Ring around the rosie

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I giorni sembrano non trascorrere mai; non ricordi nemmeno l'ultima volta in cui hai visto il sole e un volto umano che non sia quello di Jeff. Adesso riampiangi ogni cosa della tua precedente vita, ti chiedi perché la fortuna giri sempre a tuo sfavore e perché il serial killer sia così tanto ossessionato da te; ma poi, pensi, che risposte ci sono per descrivere o anche solo giustificare delle azioni così folli? Evidentemente sei solo un suo passatempo, qualcosa che a poco a poco sarà destinato ad essere dimenticato e poi buttato via. Lo sai e basta, vuole divertirsi e assaporare la tua paura finché ce ne sarà abbastanza, perché infine ti avrebbe ammazzato/a e avrebbe trovato qualche altro malcapitato per rovinargli l'esistenza... proprio la fine che stai facendo tu.

Un altra goccia di umidità cade sulla tua fronte, l'odore del vecchio e della ruggine si mischiano al sangue fresco  che incide barbaramente il muro verdognolo che avrai visto centinaia di volte, insieme a quel fottuto specchio che riflette la tua immagine stanca e legata ancora a quella sedia; gli arti ti fanno male, quasi non riesci più a muoverli: non sai da quanto sono così, hai perso la cognizione del tempo giorni prima.

Ti chiedi per un momento quanto reggerà ancora la tua mente nel vedere quegli orrori che Jeff ti propone occasionalmente, come quando trascina delle vittime ancora vive con sé e le uccide davanti ai tuoi occhi; non importa chi siano: uomini, donne o bambini, Jeff non ha avuto pietà per nessuno, nemmeno per te.

Ti sta facendo solo impazzire.

L'unica tua consolazione sono le ferite sulle tue guance, in parte cicatrizzate e che non fanno più male come prima; speri soltanto che il killer non si ridecida a integliarti di nuovo la carne, cosa però alquanto improbabile da parte sua.

Senti la porta aprirsi con un cigolio, i passi lenti intuiscono che si tratti proprio di lui; sta trascinando qualcosa che vedi essere un sacco e lo lancia come se fosse rifiuto lì davanti alla parete.
Il sacco si muove, si agita, c'è definitivamente una persona lì dentro; ma se aspetta ancora, la vittima morirà per soffocamento.

'Ti ho portato una sorpresa.'

È tutto quello che dice prima di afferrare il suo coltello e tagliare il sacco per mostrarti la sua prossima vittima, ma lo sguardo che incontri ti fa sbarrare gli occhi dalla paura: è tuo padre. Ha portato qui tuo padre.

'Non è stato facile portarlo qui senza essere visti da quei coglioni dei poliziotti, dovresti essermi grato/a.'

Non rispondi, completamente in stato di shock; tuo padre è ancora stordito, ma appena visualizza l'ambiente in cui si trova e la persona che ha davanti tutto si fa più nitido: '(T/N)!' Esclama, gli occhi pieni di gioia; cerca di tirarsi in piedi, ma un calcio forte all'addome lo fa ritrarre per terra.
La sua fronte sanguina, segno che Jeff deve averlo colpito alla testa per fargli perdere coscienza.
Cerchi di liberarti dalle corde per soccorrere tuo padre, ma è tutto inutile: puoi soltanto fulminare con lo sguardo Jeff, il quale ti lancia un altro dei suoi perversi sorrisi.

'Non mi dici nemmeno "grazie"...?'
Sfoggia il suo coltello per puntartelo alla gola, una delle sue tipiche minacce; deglutisci a fatica, non sapendo bene come agire.
'Lascialo stare!'
È tutto ciò che senti prima di vedere tuo padre alzarsi in piedi e cercare di colpire Jeff, ma lui è molto più veloce e si scosta appena in tempo prima che un pugno gli colpisca la faccia; l'assassino ridacchia alla patetica reazione dell'uomo e lo stuzzica con una delle sue frasi sarcastiche: 'Giusto, giusto, dovrei chiedere prima il permesso a papà per toccare il/la suo/a dolce figlioletto/a!'

