Il ritorno di Stephan.

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"Per più di un secolo ho vissuto nel segreto. Nascosto nell'ombra. Solo al mondo, fino ad ora. Sono un vampiro. E questa è la mia storia."

Era sera, una coppia di giovani adolescenti stava tornando a casa da un concerto. Erano felici e presi dall'eccitazione di aver passato una serata indimenticabile.
Stavano guidando fino a casa. Stanchi, ma con l'entusiasmo di ricordare l'esperienza appena vissuta. Ad un certo punto qualcosa si era scagliata contro la macchina. Un animale? Il ragazzo aveva cercato di frenare, facendo però andare fuori strada la macchina. Si fermarono. Il respiro affannato e la paura che aveva preso il sopravvento.
"Tutto bene?" Chiese il ragazzo col fiatone. "Abbiamo investito qualcuno...oh, mio dio!" Alla ragazza stava tremando la voce, quasi spezzata dal pianto. "Chiama aiuto!" Furono le ultime parole del ragazzo prima di scendere dalla macchina.
Si era incamminato verso il corpo disteso per terra. Non dava segni di vita. Passo dopo passo, si trovava sempre più vicino al corpo. "Speriamo sia vivo..." piano piano, il giovane si era inchinato davanti alla persona che si trovava lì per terra. Gli prese il polso, nessun battito. "Oh, mio dio..." ad un tratto, il corpo, con una velocità sovrumana, si era alzato.
Nel frattempo la ragazza, ancora in macchina, stava cercando di contattare qualcuno, in modo da chiedere aiuto. Nessuna risposta. Nessun segnale. Scese così dalla macchina, dopo essersi liberata della cintura. "Non c'è campo!" Aveva urlato disperata. Aveva nominato il nome del ragazzo che prima era insieme a lei. Nessuna risposta. Lo aveva chiamato una seconda volta. Niente.
Ad un tratto un botto. Qualcosa dall'alto era caduto contro il muso liscio dell'auto. La ragazza si era voltata di scatto, trattenendo il respiro. Da qui, un urlo. Aveva iniziato a scappare, incredula e spaventata alla vista del corpo dissanguato del suo amico.
Scappa. Corre il più veloce possibile. La nebbia fitta, il silenzio regnava per quella strada cupa. Solo il rumore dei passi svelti della giovane contro il materiale freddo e bagnato della strada. Un altro urlo e poi..silenzio.

"Non sarei dovuto tornare a casa. So i rischi che corro, ma non ho scelta. Lo devo conoscere."

* * *

"Caro diario, oggi sarà diverso. Deve essere diverso. Sorriderò e sarò credibile. Il mio sorriso dirà: sto bene, grazie.
Sì, mi sento molto meglio. Non sarò più il ragazzo triste che ha perso i genitori, ricomincerò da zero. Sarò una persona nuova. È l'unico modo per superare tutto."

"Dei toast. Posso preparare dei toast!" Disse mia zia, mentre presi dal lavandino una tazza pulita. Jenna. Mia zia si chiama Jenna. Era diventata la tutrice mia e di mio fratello da quando i nostri genitori sono morti.
Aveva lunghi capelli che gli cadevano morbidi poco sotto le spalle, oggi legati in una coda bassa con un ciuffo che gli ricadeva davanti al viso. I lineamenti ancora quelli di quando era una giovane ragazza. Non che ora sia vecchia, solamente è rimasta quella ragazza/adolescente pazza, piena di energia e sempre con il problema di non saper tenere le cose sotto il proprio controllo. Ma nonostante questo la adoro.
"L'importante è il caffè zia Jenna." Le risposi tranquillamente, prendendo la caraffa e versando del liquido marrone e amaro nella tazza pulita. "C'è del caffè?" Eccolo. Il mio fratellino Louis. Con addosso un orribile felpa nera, i capelli spettinati e il viso rovinato..beh, rovinato dalla droga.
"È il vostro primo giorno di scuola e sono del tutto impreparata..." oh, zia. "Soldi per il pranzo?" Si era avvicinata con un passo svelto e le mani tese, contenente qualche banconota, verso me e mio fratello. "Io ce li ho." Le risposi tranquillamente, mentre il mio fratellino le prese i soldi dalle mani. È così adorabile quando si preoccupa per noi.
"Nient altro? Una matina Hb?...che sto dimenticanto..?" È agitata. Lo capisco perché sta armeggiando con le mani dentro la borsa, sicuramente senza sapere realmente cosa stesse cercando. "Non hai una grossa presentazione, oggi?" Le ricordai, aggrottando leggermente le sopracciglia e assumendo un'aria interrogativa.
"Ho un appuntamento con il mio consulente per le...adesso!" Il tono stanco, e quasi..esasperato. La guardo mentre si scioglie la coda di cavallo, scuotendo leggermente la testa in modo da farli cadere leggeri. È davvero bella, mi dispiace solo per lei che non si sente all'altezza di fare da tutrice a me e Louis.
"Allora vai, ce la faremo!" Le mostrai un piccolo sorriso, giusto per farla tranquillizzare. E se ne andò.
Mi voltai verso mio fratello, facendo prima fuoriuscire un sospiro dalle labbra. "Va tutto bene?" Gli appoggiai una mano sulla spalla. Lui sbuffa alla mia domanda facendo seguire un "non cominciare" mentre bevendo la sua colazione mi sorpassa. Mi volto, guardando andare via anche lui.

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⏰ Ultimo aggiornamento: May 29, 2018 ⏰

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