Day 1: Coffee AU + Shy

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All'uscita dall'Università ed appena finite le lezioni, Bakugou Katsuki, studente alla facoltà di architettura, aveva da poco iniziato a frequentare un piccolo bar vicino la sua sede.

Era un luogo piccolo e raccolto, con le pareti chiare e pochi tavoli perché non molto frequentato - soprattutto non da universitari dato che poco lontano si trovava uno di quei famosissimi Starbucks.

Katsuki non capiva il senso di camminare diversi chilometri per andare in una caffetteria affollata che offriva ai suoi clienti gli stessi prodotti di tutti gli altri bar ma a prezzi tutt'altro che convenienti.

Preferiva di gran lunga andare in quel piccolo locale poco conosciuto dove poteva studiare in tutta tranquillità.

Anche se in realtà c'era un altro motivo per cui a Katsuki piaceva molto quel locale.

E quel motivo era alto, rosso, muscoloso, gentile, si chiamava Kirishima e lavorava lì come barista.

Bakugo non era propriamente gay. Fino ad allora aveva avuto solo ragazze, e neanche troppe, e a quanto ricordava non era mai stato innamorato di nessuno. Di solito erano loro che si dichiaravano e se rientravano nei gusti del biondo o avevano l'aria di ragazze che aprono facilmente le gambe, allora Katsuki accettava e iniziava queste "relazioni" che, ovviamente, duravano ben poco.

Eppure appena Bakugo vide il sorriso del rosso fu certo di sentire proprio la freccia di Cupido che gli trafiggeva il cuore. E Kirishima aveva sorriso al biondo appena si era avvicinato a lui perché è il suo modo di accogliere tutti i clienti, quindi quest'ultimo si era innamorato a prima vista.

A che se odiava ammetterlo, perché non credeva nei "colpi di fulmine", nonostante il suo lo fosse. Per il fatto che la sua cotta fosse un ragazzo, beh... Gli sembrava una sensazione strana e sicuramente per chiunque lo conoscesse era uno scenario fantascientifico, ma non credeva fosse troppo un problema.

Ogni tanto mentre studiava sul suo computer portatile, si concedeva delle brevi pause, che in realtà erano necessarie per contrarsi al meglio, durante le quali alzava lo sguardo e fissava la causa della sua distrazione e mancanza di concentrazione.

Osservava il suo viso allungato, la mascella definita, il mento piccolo, i capelli che normalmente gli arrivavano alle spalle che teneva raccolti in una coda bassa, gli zigomi sporgenti, le fossette che gli spuntavano quando sorrideva, i denti da squalo, le labbra sottili, la punta del naso che tendeva leggermente verso il basso, gli occhi grandi ed espressivi, la cicatrice sull'occhio destro.
Ormai tutte queste sue caratteristiche erano incise nella sua memoria e Katsuki era certo che non le avrebbe dimenticate facilmente. Qualche volta era anche stato beccato dal barista mentre lo fissava, ma pensava che lui non ci avesse dato troppo peso, o che se ne fosse dimenticato.

Dopo circa un mesetto dalla scoperta di Bakugo di quel bar, era ormai diventato un cliente abituale. Arrivava lì ad un certo orario, si sedeva allo stesso tavolo, prendeva un cappuccino e dopo un'ora un croissant rigorosamente al cioccolato e poi andava via allo stesso orario.
Un giorno appena arrivato, ebbe appena il tempo di sedersi che il suo cappuccino gli fu portato da Kirishima, senza che lui neanche lo ordinasse.
Quel giorno c'era ancora meno confusione del solito e il barista si sedette di fronte allo studente.

«Ho notato che ordini sempre un cappuccino e per questo te l'ho portato appena sei arrivato»

«Ho notato...» stava per fermarsi lì ma poi penso che sarebbe stato poco gentile «Grazie. Come facevi a sapere a che ora sarei arrivato?»
Mentre aspettava la riposta del rossa, iniziò a prendere il computer dal suo zaino

«Arrivi sempre intorno allo stesso orario... Posso chiederti cosa fai al pc? È per lavoro o università?»

«Università»

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