-GIÙ!GIÙ!GIÙ!GIÙ! VAI
Sangue al cervello
-LOGAN!LOGAN!LOGAN!
tutto così sfocato
ANCORA!ANCORA!ANCORA!
annego.
Finisco il barilotto di birra e sputo a terra le ultime gocce esultando insieme al mio pubblico adorante quando poi
il rumore assordante di applausi e fischi finisce lasciandomi uno sgradevole ronzio nelle orecchie.
Mi rimettono a terra facendomi sedere sul divano e finalmente non sono più a testa in giù, ma il sangue al cervello fa annebbiare ancora di più i miei pensieri più di quanto non fossero già. Tremolano sfocati sul tavolino davanti a me una cinquantina di bicchierini alternati tra blu e rossi, alternati tra mezzi pieni o mezzi vuoti. Un po' come la mia vita.
Certe volte queste sere, seduto al centro di un divano con da un lato un ragazzo collassato per le troppe birre e dall'altro una coppia di ragazzi che si stanno letteralmente mangiando vivi... bhe, non è il massimo e vorresti che tutto finisse, tutta la finzione di essere invincibile, forte, tutto il casino che rappresenta la tua squallida esistenza su questo mondo perfettamente imperfetto in tutte le sue cangianti sfumature.
È triste anche solo pensare che daresti qualsiasi cosa per fare a cambio con la vita di quel povero ragazzo con quei grandi occhiali alla Harry Potter che sta in un angolino della stanza a bere piccoli sorsi di Diet coce. Poi pensi che se non ci fossero queste serate a farti dimenticare chi sei e perché sei qui, probabilmente ti saresti già impiccato da solo o ti saresti sicuramente sparato almeno un centinaio di volte.Cerco il mio telefono spostando i bicchieri e tentando di non far cadere il loro contenuto, ma con scarso successo. La stanza buia, illuminata solo da faretti colorati fa sembra l'elegante salone bianco avorio della casa di Luke in un pub squallido del centro città. Alla fine il troppo alcol presente nel mio corpo ha la meglio su di me e finisco per far rovesciare un bicchiere ricolmo di una sostanza simile alla Tequila su tutto il tavolo.
-Hey, cerchi questo?
Alzo lo sguardo sulla mano con unghia viola laccate della persona che mi porge il mio amato telefono ancora integro.
È una ragazza alta all'incirca 1.70, vestito nero attillato, scarpe con tacco da capogiro e mi chiedo come faccia a camminare su quei trampoli da circo, capelli color miele e sguardo accattivante che farebbe perdere la testa a chiunque.-G-Grazie...
Faccio leva con le braccia alzandomi con fatica dal divano prendendo il telefono.
Ora che sono di fronte a lei sembra un po' meno alta di quanto pensassi, ma rimane sempre bellissima.-Di niente, ho visto che stavi cercando qualcosa e poco lontano da me c'era questo e ho pensato che fosse tuo.
Sorride senza mai distogliere lo sguardo e mi sento improvvisamente inondare di calore e spero che confonda il rossore dell'alcool con quello dell'imbarazzo.
-Si, stavo cercando proprio questo.
-Lo immaginavo. Sai, ti ho visto prima. Non è da tutti scolarsi un barilotto di birra in 5 minuti.
I suoi denti splendono come fari nella luce soffusa e i suoi occhi sembrano cabiare colore insieme ai faretti colorati posti qua e là per la stanza.
-Bhe, c'è chi è campione di scherma o di calcio, io lo sono di bevute
Faccio una risatina portandomi un braccio dietro la nuca e Dio, non mi sono mai sentito così idiota.
-Direi che sono d'accordo. Sai... non ti ho mai visto da queste parti
-È perché mi sono trasferito da poco da Londra, mi ci devo ancora abituare all'idea
-Capisco, bhe, ti posso sempre aiutare io un giorno di questi. Posso farti fare volentieri un giro della cittá, così finirai di sentirti un estraneo.
Quel suo ghigno sexy è più letale di quattro barilotti di fila.
-Bhe, sarebbe fantastico... potresti darmi il tuo numero così poi ci organizziamo...
CHE CAZZO HO DETTO, CI CONOSCIAMO DA TRE MINUTI MI PRENDERÀ PER UNO DISPERATO. SONO UN COGLIONE!
-Certo, dammi il tuo braccio.
In fondo sono un genio incompreso.
Prende una penna poggiata sul bancone e inizia a scrivere una serie di numeri in fila e alla fine ci scrive il suo nome.
Susan.-Non farti la doccia prima di avermi chiamato, mi raccomando
-No-non lo farò.
Ridacchiamo insieme, poi lei si congeda da me con un occhiolino camminando e svanendo fra la folla nell'oscurità.
Mi riprendo dal mio stato di trans accendendo il telefono e trovo 3 chiamate perse da quell'essere. Impreco mentalmente e decido che per me sia ora di andare.
Finisco anche io tra la folla e senza rendermene conto la cerco con sguardo, ma di lei non c'è traccia. Sospiro aprendo la porta e scendendo le scale del pianerottolo.
Spalanco il portone immergendomi nell'oscurità della notte illuminata da quelle poche stelle in cielo e da un lampione mezzo scassato. Cammino per le la strada deserta soffermandomi a specchiarmi sul vetro di una vetrina buia.
La mia maglietta grigia è completamente macchiata di vodka alla pera e... che roba è quella?
I miei capelli sono un completo disastro e gli occhi sono diventati rossi e lucidi. I miei jeans neri e le converse del medesimo colore sono ancora integre, spero solo che con quel buio lei non abbia notato il mio stato pietoso. Finalmente arrivo nel punto in qui è parcheggiata la mia moto, prendo il casco e monto in sella. Mi prendo cinque minuti a pensare a tutto quello che mi aspetterà a casa, al fatto che siano le tre del mattino e al fatto che non abbia risposto a una singola telefonata. Che si fotta tutto.
Sblocco il telefono e deciso compongono i numeri sulla tastiera del mio cellulare. Non mi importa della regola dei tre giorni, sarà l'alcool a parlare, ma non mi importa. Le invio un messaggio adesso.
Premo l'icona per mandarle un messaggio su Whatsapp e mi spunta la sua foto profilo.
Lei è in lontananza ed è seduta su una specie di panchina, sembra che sia al circo. Ridacchio all'idea di una ragazza come lei che va al circo, anche se con quei tacchi farebbe carriera.
Le mie dita tremano e il criceto che gira nella ruota all'interno del mio cervello muore di infarto. Macabro come esempio, ma ci sta.
Alla fine scelgo due parole, un classico dei messaggi dal 1990.
Le due parole che potrebbe cambiarmi la vita per sempre.
Clicco invio.Hey, Susan 3:21
Non si ritorna più indietro.
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It's Complicated
Romance0.5 secondi per posare gli occhi su una persona, 57 secondi per decidere come agire, 5 minuti per conoscersi, 8 secondi per buttarsi e chiedere il numero di telefono, 3 millisecondi per annuire. 0.70 secondi per sorridere, 9 secondi per pensare ad u...