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Jimin camminava allegramente per la strada con un unico obbiettivo in mente: andare a casa di Hoseok, pur non avendo avvertito quest'ultimo del suo imminente arrivo. Sapeva che se avesse anche solo provato a chiamarlo, Hoseok si sarebbe arrabbiato, oppure non gli avrebbe neanche risposto. Perciò presentarsi direttamente davanti alla sua porta di casa era sicuramente l'idea migliore.

Ovviamente non stava per visitare il ragazzo solo per vedere chi era il famoso ragazzo della vetrina e poter poi riferire il tutto a Yoongi, ma ci stava andando più per piacere personale. Adorava essere a conoscenza di ogni singolo segreto di qualunque persona della città, lo faceva sentire una potenziale minaccia per tutti. Ma voleva anche tentare per l'ultima volta a convincere Hoseok.

E mentre era immerso nei suoi pensieri si ritrovò davanti alla porta dell'appartamento del ballerino e dello sbavatore sulle vetrine, perciò suonò il campanello.

Hoseok gli aprì la porta senza neanche chiedere chi fosse e sul suo volto si dipinse un'espressione di delusione mista a rabbia.

«So che non hai intenzione di vedermi, ma non sono qui per quello che pensi tu», disse Jimin entrando nell'appartamento come se fosse casa sua. Si tolse le scarpe e si diresse nel luminoso salotto, dove si adagio sul delizioso divano nero posizionato davanti al televisore.

«Se non se qui per quello che penso io, allora perché sei in casa mia, sdraiato sul mio divano?», chiese garbatamente Hoseok seguendolo, anche se avrebbe di gran lunga preferito buttarlo fuori a calci. Non aveva alcuna intenzione di stare li ad ascoltare le sue cavolate per l'ennesima volta.

«Il tuo coinquilino si chiama Taehyung, vero?», chiese curioso il ragazzo più giovane, per cominciare la conversazione nel modo più innocuo possibile. Aveva deciso di dare inizio alla sua missione sin da quando Hoseok aveva aperto la porta e nel breve tragitto dalla porta al divano aveva cercato invano delle foto che potessero raffigurare lo sbavatore, di cui il suo adorato amico Junkook non voleva parlargli.

«Si...», rispose Hoseok perplesso. «Cosa vuoi sapere di lui precisamente?», chiese dopo qualche secondo. Sapeva perfettamente che Jimin era una piccola pettegola e doveva sapere tutto di tutti, perciò lo avrebbe accontentato, e magari dopo la loro breve chiacchierata Jimin avrebbe deciso di andarsene di sua spontanea volontà e non lo avrebbe importunato ulteriormente.

«Posso vedere una sua fotografia?»

«Ehm... Aspetta che guardo... NO!!», esclamò il maggiore. Pensava volesse sapere della scena della vetrina, ma non vederlo in faccia. E poi sembrava molto strano che Jimin non lo conoscesse almeno di vista.

«Ti prego, è importante. Da quello che mi hanno raccontato, Taehyung è il ragazzo che ha sbavato sulla vetrina di Gucci dove lavora Kookie, il mio amico di cui ti ho parlato più volte. Solo che Kookie non vuole dirmi se è bello o meno, e siccome so che tu e il piccolo sbavatore siete coinquilini, ho deciso di fare un po' di ricerca. TI PREGO!!!», Jimin si lanciò in un monologo nel tentativo di convincere Hoseok, che però rimaneva ad almeno due metri di distanza dal divano, con le braccia incrociate davanti al petto.

Jimin sapeva che Hoseok non avrebbe ceduto tanto facilmente, perciò cominciò a fargli gli occhi dolci, nel vano tentativo di convincerlo. Aveva bisogno di una foto. Doveva sapere che aspetto aveva Taehyung. «Hobiiiiiiiii, ti prego...», cominciò a parlare Jimin, tentando di essere il più carino possibile. D'altronde era un'altra delle sue grandi capacità. Sapeva essere il ragazzo più sexy sul palco, sia essere il più adorabile ed indifeso ragazzino sulla faccia della Terra.

