Sono sempre stata quella strana.
Quella in disparte.
Quella che se le parlavi non trovava mai la risposta giusta da dare.
Quella che per gli altri aveva perfino gli occhi, strani.
"Ma, che hai gli occhi rossi?" Dicevano?
Non capivano che prendevano, sotto la luce, la sfumatura dei capelli.
E ciò che per persone diverse come me, può essere bello, per quanto particolare, per alcuni, quelli normali, è strano.
Incomprensibile.
Inumano.
Brutto.Ricordo che se qualcuno mi prendeva in giro, per il colore dei miei capelli, appunto, o per le lentiggini, io non riuscivo mai a trovare l'insulto giusto per potermi difendere.
Mi veniva in mente sempre dopo, sempre quando ormai era tardi. Allora mi arrabbiavo con me stessa e mi dicevo "potevi pensarlo prima, stupida carota dagli occhi rossi!" e a testa bassa tornavo sui libri.
I libri... Gli unici amici che avevo.
Gli unici amici che volevo.
Loro, insieme alla mia macchina fotografica e alle mie foto.
No, ragazzi, vi freno subito, io non sono un'asociale e non sono stata bullizzata, ero solo strana, silenziosa e solitaria, e volevo esserlo, dovevo esserlo, per tenerli lontani. Per tenere lontane le persone che, sapevo, mi avrebbero fatto del male.
Volevo restare sola, in quell'angolo piacevole, sordo e muto. Solitudine.
Solitaria e silenziosa, dolce solitudine.Passeggiavo in un accogliente silenzio, fotografando la natura, i fiori e il cemento della mia città, amando la pioggia e l'inebriante odore delle pozzanghere e delle soavi foglie morte, che giacevano come scheletri di farfalle, sui marciapiedi della mia città.
Ho vissuto sognando, ricordando memorie non mie, parlando al vento, scrivendo di persone inesistenti e di vite a me affini.
Innamorandomi dei giochi di luce, dei colori, del mondo e immaginando storie, fantasie, sogni.
Scrive chi non sa esprimersi a parole, si dice. Anche questo è vero.Amo la natura e i suoi animali, i suoi fiori e i suoi odori.
Mi rifugio in posti sconosciuti e porto con me ciò che mi è necessario per essere felice, almeno in quel mio antro.
Guardo il cielo, mordo una mela, scatto una foto, piango, gli occhi sempre rossi, forse meno adesso. Più stanchi ma mai tristi. Nostalgici, malinconici... Amo la malinconia. È un sogno che tinge di scuro i miei attimi.
Sempre pronta a sognare.
I sogni non li abbandonerò mai. Sono morbide nuvole di speranza, soffici come palline di cotone rosa.
Sono fiori.
Scrivo e mi libero.La scrittura per me è vomitare lo sporco che ho dentro, gettarlo via e sentirmi meglio.
È regalare dolcemente le mie emozioni, i miei desideri, il mio cuore.
La ragazza strana, magrissima e con i capelli rossi, dello stesso colore degli occhi, anche un po' bruttina, che sbocciava come un fiore, quando scriveva.
Era questo per me, scrivere. È questo ancora oggi.Ormai sono cresciuta. Sento l'odore della carta in modo diverso, sfoglio le pagine con più consapevolezza, chiudo spesso gli occhi e sogno le storie che potrei raccontare.
Quando scrivo sono chiunque:
Sono un mostro.
Un assassino che brama un'altra vittima.
Sono una ragazza innamorata.
Una creatura strana che ama la natura.
Ho paura e mi volto per assicurarmi che non ci sia un fantasma dietro le mie spalle.
Scrivo la paura, perché io ho paura. Costantemente. Di perdere. Di perdere i miei sogni. Di perdere chi amo. Ho paura che mi lascino e che i miei colori li spaventino.
Sogno.Poi riapro gli occhi e la violenza del mondo attuale mi si para dinanzi tutta insieme e troppo in fretta, ed io non sono pronta.
Non sono ancora pronta per il mondo reale. Non sarò mai pronta per vivere nella realtà. Chi di noi lo è?
Per questo amo scrivere. Perché vivo mille vite senza stancarmi mai e mi distacco dal baratro della vita vera, quella che il destino ha scelto per me, o senza accorgermene, quella che io, ho scelto per me e in fin dei conti, non è poi tanto male.Ma scrivo per inventarmi ancora una volta, per essere padrona. Scelgo io il finale.
Brutto, bello, drammatico, comico, non importa! Quello che conta è che il finale lo scelgo io.
Ma è il finale ad essere sempre assurdo.
Surreale.
Ma perché, gli scrittori conoscono un mondo che sia reale? Che sia coerente? Siamo folli menti, che vagano disperdendosi senza meta e controcorrente, perdendosi ancora e ancora e ancora...
Siamo dei pazzi che viaggiano senza spostarsi davvero, in cerca di un altro sapore, di un'altra avventura.
Vita, bagagli e sogni.Voglio sentire la spiaggia sui miei piedi in pieno Novembre, e se lo scrivo io la sento.
Posso muovermi restando ferma.
Cambiare nome e corpo. Ma l'anima no. L'anima resta immutata.
La scrittura è questo per me. È sognare restando svegli, non crescere mai, levitare in un limbo che non ci farà mai uscire.La vita è un sogno, un battito di ali.
Un piccolo soffio di cotone, che vola via troppo in fretta dalle mie mani pallide.
Dall'inchiostro che mi scorre nelle vene.
Volano i desideri, volano le fantasie.
E... s'avverano.C'è una massa, fuori che mi ha incastrato dentro, che mi chiama, che mi incanta.
Sento le loro menti. Ho un disperato ed incantevole bisogno di ascoltarle.
È una massa di menti, unite in una soltanto.
Mi rivelano ciò che davvero sono, ciò che realmente siamo e che confondiamo ancora, ma mai stato così chiaro.Sono nata con una penna in mano e che piaccia o meno ciò che scrivo, io non getterò mai quella penna. L'inchiostro che c'è dentro, è il mio sangue.
Sono la ragazza dagli occhi rossi che ama scrivere, leggere e sognare e riversare tutto in un unico, immortale, scatto che si tramuterà in una storia.
R.e.a.m.
❤️MASSAMENTI
-RubyJack-