CAPITOLO 1

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Salve! Questa è la mia prima fanfiction su Arthit e Kong, quindi andateci piano con me! 

Prima di iniziare vorrei chiarire che io non sono ne un medico , ne ho un amputazione alla gamba quindi non so perfettamente i metodi e le giuste procedure o com'è la vita con una protesi, ho cercato di prendere il più possibile informazioni utili da internet, quindi se qualcosa risulta sbagliato o le  procedure non sono corrette, vorrei scusarmi in anticipo! ^^" 

Spero vi piaccia! Buona lettura! 





Artith era un ragazzo carino.

Ma carino e senza gamba erano due parole che insieme non avevano poi cosi tanto successso tra le ragazze.

Aveva vissuto un'infanzia felice, i suoi anni alle superiori erano stati fantastici, essendo accompagnato da un gruppo di amici meravigliosi, da una famiglia che lo supportava e a quel tempo aveva persino avuto una ragazza, per poco si, ma pur sempre una ragazza.

Non era mai stato un ragazzo troppo espansivo, ma lo era al punto giusto per avere amici e abbastanza popolarità per affrontare gli anni con sicurezza, ma a dire il vero Artith era un ragazzo timido e decisamente testardo.

Le manifestazioni di affetto non erano il suo forte, ed è proprio per questo motivo che la sua unica e ultima relazione con una ragazza fini già dopo il primo mese insieme.

Ma adesso che si ritrovava al terzo anno di università, senza una gamba e senza una ragazza, Arthit sapeva, sapeva che sarebbe rimasto da solo per sempre.

Perchè nessuno si sarebbe preso carico di amare uno storpio.

E Artith non voleva essere un peso per nessuno, non voleva la pietà di nessuno, perchè Arthit la vedeva negli occhi di tutti quelli che lo guardavano e si rendevano conto che aveva qualcosa che non andava, si rendevano contro che zoppicava un pò, e quando si metteva dei bermuda di certo la gente notava che al posto della gamba aveva un supporto di ferro che di normale non aveva nulla.

Arthit aveva gridato, aveva pianto , aveva pregato, pregato chiunque volesse sentire, sussurrava e gridava nel suo cuscino la notte, avvolto nel buio della sua stanza, ma nessuna di queste cose aveva funzionato.

Arthit non poteva o meglio, non riusciva a fare le cose abitualmente faceva, non aveva più partecipato alle attività della facoltà, non faceva più ginnastica, non poteva più giocare a basket e cosa più importante non era diventato hazer.

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ARTHIT POV

Stavo correndo.

Stavo correndo a perdifiato nel campo della scuola, correvo, correvo, sentivo il cuore esplodermi, il sudore sulla mia pelle, e sentivo che sarei caduto da un momento all'altro, ma continuavo a correre.

Guardavo in basso ed entrambe le mie gambe era li, al loro posto , dove avrebbero dovuto essere e correvo più forte, perchè le mie gambe me lo permettevano, ed ero felice.

Ma poi il sogno prendeva sempre, sempre, questa piega.

Cadevo.

Cadevo per terra, mi ritrovavo steso sull'asfalto rossiccio del campo e guardavo il cielo mentre le lacrime iniziavano ad uscire dai miei occhi, ed improvvisamente iniziavo a singhiozzare. Ma come tutte le volte, sentivo qualcuno accanto a me, ingiocchiato accanto a me, che alzava dolcemente il mio busto e faceva si che mi poggiassi sul suo corpo, come se mi stesse cullando, non capivo chi fosse, se fosse un uomo o una donna, sapevo solo che il suo tocco erra confortevole e rassicurante.

Missing Pieces. || ArthitxKong ||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora