Appuntamento al buio

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Stefano fu colto alla sprovvista. Dalle storie che aveva sentito se l'immaginava diversa, e invece la carnagione diafana mista a quel fascino oscuro le donavano una grazia tutta particolare, quasi scenica. A modo suo era una donna speciale.
Lui si alzò e fece per ritrarle la sedia, ma lei con un cenno lo rimise al suo posto, non aveva bisogno di questi convenevoli. Stefano non ricordava nemmeno il suo nome e forse era capitato a quell'appuntamento suo malgrado, ma l'indubbio fascino della donna e l'innata curiosità, lo invogliavano a rimanere.
"Sono Stefano, piacere.".
Non le aveva porto la mano, perché lei non gliene aveva dato l'occasione. Si era seduta e con un gesto raffinato si era scrollata di dosso il cappotto nero, adagiandolo sulla sedia. Portava un abito a pantalone scuro, con una scollatura pudica che metteva in risalto i seni sodi, senza risultare eccessiva.
La donna piantò i suoi occhi in quelli di Stefano, senza parlare. Così fu lui a rompere il silenzio.
"Posso sapere almeno il tuo nome?" disse con un sorriso d'imbarazzo sulle labbra.
"Non penso ti importi poi così tanto, o sbaglio?" rispose la donna.
Stefano rimase interdetto.
"Certo che mi importa. E poi non vedo come due persone possano conoscersi senza sapere i rispettivi nomi".
"Io conosco molto bene i tipi come te e il tuo nome non fa alcuna differenza".
"Cosa intendi?" chiese Stefano indispettito.
"Sei un uomo con dei valori, con una famiglia. Eppure sei qui con me. Altri lo hanno già fatto in passato e immagino tu sappia come sia andata a finire".
La donna non si stava vantando, né cercava di provocarlo, stava semplicemente riportando un dato di fatto.
Stefano fu urtato da quelle parole. Non gradiva essere paragonato agli uomini che quella donna aveva collezionato. Ma l'accenno, seppur non esplicito, al lieto fine lo intrigava.
"Cosa ti fa pensare che io voglia ciò di cui parli?" riprese con falso piglio difensivo.
"Pensi davvero di essere così diverso dagli altri? Avete delle vite stressanti, monotone, piene di astio verso ciò che avete costruito con così tanta fatica. Avete bisogno di evadere, di lasciarvi tutto alle spalle. Così venite da me".
"Prova a spiegarmi, tu cosa sei in grado di offrire a queste anime perse nella banalità delle loro vite?" chiese Stefano che sentiva l'eccitazione farsi strada nel basso ventre.
"L'oblio, caro Stefano" disse la donna ammiccando.
Sentire nominare il suo nome, provocò nell'uomo una vampata di caldo ardore.
Stefano era un uomo razionale, attaccato alla sua famiglia e fedele ai suoi valori. Ma aveva sempre rischiato poco nella sua vita. La prospettiva che offriva quella donna era una terra vergine, del tutto sconosciuta.
Ordinarono e consumarono i rispettivi piatti con celerità, del resto facevano solo da contorno alla portata principale.
"Temo sia ora di andare" disse la donna.
"Mi spetta dunque una scelta" replicò Stefano.
La donna sorrise. "Con le vere donne le scelte sono solo illusioni. Il cammino è tracciato dall'attrazione e dall'abbandono"
Si rimisero i cappotti. Stefano seguì la donna. Lo fece quasi a malincuore, ma non si poteva sottrarre. Attrazione e abbandono sono nella natura delle cose.

Entrando trovò un'atmosfera quasi surreale. C'era un silenzio strano per quell'ora. Erano le undici del mattino e sembrava che niente si fosse mosso dall'ultima volta che era entrato nel pub.
Mattia stava sistemando le posate sui tavoli, adagiandole sulle tovaglie di carta.
"Hai sentito cosa è successo ieri sera?".
"No, perche?"
Mattia sembrava stranamente scosso. "Un uomo stava cenando con la moglie e si è accasciato a terra. Abbiamo chiamato l'ambulanza e hanno tentato di rianimarlo per venti minuti, ma non c'è stato niente da fare. Infarto a quanto pare".
"Oddio" esclamò.
Mattia proseguì: "I paramedici hanno detto che ha lottato, ma non ce l'ha fatta".
"La morte è come una bella donna, non si può resistere alla sua chiamata".

Appuntamento al buioWhere stories live. Discover now