CAPITOLO 3

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Dopo quella sua rivelazione rimanemmo in silenzio per svariati minuti, entrambi guardavamo dritto di fronte a noi. Non c'era nient'altro da dire, niente da aggiungere.

Ad un certo punto, durante quel silenzio, avrei voluto dirgli che io invece non avevo una gamba, ma fu solo un pensiero che passò nella mia testa, ma quello era il suo momento, era la sua grande rivelazione e non potevo rovinarla.

Non volevo smorzare la tensione, perchè non c'era niente da alleggerire, il nostro silenzio non era un silenzio pieno di imbarazzo ma pieno di comprensione.

La sua rivelazione mi aveva spiazzato per i primi momenti, non conoscevo nessuno a cui piacevano i ragazzi, non ci avevo neanche mai pensato, non sapevo neanche cosa ne pensavo a riguardo, e ancora meno mi aspettavo che Kongbop fosse una di queste persone.

Potrebbe avere tutte le ragazze che vuole, potrebbe avere la più bella ragazza del pianeta, la più perfetta, avere una famiglia rispettabile, dei bambini , avere una vita semplice.

Invece dovrà passare sotto lo sguardo della gente, riceverà odio e rifiuto, discriminazione, sarà tutto più difficile per lui da adesso in poi.

Ma quando, finalmente, girai il mio viso per guardarlo, lui aveva ancora lo sguardo rivolto dritto verso di lui, quindi fissai il suo profilo, e non riusci che a provare ammirazione verso quel ragazzo.

Era cosi coraggioso, sapeva, era consapevole che forse la vita non sarebbe stata facilissima per lui, ma non per questo aveva rifiutato chi era, non per questo si nascondeva o allontanava gli altri.

Per i miei occhi continuava a essere stupidamente perfetto.

Mentre guardavo il suo profilo, improvvisamente lui girò il volto trovandomi di nuovo faccia a faccia con lui e mi ritrovai ad arrossire e a girare il viso dall'altra parte completamente.

Il mio cuore batteva impazzito nel mio petto e le mie labbra erano strette tra di loro. Cosa aveva di cosi tanto speciale questo ragazzo da farmi questo effetto?

- Sei disgutato da me.. P'Arthit? - disse lui in un tono di voce più basso del solito, incerto sul cosa dirmi e su come dirmelo. Strinsi le mani sul bordo della panchina su cui eravamo seduti.

- No. Ho troppe cose da studiare e dovrei trovare il tempo di essere disgustato da te? Chi ti credi di essere? - dissi stizzito, ma accennando un piccolo sorriso tra me e me, mentre ancora lui non poteva guardarmi. Lo senti ridacchiare ed il mio cuore si senti più sollevato.

Dopo che la sua risata di affievolì rimanemmo nuovamente nel silenzio, mentre il mondo intorno a noi proseguiva, noi semplicemente eravamo in silenzio, io fissavo con intensità la mia mano aggrappata al bordo della panchina come se ci fosse qualcosa di eccezzionale li, ma in realtà avevo paura della mia reazione se avessi impattato i miei occhi con quelli del junior affianco a me.

Riuscivo a sentire la sua presenza, il calore del suo corpo, la sua spalla che era cosi vicina alla mia tanto da farmene sentire il calore e la presenza ma senza mai toccarci veramente, sentivo il suo respiro regolare e pacato e per un secondo non mi senti fuori posto vicino a lui.

- Quindi... sarai mio amico P'? - parlò Kong, interromendomi dal mio stato di riflessione faceddnomi alzare la testa quasi inconsciamente, guardandolo finalmente negli occhi, lui sorrideva radioso come se già conoscesse la risposta.

Ancora non riuscivo a capire chiaramente perchè ero io , tra tutti. Non sembrava essere a conoscenza della mia gamba o dell'incidente, ma comunque voleva restarmi vicino.

- Ad una condizione. - il mio cuore batteva all'impazzata, ma lo ignorai, continuando a guardare il junior dritto negli occhi, il suo sguardo diventò curioso e aggrottò le sopraciglia , attendendo che parlassi.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Jul 02, 2018 ⏰

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