L'Invenzione finale

8 2 0
                                    



Un altro tentativo
"Ed entrai appena in tempo per vedere la distruzione di quella splendida nuova opera. Potei solo stare ad ascoltare l'esultanza che veniva dall'altra, quella che futilmente speravo di aver ucciso." 


Oid guardò lo spettacolo con soddisfazione, sfregandosi le mani.

Finalmente ce l'aveva fatta. Ci aveva lavorato sopra per un periodo di tempo che gli era parso interminabile, ma nessun ostacolo era riuscito a fermarlo.

Beh, il problema della riproduzione era stato complicato: Sessuata o asessuata? si era chiesto spesso, lambiccandosi per tempi interminabili su quella scelta. 

In verità la sua capacità era fonte di incredulità ed invidia tra i suoi confratelli. <<È solo frutto dell'esperienza>>si vantava lui.

O almeno, si era vantato. I giorni in cui era il più attivo progettatore della Confraternita erano ormai lontani, e lui li rimpiangeva con una sorta di disprezzo.
Sì, disprezzo era la parola giusta: disprezzo verso sé stesso per non essere stato in grado né di mantenere tale posizione prominente, né di essersela goduta finchè poteva.
Era restato sempre chiuso nei suoi laboratori, da solo, pensando alle facce che i suoi colleghi avrebbero fatto quando avesse esposto le sue ultime creazioni; così non si era accorto che loro, per superare il suo genio, si erano riuniti in gruppi per cooperare e mettere insieme le idee.
Da allora, ogni suo lavoro era stato soppiantato da quello di qualcun altro, apparentemente più originale o innovativo. E lui si era rifiutato di cedere all'evidenza, aveva preferito continuare a lavorare da solo.
Finchè non aveva avuto quell'idea.
Al momento, Oid si era chiesto come aveva fatto a non pensarci prima. Per tutte le stelle!
Dopo un'innovazione del genere, pensava, nulla più rimarrà come prima. Sarà un cambiamento fenomenale. Altro che momentanea fama, fragili idee pronte ad essere superate! Avrebbe occupato per sempre un posto di spicco tra i suoi confratelli.
E con questi pensieri in mente si era lanciato sul lavoro.

Si era inabissato nelle profondità più recondite del suo laboratorio, quelle che non visitava ormai da un pezzo. Era emerso da quel limbo con uno dei suoi terrari.
Era stato uno dei suoi trastulli preferiti in passato, quando ancora l'assemblamento del carbonio era una piacevole novità all'interno della Confraternita. In quell'opera, se si stancava, bastava gettare un sasso o provocare un piccolo cambiamento per cancellare la quasi totalità del lavoro e ripartire praticamente da zero.

Dopotutto, era così che andavano mantenuti certi esperimenti: dopo un'iniziale agitamento del materiale e l'aggiunta del fluido primario (Oid aveva prediletto la famosa sostanza V, così chiamata a causa della sua forma singolare), si doveva sempre mantenere una qualche tensione tramite piccoli scombinamenti dell'equilibrio.

Alla fine, però, si era stancato: aveva lanciato un ciottolo più voluminoso del solito al suo interno e aveva abbandonato l'esperimento al suo destino.
Ma da allora era passato molto tempo e, come si era aspettato Oid, le condizioni erano tornate a un livello ideale. E su quelle aveva lavorato.
E adesso era là, a sfregarsi le mani davanti al suo capolavoro.
Con un piccolo movimento, l'inventore causò la distruzione dell'habitat delle larve che aveva sviluppato con tanto lavoro. Gli animali, rimasti senza cibo e protezione, si sparsero per tutto il terrario: esattamente come lui aveva previsto. In poco tempo, avrebbero raggiunto ogni angolo dell'ambiente che gli aveva riservato; l'avrebbero colonizzato e avrebbero cominciato a fare ciò per cui erano stati creati. Il loro obiettivo.
Avvicinandosi per guardare meglio, Oid vide che stavano già cominciando a perdere la peluria scura che prima li copriva completamente. Perfetto.


Molto tempo dopo...


Oid guardò con astio il peduncolo biancastro salire sempre più in alto, fin quasi a voler sfidare l'inventore. Con un colpo secco, recise la costruzione alla base e la fece crollare, massacrando i suoi occupanti. Li odiava.

Lo avevano deluso profondamente, ma forse era stata colpa sua; ed era questo che più lo rendeva furioso. Avevano fin da subito dimostrato qualche disfunzione a livello nervoso, in un modo che aveva trovato insopportabile: anziché scavare le loro tane nel substrato preparato appositamente per loro, avevano cominciato ad erigere nidi che si innalzavano nella direzione opposta, verso l'alto. Pura follia. Ma ciò che era peggio, dimostravano un'intrinseca incapacità di collaborare: fin da subito avevano sviluppato un'impressionante tendenza ad aggredirsi tra di loro, e con il passare del tempo gli scontri tra i crescenti nidi erano diventati sempre più vasti e sanguinosi.

Almeno, avevano cominciato a fare ciò per cui Oid li aveva creati; ma anche là si erano dimostrati fallaci. Erano stati in grado di realizzare delle artificiose e strane appendici con cui aiutarsi nelle loro attività, ma a parte che nella stessa riproduzione non avevano mai prodotto nuovi e diversi esseri viventi.

Oid l'aveva capito ora: l'esperimento era fallito. Quelle sue creazioni non sarebbero mai state in grado di inventare nuove forme di vita al posto suo. Ripensandoci, era stato stupido anche crederci: dopotutto altro non erano che esseri inferiori, che ora sarebbero stati lì a moltiplicarsi inutilmente e a rappresentare la sua figura in mille modi diversi. Tutti sbagliati. Neppure quello riuscivano a fare. Aveva deciso: sarebbe passato alle forme di vita a base di silicio, che ultimamente sembravano riscuotere tanto successo tra i suoi confratelli; e avrebbe abbandonato quest'esperimento al suo destino.

Dopo un'ultima occhiata, girò le spalle al terrario e se ne andò.
Senza di lui, sarebbero morti sicuramente. Anzi, si chiedeva come avessero fatto fino ad ora a sopravvivere.

Pelle troppo sottile, peluria casuale e inutile, sistemi di comunicazione basati quasi solo sulla vibrazione dell'aria.
Solo cinque appendici, di cui soltanto due adibite al movimento. Erano lenti. E pure stupidi, considerato che il loro unico centro nervoso si trovava sulla quinta appendice, che paradossalmente era quella più lontana da terra.

Sì, quegli Umani sarebbero presto scomparsi. Se lo augurava. 

You've reached the end of published parts.

⏰ Last updated: May 29, 2018 ⏰

Add this story to your Library to get notified about new parts!

OriginsWhere stories live. Discover now