Non è facile descrivere.
Raccontare è un atto lacunoso, enfasi e dimenticanze formano un moto perpetuo.
Ma la prosa è diversa, pensavo. Però anche queste parole mostrano quello che vogliono, selvagge.
Che vuol dire "scrivere?", ci domandiamo spesso nei pomeriggi in cui leggiamo meno di quello che vogliamo e senza voglia forse scriviamo.
Abbiamo pensato che scrivere fosse via d' espressione, ma basta un alfabeto e tutti si può, persino chi non vuole.Abbiamopensato che scrivere fosse forma d' abilità, ma ad impugnare lo stilo è più veloce il bimbo laggiù, che scarabocchia specchiandosi nel riflesso. Credevamo che scrivere fosse arte, ma ci diceste che l' arte vale e l' arte è solo quella che viene venduta nel negozio là in fondo, dove i prezzi ne giurano qualità.
Ci ritroviamo dunque con pagine in mano,come fossero parti del petto ce le portiamo appresso e le proteggiamo dal vento e dal tempo, fiere pronte a strapparceli via.Nonostante non sappiamo a cosa servano i fiumi delle nostre righe, ogni volta che le rileggiamo sono specchi e sussurrano ai temporali, sorridono ai visi che provano a decifrarli.
C'è una parte di te qua, mi ripeto quando mi rileggo. E' per questo che ci proteggiamo; dalla mediocrità delle parole oltre le quali il nulla si cela, l' imitazione regna, il sentimento fasullo si ricicla sotto pupille incolpevoli e smaliziate. Cerchiamo noi stessi tra queste righe, se non vi vediamo tra le vostre si soffre ma si offre, così uno spazio: alla massa e alle sue menti.
MASSAMENTI
-R.E.A.M.-