Nel silenzio della notte, ascoltavo i rumori che provenivano da fuori. Toc, toc... Chi stava bussando? Chi poteva cercarmi a quell'ora? Strinsi le coperte fra le mani e le tirai fin sopra la testa, le gocce di sudore confluivano in un rivoletto che percorreva la mia fronte. Presi coraggio e andai ad aprire la porta. Sospiro di sollievo. Era Jack, il mio migliore amico.
- Jason, sta succedendo qualcosa - disse dirigendosi verso la cucina in tutta fretta. Si sedette e mise la testa fra le mani. Era disperato.
- Cosa è successo Jack?
- Cosa è successo?! Lo sai anche tu cosa capita ultimamente: vetri rotti, ombre misteriose e i cani sono diventati aggressivi. Qualcosa sta arrivando, Jay-Jay. Qualcosa di brutto.
- Ho chiesto un po' in giro per la città - continuai io - e nessuno sembra preoccupato. Tutto normale secondo loro.
- Ma Jay-Jay, noi sappiamo che non è così.
- Non so più cosa pensare, Jack...
Venni interrotto da alcune urla in giardino: - Jason, Jason, Aiutami! - era una voce femminile. Oh, Cristo, era di Kathleen. Jack e io corremmo a capofitto fuori dall'abitazione. Trovai davanti a me Kathleen che piangeva disperata e si guardava intorno con gli occhi spalancati.
- Era lì, proprio lì, io l'ho visto, era, era...
- E' tutto finito, Kathy, non c'è più nulla.
La abbracciai, ma non c'era modo di calmarla. Lei aveva visto. Guardai Jack. Era ora di chiamare tutti gli altri. Prese il cellulare e telefonò ai nostri amici, anche loro sapevano che c'era qualcosa in agguato.
- Lisa e Marcus stanno arrivando.
Una volta giunti a casa mia, cominciammo a decidere sul da farsi.
- Ragazzi dobbiamo fare qualcosa.
- Quanti ce ne sono? Uno, due, cento?
- Cosa sono?
- Ma sono veri?
- Calma, calma. Tutti sappiamo che c'è qualcosa. Dobbiamo solo capire cosa voglia da noi.
- O vogliono.
- Come se fosse facile.
Le luci cominciarono a traballare ad intermittenza. Ci guardammo attorno.
- Cos'è quello ragazzi?
Ci voltammo nella direzione indicata da Lisa. Un essere senza volto compariva quando le luci si spegnevano e non si vedeva quando erano accese. Il mostro si avvicinava sempre di più, sempre di più... Corremmo fuori il più velocemente possibile, impauriti. Arrivammo in cortile ansimando.
- Cos'era?
- Non lo so.
- Dov'è Marcus?
Ci guardammo intorno preoccupati. Non c'era.
- Oh Cristo... - la voce di Kathleen fu vinta dal terrore mentre fissava schifata un punto sopra di noi. Marcus penzolava fuori dalla finestra attaccato ad un'asta che gli perforava il torace.
- Oddio.
- Ragazzi, abbiamo un altro problema ora.
Il mostro era davanti al cancello di casa. In quel momento lo vedevo più chiaramente, sembrava il disegno di un bambino: aveva i contorni neri definiti e sembrava colorato con dei pastelli scuri. Ora era provvisto anche di lunghi tentacoli. Prese Lisa con uno di quei cosi enormi e viscidi e la colpì alla schiena. Io scagliai il mio coltellino svizzero contro la creatura ripugnante, colpendola in piena fronte.

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Rancore || One Shot ||
HorrorNel silenzio della notte, ascoltavo i rumori che provenivano da fuori. Toc, toc... chi stava bussando? Chi poteva cercarmi a quell'ora?