L'uomo cerca di colpirlo ancora, ma Jeff con uno scatto rapido impianta il coltello nella sua pancia; i tuoi occhi si spalancano e riesci ad urlare un sonoro "no!" prima che tuo padre cadda rovinosamente a terra.
Sotto di lui si sta formando una pozza di sangue che ti fa accelerare i battiti cardiaci, peggio ancora quando Jeff lo afferra e lo scaraventa contro l'angolo della stanza.
'Guarda, (T/N), adesso renderò tuo padre bellissimo.'
'No! Non farlo!'
Sai quanto sia inutile pregarlo, supplicarlo di lasciare in vita una delle persone più importanti della tua vita, ma non puoi fare altrimenti: ha ragione quando dice che sei un "topolino", che si nasconde e scappa dal gatto tenendolo sempre sott'occhio.

'Hai idea di quanto ci abbia messo per organizzare questa piccola festa? E adesso tu mi dici così?'
Il suo finto tono di dispiacere si contrae in una risata malata, risata che si amplifica ancor di più quando afferra tra le mani una tanica bianca.
'Che... c-che cosa vuoi fare?!'
Jeff si gira lentamente verso di te, il sangue ti si gela nelle vene a sentire la sua risposta: 'Voglio accendere le candeline.'

L'urlo di tuo padre quando Jeff gli lancia addosso quella roba ti fa venire voglia di tapparti le orecchie, ma sei costretto/a invece ad osservare la faccia della vittima sciogliersi davanti ai tuoi occhi; ti dimeni tra le corde, piangi, vuoi solo che tutto quello schifo smetta al più presto.
Jeff infila le mani in tasca ed estrae un accendino.

No. No. No.

'Sai signor (T/C), suo/a figlio/a bacia molto bene! Mi chiedo se anche lei fosse così bravo...'
'BASTA! SMETTILA!' Le tue grida sovrastano quelle di tuo padre, alimentate anche dalla rabbia e dall'andrenalina che ti scorre in corpo; Jeff ridacchia e scrolla le spalle. 'Come vuoi tu, topolino.'

Il fuoco divampa nell'aria, riempiendola di fumo e ceneri, ti fa ricordare della notte in cui tua madre morì; le fiamme ardono e divorano la carne di tuo padre che si mette ad urlare anche più di prima, mentre tu chiudi gli occhi e scoppi a piangere come un/una bambino/a. Mentre Jeff, invece, si mette a ridere, anche più di prima, apre così tanto la bocca che gli squarci sanguinano; il fuoco si propaga velocemente per tutta la stanza e ancora ti senti svenire.

Jeff viene verso di te, i suoi occhi sono iniettati di morte e sangue.
'Sorpresa!'

. . .

Apri gli occhi di scatto, urli e ti dimeni sulla sedia in preda al panico; il tuo respiro diventa regolare solo quando realizzi che è stato soltanto un sogno.

O almeno così sembra.

I tuoi occhi terrorizzati si incrociano contro quelli di un cadavere carbonizzato davanti a te, privi di pupille; eppure - a giudicare dalla mandibola spalancata e l'espressione contratta in dolore - sembra che abbia urlato.

'Oh, hai visto che stupenda opera d'arte? Sono stato bravo?'

Jeff si piazza davanti a te con un sorriso maniacale, folle e senza pietà; distogli lo sguardo solo per non vedere quel corpo bruciato.
'Guardalo, (T/N).'

Ma non puoi.

Come puoi assistere a quell'orrore?

Tieni gli occhi ben chiusi mentre senti i passi del killer avvicinarsi.

'GUARDALO.'

Solo allora senti un dolore lancinante al palmo della mano e quando riesci ad aprire gli occhi, vedi soltanto la lama del coltello trapassarti la carne; urli di dolore mentre Jeff si mette a ridere, ma non sai se sia per la tua reazione o per ciò che abbia appena fatto.

Il sangue sgorga dalla ferita aperta formando una grossa chiazza sul legno marcio della sedia, ma le corde che stringono i tuoi arti ti tengono immobile sul posto.

'Sai, (T/N), avrei voluto incidergli un bel sorriso, così tu e tuo padre sareste stati quasi uguali, ma il suo corpo era così arso che la carne sembrava carbone... uhm, dici che ho esagerato un po'?'

Scoppia in una fragorosa risata mentre cerchi di trattenere le lacrime.

Quella tensione e quel forte stress ti stanno solo distruggendo; la tua psiche si sta sgretolando e tu semplicemente non puoi farci nulla: puoi solo attendere che quel mostro ti uccida. Oramai non riesci più a distinguere la realtà dai sogni.

Davvero riuscirai a sfuggire a quell'inferno?

















Blood sick||Jeff the killerDove le storie prendono vita. Scoprilo ora