi sorride, ha i capelli rossi ad altezza spalle, e porta un paio di occhiali montatura Ray Ban, sembra davvero simpatica.               Accenno un sorriso e chiedo <<Salve, avrei bisogno del numero di stanza, del dormitorio A.>>       Digita per dieci minuti buoni al computer e mi pone il numero della camera e le chiavi.                     Le prendo e dopo aver chiesto dove si trovava il dormitorio A mi avvio verso di esso, questo college mi affascina sempre di più, tutti sembrano cordiali e gentili, ma forse è solo mia impressione. 

Sento un fischio nelle orecchie, e non vedo più nulla. Al mio risveglio, una mano sventola sulla mia faccia, e quando metto a fuoco vedo che è un ragazzo. Sento un fischio assordante nelle mie orecchie e metto una mano sulla fronte. Il ragazzo mi sta ancora parlando ma non riesco a capire cosa sta dicendo, sento solo un "Tutto bene? Stai bene?". Quando cerco di alzarmi il ragazzo cerca di aiutarmi, faccio "si" con la testa, alla solida domanda che mi sta ponendo.                             <<Vedo che sei nuova, sembri propio una dispersa, vuoi che ti aiuti? Sei proprio sbadata!>> e si mette a ridere.Una volta alzata provo a ricordarmi come mai un ragazzo mi ha rivolto la parola e perché mi trovavo per terra. <<Scusa, ti ho preso per caso?>> Chiedo, non sapevo proprio  che fare, non capivo se ero cascata e lo avevo coinvolto nella mia caduta o se era lui ad avermi fatta cadere.<<Veramente, eri così tanto indaffarata ad osservare tutto e tutti, che ti sei dimenticata delle tue borse e ci sei inciampata sopra>> A quelle parole, mi sentivo un peperone. Raccolgo le borse sparse sulla piccola piazzetta e ringrazio il ragazzo. Stavo per andarmene e sento <<Non so il tuo nome!>> Mi giro e ricordo immediatamente le regole che mi ero ripromessa. 

Così lo guardai dritto negli occhi e affermai <<Se ci rincontreremo forse te lo dirò>>. La sua faccia si rabbuia alla mia risposta, ma faccio spallucce e ritorno sui miei passi. 

Non l'ho ancora inquadrato bene, non capisco se è il tipico ragazzo "ci provo con tutte, anche quelle brutte" o del tipo "sono talmente disperato che ci provo con la prima che capita" ma nessuno dei due mi convinceva. Quella faccia era davvero pucciosa, aveva delle lievi lentiggini e degli occhi color nocciola chiaro, e quando sorrideva gli spuntavano due fossette dai lati.I suoi capelli erano abbastanza lunghi ma con quel taglio gli donava, a differenza mia era più scuro di me. Arrivo alla porta, e poso tutte le valige sul letto, ancora era vuota la stanza, pensavo di trovare il letto più  messo male perché la mia compagna mi aveva già preso quello meglio, e che c'erano vestiti sparsi per la stanza, e invece no. Vuota. Tiro fuori tutti i miei vestiti e mi infilo il pigiama. Sono le 8 e mezza, e non ho nessuna intenzione di alzarmi.

Un ticchettio della porta mi sveglia di soprassalto. Vado ad aprire mentre mi stropiccio un occhio dal sonno. Dannazione a chi mi sveglia!. Quando apro vedo una ragazza bionda che mi sorride <<Piacere Tamara, ma puoi chiamarmi Tam>> allunga la mano per presentarsi e gliela stringo <<Cassandra, ma puoi chiamarmi Cass>> imito Tamara e gli strappo un sorriso.                             <<Ti ho svegliata per caso? Ti vedo molto stanca, se è cosi mi spiace molto>> Fa per entrare quando una voce la chiama lungo il corridoio.                                                                                              <<Tam, hai scordato questo!>> Non lo riconobbi subito, ma quando il suo sguardo incrociò il mio, il cuore mi fece un sussulto. Nel suo volto si dipinse un sorriso, ma non feci in tempo a dire una parola che Tamara mi procede dicendo <<Lee conosci Cassandra, è nuova>>.                                     Lee mi squadrò da capo a piedi, e con un sorriso buffo disse <<Cassandra eh..>> continua a fissarmi quando mi resi conto che ero struccata, arruffata e in pigiama. <<Ora Lee sono davvero stanca, vediamoci domani al bar, stessa ora e non tardare>> afferma Tamara, io indietreggio per non dare nell'occhio e per farli parlare, ma non mi toglieva lo sguardo di dosso. Mi sento ribollire una fiamma interiore, è la terza volta che arrossisco oggi, ed è sempre lo stesso ragazzo.                                    <<Okay Tamara, a domani>> poi guarda me e afferma <<Cassandra noi ci rivediamo sicuramente>> si rifila un sorriso veloce e torna indietro.                                                                    <<Tamara detto fra di noi, fai come vuoi, io me ne ritorno a letto>> dico e lei ride. Per essere il primo giorno da andando davvero bene, oltre a Lee. Vai al diavolo Lee. Metto i pensieri in off e mi addormendo sulle note di "Youth".                   

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⏰ Last updated: May 17, 2018 ⏰

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Fredda come l'AlaskaWhere stories live. Discover now