Ok. Il mio nome non è Marianna. Non è nemmeno Maria o Marina. È Mariana. Lo so è un nome particolare. Sembra un errore, ma in fin dei conti io sono un errore. Questo lo ho capito anni fa, quando sono stata abbandonata. Quello che non ho ancora capito, però, è se sono un errore buono o no.
Come io ho già accennato prima io sono sola. Fermi, non voglio che voi iniziate a pensare" Oh poverina" oppure " oh che triste" Non ce ne è bisogno. Io lo so che voi non lo pensate davvero, che lo dite solo per educazione. Ma voi non avete la minima idea di quello che ho passato quando i miei mi hanno lasciata. Voi no potete nemmeno immaginare quanta rabbia e dolore ho provato. Non potete. Quindi per favore risparmiatevi la voce. Vi servirà in seguito.
Non so quando o come i miei mi hanno abbandonata, mi ricordo solo che un giorno dormivo a casa e il giorno dopo in uno strano palazzo. Ormai non sono più arrabbiata però, penso di sapere perchè la mia famiglia si è sbarazzato di me: io sono diversa.
Ho gli occhi neri come le notti senza luna. Non possiedo la parte bianca come tutti gli altri, no. Sono solo completamente neri. Sembrano quelli di qualche personaggio horror. Questi miei occhi li odio. Mi fanno sembrare sempre incavolato. Sempre pronta a uccidere qualcuno. Sono completamente incapaci di mostrare altre espressioni. Ho le ciglia lunghe e bianche. È no. Non mi metto mascara o altri trucchi sulle ciglia. Sono così e basta. Sono talmente chiare che, rispetto a i miei occhi, spiccano, dando ľimpressione che io abbia una miriade di piccole cicatrici bianche sulľocchio. Uno dei pochi particolari del mio aspetto che mi piace è il colore dei miei capelli. Bianco. Bianco come il latte, bianco come le nuvole o come i denti della mamma. Ma al contrario di queste immagini, il mio colore non è caldo. È freddo. Assomiglia di più alla neve. Li ho fatti crescere lunghi fino al sedere. Sono lisci e settori, ma non sempre perfetti per via di tutte quelle ore che passo stesa sul lettino dello psichiatra. Io non sono matta. Il mio unico problema è quello di non riuscire a farmi adottare. Io proprio non ci riesco tutti quando mi vedono scappano. Corrono via così veloci che sembrano avere il diavolo alle calcagna. Io ho la pelle abbastanza chiara, sono magra e ho una seconda. Io vista senza faccia sarei perfetta, ma per mia sfortuna non posso nascondere i miei occhi. Sono anche loro parte di me. A me piace vestirmi di nero. Maglia nera larga con scritte a caso, possibilmente enormi e bianche, pantaloni neri larghi e felpa nera senza zip. Tutti i ragazzi delľorfanotrofio hanno paura di me e questo a fatto nascere uno dei miei passatempi preferiti: farli svenire di spavento. Ok, lo so. Può sembrare sadico, ma è ľunico cosa che posso fare bene. Mi raccolgo i capelli in un muccio alto, in cima alla testa, e mi tiro il cappuccio sopra. Poi sgrano gli occhi e ne aspetto uno ad un angolo. Lui appena mi vede scappa, ma io, conoscendo tutti i passaggi segreti delľedificio, lo raggiungo presto e lui, per sfinimento e paura , sviene. Questo mi fa ricordare un’altra cosa: a me piace da morire esplorare il palazzo dentro il quale sono rinchiusa. Sono sempre in cerca di una via ďuscita. Appena ne trovo una esco e sto a guardare le persone sui marciapiedi e in mezzo alle strade. Loro camminano incuranti di me e io posso sentirmi finalmente parte di qualcosa. Ora, la mia storia fin qua sembrerà triste, ma io ho qualcosa che mi fa vivere ogni giorno: Natalia. La mia migliore amica. Ancora però non sapevo che di lì a poco lei mi avrebbe riportato alle mie origini. Ma ora non corriamo troppo.

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una luce nella penombra
FantasyCome ci si sente a essere speciali? come ci si sente a non essere apprezzati persino dove siamo tutti uguali? Mariana una ragazza di 16 anni si troverà diversa e poi uguale, ma sempre sola