Ma a Hoseok non importava nulla. Non gli avrebbe dato nessuna foto, punto e basta. Si trattava pur sempre del suo coinquilino ed uno dei suoi migliori amici, quindi non lo avrebbe mai tradito così facilmente, e soprattutto per fare un favore a Jimin. Lo importunava da mesi, ma non avrebbe mai usato Taehyung come scusa per liberarsi di un suo problema.

Però, purtroppo per lui, quel giorno qualcuno aveva finito di badare al piccolo demonio in anticipo.

«Hobi, sono a casa!!», arrivò squillante la voce di Tae da in fondo al corridoio. «Hai ospiti??», domandò lo studente vedendo un paio di scarpe che non apparteneva a nessuno che conoscesse vicino alla scarpiera.

Non appena sentì la nuova voce, Jimin balzò dal divano e cominciò a correre verso la porta principale. Hoseok cominciò ad urlare, nel tentativo di proteggere il suo amico «Tae esci immediatamente di casa!!», ma era ormai troppo tardi. Jimin era arrivato alla fine del corridoio ed aveva alzato leggermente la testa per ammirare il bellissimo ragazzo che era appena arrivato.

Taehyung rimase perplesso per qualche secondo, prima di guardare il suo amico e domandargli cosa stesse succedendo, ma non ne ebbe il tempo. Jimin si girò verso Hoseok «Ho ricevuto anche più di quello che speravo, grazie Hobi!», disse sorridendo. Poi guardo Taehyung, mentre tentava di mettersi le scarpe «Io sono Jimin ed è stato un enorme piacere conoscerti, ma adesso devo proprio scappare!!», e detto ciò cominciò correre verso una meta ben definita.

~~💜~~

«Perché cavolo non mi hai detto che Taehyung era così bello?!?!?», domando Jimin al suo migliore amico, mentre tentava di riprendere fiato dopo una lunga corsa.

Il commesso di Gucci lo guardò perplesso «E chi diamine sarebbe Taehyung adesso??».

Jimin lo guardò come se fosse scemo, poi si ricordò che Kookie non era a conoscenza del nome del ragazzo che lo aveva fissato al lavoro.

«Sto parlando dello sbavatore della vetrina, si chiama Taehyung. E tornando al discorso di prima, perché non mi hai detto quanto era bello?!?! Il ragazzo è letteralmente stuprabile!!», disse Jimin, ma Jungkook non gli prestava la minima attenzione.

«E se a me non piacessero i ragazzi?», Jungkook guardò il suo amico con una leggera aria di sfida. Non voleva di certo cominciare un discorso del genere durante l'orario di lavoro, e soprattutto non quando c'erano delle clienti nel negozio.

Ma a Jimin non fregava proprio niente delle clienti, perciò molto lentamente si avvicino a Jungkook e gli sussurrò all'orecchio «Tu sei gay come la merda, punto e basta», dopodiché si allontano mentre lo guardava fisso negli occhi, con la consapevolezza di avere ragione, e Kookie non poté far altro che arrossire dall'imbarazzo.

~~💜~~

Nel frattempo, la piccola Rose era nella sua cameretta dalle pareti rosa. Era inginocchiata al centro della stanza, sul tappeto, e davanti lei era aperto un quaderno dalle pagine completamente bianche.

Appiccicò la foto del padre nella parte destra della prima pagina, accanto alla foto della sua maestra. Intorno alle due foto c'erano tantissimi cuoricini, di vari colori e di varie grandezze, ed il risultato finale rendeva la bambina molto soddisfatta.

Poi osservò la pagina accanto, ancora completamente vuota.

Ma lo sarebbe stata ancora per poco.

«Adesso mi dovrò occupare della Taekook...», disse sovvrapensiero, sorridendo in modo quasi malvagio mentre chiudeva il suo piccolo diario.

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